The problem of the abandonment of historical buildings is a relevant issue in our cities as these, which usually occupy a central space in the urban context, are distinguished first of all by their historical importance, as well as by their intrinsic beauty. Through reuse projects, they are given a new function within the system and, brought back to life, they acquire a new role for the community. This master degree thesis focuses on a project of "riadaptive use", more precisely on the case of the Fort of Villiers, a military fortress of the late nineteenth century on the border with the Parisian region. The problem of dismantling and abandoning military structures is widespread throughout the old continent, making the search for possible solutions supranational. In the strong fields of the entrenched fields of the late nineteenth century, as in the case in question in this work, the constraints and potential of the spaces of a largely underground structure give countless possibilities for the development of reuse solutions. Taking a cue from the needs of local administrations, which see in these closed structures an element of disjunction, and considering the potential offered by the prediction of the Paris Olympic Games, a project is developed that does not betray the original philosophy of the fort but which, while remaining in a certain sense impermeable to “civil” use, assumes an important role on a regional scale. The function chosen, the result of studying the needs of a changing city and the immediate surroundings of the fort, is that of a research and development center for specific structures for Paralympic athletes, then flanked by the surrounding services. The challenge was to work mainly on the interiors, trying to keep the external envelope as intact as possible, practicing very risky demolitions and inserting new buildings with little impact on the existing structure. The line of thought adopted at the base aims to preserve the military concepts of a mimetic architecture, with additions inspired by the actualizations in the field and conforming to modern technological advances, while clearly neglecting the defensive function. The aim of the project is to transform this building from an enclosed space inaccessible to citizens into a semi-permeable place, indeed a welcoming and meeting place for athletes, but also for doctors, researchers and technicians. It was possible to pursue this goal through various urban planning, design and functional strategies, giving the city an answer to contemporary needs and requirements and converting the fort from a place of shelter to a point of reference and use for the community.

La problematica dell’abbandono degli edifici storici è una questione rilevante nelle nostre città poiché questi, che solitamente occupano uno spazio centrale nel contesto urbano, si distinguono innanzitutto per l’importanza storica che rivestono, oltre che per la loro bellezza intrinseca. Attraverso i progetti di riuso viene attribuita loro una nuova funzione all’interno del sistema ed essi, riportati in vita, acquisiscono un nuovo ruolo per la comunità. Questa tesi di laurea si concentra su un progetto di “riadaptive use”, più precisamente sul caso del Forte di Villiers, fortezza militare tardo ottocentesca ai confini della regione parigina. Il problema della dismissione e dell’abbandono delle strutture militari risulta capillarmente diffuso in tutto il vecchio continente, rendendo sovranazionale anche la ricerca di possibili soluzioni. Nei forti campali dei campi trincerati tardo ottocenteschi, come nel caso in esame in questo elaborato, i vincoli e le potenzialità degli spazi di una struttura per la gran parte ipogea danno innumerevoli possibilità di sviluppo di soluzioni di reimpiego. Prendendo spunto dalle necessità delle amministrazioni locali, che vedono in queste strutture chiuse un elemento di disgiunzione, e considerando le potenzialità offerte dalla previsione dello svolgimento dei Giochi Olimpici a Parigi, si sviluppa un progetto che non tradisce la filosofia originaria del forte ma che, pur rimanendo in un certo senso impermeabile all’utilizzo “civile”, assume un ruolo importante a scala regionale. La funzione scelta, frutto dello studio delle necessità di una città che cambia e dell’immediato attorno del forte, è quella di un centro di ricerca e sviluppo di impianti specifici per gli atleti paralimpici, corredato poi da servizi al contorno. La sfida è stata lavorare principalmente sugli interni cercando di mantenere il più possibile intatto l’involucro esterno, praticando risicatissime demolizioni e inserendo nuove costruzioni poco impattanti sulla struttura esistente. La linea di pensiero adottata alla base vuole conservare i concetti militari di un’architettura mimetica, con aggiunte ispirate alle attualizzazioni nel campo e conformi ai progressi tecnologici moderni, pur chiaramente omettendo la funzione difensiva. L’obiettivo del progetto è trasformare questo edificio da spazio chiuso e inaccessibile ai cittadini a luogo semipermeabile, anzi di accoglienza e di aggregazione per atleti, ma anche per medici, ricercatori e tecnici. È stato possibile perseguire questo intento attraverso diverse strategie di natura urbanistica, progettuale e funzionale, dando alla città una risposta alle esigenze e alle necessità contemporanee e convertendo il forte da luogo di riparo a punto di riferimento e fruizione per la comunità.

