Because of COVID-19, and the significant global health, economic and social crisis, old problems and new issues have been emerging, also concerning architecture and the city. By locking mortal humans into salvific house-bunkers in which it is good to stay, public space has been interdicted, and just a few cross, with valid and certified reasons, the desert-city. The desert-city is the place that is not empty but evacuated in which we observe the breakdown of relationships and social networks. The research identifies these relationships as a priority for the well-being of citizens and prefigures a public space designed to welcome and promote social relations. By focusing on the spatial-relational possibilities of the individual (body), it analyzes the types of social activities and the distances within which they occur. Using this body-centric diagram as a model for the spatial-relational reconstruction of the city means reversing the usual priorities of choice, and therefore the usual meanings attributed to space. The body-centric investigation cannot take place in the neighborhood because, having the basis of relational instances, it uses a place with qualities aimed at sociality, identified with the ordinary walkable space (visual social field), focusing research in a semantic horizon well different from the usual. In the ordinary walkable space, the two practices of staying and moving (of the walking body), are analyzed in order to identify and localize the places of the ordinary walking space, where some practices are realized. More operationally, an observation is provided on an ordinary walkable space near Piazzale Piola (Città Studi, Milan). Considering the critical points emerged, is presented a project of semantization in two phases : the re-appropriation and the hierarchization of the urban space. The purpose of the research is to propose a radically alternative vision, to the point of reversing the current meaning and the consequent perception and use of public space, shifting from "being in the city" to "living on foot".

Sconvolgendo ogni possibile sistema consueto, la crisi globale sanitaria economica e sociale, portata dal COVID-19, ha fatto affiorare problematiche vecchie ed istanze tutte nuove, anche per quanto riguarda l’architettura e la città. Confinando umani mortali in salvifiche case-bunker in cui è bene rimanere, lo spazio pubblico è stato interdetto, e solo in pochi attraversano, con valide e certificate ragioni, la città-deserto. La città-deserto è il luogo non vuoto, ma svuotato in cui si assiste alla rottura delle relazioni e delle reti sociali. La ricerca considera tali relazioni come prioritarie per il benessere dei cittadini e prefigura uno spazio pubblico atto ad accogliere e favorire relazioni sociali. Mettendo al centro le possibilità spazial-relazionali del singolo (corpo), analizza i tipi di attività sociali e le distanze entro cui queste avvengono. Utilizzare tale schema, corpocentrico, come dima per la ricostruzione spazial-relazionale della città, significa ribaltare le consuete priorità di scelta, quindi i consueti significati attribuiti allo spazio. L’indagine corpocentrica non può avere luogo nel quartiere poichè avendo alla base istanze relazionali, attinge ad un luogo con qualità finalizzate alla socialità, identificato con lo spazio ordinario camminabile (campo visivo sociale), inquadrando la ricerca in un orizzonte semantico ben diverso dal consueto. Nello spazio ordinario camminabile, le due pratiche dello stare e del muoversi (del corpo camminante), sono analizzate al fine di individuare e localizzare, i luoghi dello spazio ordinario camminabile, ove alcune pratiche si realizzano. Più operativamente, viene eseguita un’osservazione conoscitiva su uno spazio ordinario camminabile prossimo a piazzale Piola (Città studi, Milano), e a fronte delle criticità emerse, proposto un progetto di semantizzazione in due fasi: la riappropriazione e la gerarchizzazione dello spazio urbano. Il fine ultimo della ricerca è proporre una visione radicalmente alternativa, al punto di stravolgere l’attuale significato e conseguente percezione e modalità di utilizzo dello spazio pubblico, passando così dallo “stare in città“ a “vivere a piedi”.

Guida allo spazio ordinario camminabile. Una sperimentazione progettuale in Città Studi, Milano

Munafo', Greta
2019/2020

Abstract

Because of COVID-19, and the significant global health, economic and social crisis, old problems and new issues have been emerging, also concerning architecture and the city. By locking mortal humans into salvific house-bunkers in which it is good to stay, public space has been interdicted, and just a few cross, with valid and certified reasons, the desert-city. The desert-city is the place that is not empty but evacuated in which we observe the breakdown of relationships and social networks. The research identifies these relationships as a priority for the well-being of citizens and prefigures a public space designed to welcome and promote social relations. By focusing on the spatial-relational possibilities of the individual (body), it analyzes the types of social activities and the distances within which they occur. Using this body-centric diagram as a model for the spatial-relational reconstruction of the city means reversing the usual priorities of choice, and therefore the usual meanings attributed to space. The body-centric investigation cannot take place in the neighborhood because, having the basis of relational instances, it uses a place with qualities aimed at sociality, identified with the ordinary walkable space (visual social field), focusing research in a semantic horizon well different from the usual. In the ordinary walkable space, the two practices of staying and moving (of the walking body), are analyzed in order to identify and localize the places of the ordinary walking space, where some practices are realized. More operationally, an observation is provided on an ordinary walkable space near Piazzale Piola (Città Studi, Milan). Considering the critical points emerged, is presented a project of semantization in two phases : the re-appropriation and the hierarchization of the urban space. The purpose of the research is to propose a radically alternative vision, to the point of reversing the current meaning and the consequent perception and use of public space, shifting from "being in the city" to "living on foot".
PASQUI, GABRIELE
VILLA, DANIELE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2021
2019/2020
Sconvolgendo ogni possibile sistema consueto, la crisi globale sanitaria economica e sociale, portata dal COVID-19, ha fatto affiorare problematiche vecchie ed istanze tutte nuove, anche per quanto riguarda l’architettura e la città. Confinando umani mortali in salvifiche case-bunker in cui è bene rimanere, lo spazio pubblico è stato interdetto, e solo in pochi attraversano, con valide e certificate ragioni, la città-deserto. La città-deserto è il luogo non vuoto, ma svuotato in cui si assiste alla rottura delle relazioni e delle reti sociali. La ricerca considera tali relazioni come prioritarie per il benessere dei cittadini e prefigura uno spazio pubblico atto ad accogliere e favorire relazioni sociali. Mettendo al centro le possibilità spazial-relazionali del singolo (corpo), analizza i tipi di attività sociali e le distanze entro cui queste avvengono. Utilizzare tale schema, corpocentrico, come dima per la ricostruzione spazial-relazionale della città, significa ribaltare le consuete priorità di scelta, quindi i consueti significati attribuiti allo spazio. L’indagine corpocentrica non può avere luogo nel quartiere poichè avendo alla base istanze relazionali, attinge ad un luogo con qualità finalizzate alla socialità, identificato con lo spazio ordinario camminabile (campo visivo sociale), inquadrando la ricerca in un orizzonte semantico ben diverso dal consueto. Nello spazio ordinario camminabile, le due pratiche dello stare e del muoversi (del corpo camminante), sono analizzate al fine di individuare e localizzare, i luoghi dello spazio ordinario camminabile, ove alcune pratiche si realizzano. Più operativamente, viene eseguita un’osservazione conoscitiva su uno spazio ordinario camminabile prossimo a piazzale Piola (Città studi, Milano), e a fronte delle criticità emerse, proposto un progetto di semantizzazione in due fasi: la riappropriazione e la gerarchizzazione dello spazio urbano. Il fine ultimo della ricerca è proporre una visione radicalmente alternativa, al punto di stravolgere l’attuale significato e conseguente percezione e modalità di utilizzo dello spazio pubblico, passando così dallo “stare in città“ a “vivere a piedi”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/174288