Il forte di Villiers : progetto di conservazione e riuso in vista delle Olimpiadi parigine. Nel solco di un edificio che non si percepisce. Riscoprire un dimenticato patrimonio militare. Un’idea per la riqualificazione e il riuso di un forte tardo ottocentesco. Progetto di trasformazione di un forte parigino in un centro di ricerca per atleti paralimpici

Bressan, Andrea
2019/2020

Abstract

The problem of the abandonment of historical buildings is a relevant issue in our cities as these, which usually occupy a central space in the urban context, are distinguished first of all by their historical importance, as well as by their intrinsic beauty. Through reuse projects, they are given a new function within the system and, brought back to life, they acquire a new role for the community. This master degree thesis focuses on a project of "riadaptive use", more precisely on the case of the Fort of Villiers, a military fortress of the late nineteenth century on the border with the Parisian region. The problem of dismantling and abandoning military structures is widespread throughout the old continent, making the search for possible solutions supranational. In the strong fields of the entrenched fields of the late nineteenth century, as in the case in question in this work, the constraints and potential of the spaces of a largely underground structure give countless possibilities for the development of reuse solutions. Taking a cue from the needs of local administrations, which see in these closed structures an element of disjunction, and considering the potential offered by the prediction of the Paris Olympic Games, a project is developed that does not betray the original philosophy of the fort but which, while remaining in a certain sense impermeable to “civil” use, assumes an important role on a regional scale. The function chosen, the result of studying the needs of a changing city and the immediate surroundings of the fort, is that of a research and development center for specific structures for Paralympic athletes, then flanked by the surrounding services. The challenge was to work mainly on the interiors, trying to keep the external envelope as intact as possible, practicing very risky demolitions and inserting new buildings with little impact on the existing structure. The line of thought adopted at the base aims to preserve the military concepts of a mimetic architecture, with additions inspired by the actualizations in the field and conforming to modern technological advances, while clearly neglecting the defensive function. The aim of the project is to transform this building from an enclosed space inaccessible to citizens into a semi-permeable place, indeed a welcoming and meeting place for athletes, but also for doctors, researchers and technicians. It was possible to pursue this goal through various urban planning, design and functional strategies, giving the city an answer to contemporary needs and requirements and converting the fort from a place of shelter to a point of reference and use for the community.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-giu-2021
2019/2020
La problematica dell’abbandono degli edifici storici è una questione rilevante nelle nostre città poiché questi, che solitamente occupano uno spazio centrale nel contesto urbano, si distinguono innanzitutto per l’importanza storica che rivestono, oltre che per la loro bellezza intrinseca. Attraverso i progetti di riuso viene attribuita loro una nuova funzione all’interno del sistema ed essi, riportati in vita, acquisiscono un nuovo ruolo per la comunità. Questa tesi di laurea si concentra su un progetto di “riadaptive use”, più precisamente sul caso del Forte di Villiers, fortezza militare tardo ottocentesca ai confini della regione parigina. Il problema della dismissione e dell’abbandono delle strutture militari risulta capillarmente diffuso in tutto il vecchio continente, rendendo sovranazionale anche la ricerca di possibili soluzioni. Nei forti campali dei campi trincerati tardo ottocenteschi, come nel caso in esame in questo elaborato, i vincoli e le potenzialità degli spazi di una struttura per la gran parte ipogea danno innumerevoli possibilità di sviluppo di soluzioni di reimpiego. Prendendo spunto dalle necessità delle amministrazioni locali, che vedono in queste strutture chiuse un elemento di disgiunzione, e considerando le potenzialità offerte dalla previsione dello svolgimento dei Giochi Olimpici a Parigi, si sviluppa un progetto che non tradisce la filosofia originaria del forte ma che, pur rimanendo in un certo senso impermeabile all’utilizzo “civile”, assume un ruolo importante a scala regionale. La funzione scelta, frutto dello studio delle necessità di una città che cambia e dell’immediato attorno del forte, è quella di un centro di ricerca e sviluppo di impianti specifici per gli atleti paralimpici, corredato poi da servizi al contorno. La sfida è stata lavorare principalmente sugli interni cercando di mantenere il più possibile intatto l’involucro esterno, praticando risicatissime demolizioni e inserendo nuove costruzioni poco impattanti sulla struttura esistente. La linea di pensiero adottata alla base vuole conservare i concetti militari di un’architettura mimetica, con aggiunte ispirate alle attualizzazioni nel campo e conformi ai progressi tecnologici moderni, pur chiaramente omettendo la funzione difensiva. L’obiettivo del progetto è trasformare questo edificio da spazio chiuso e inaccessibile ai cittadini a luogo semipermeabile, anzi di accoglienza e di aggregazione per atleti, ma anche per medici, ricercatori e tecnici. È stato possibile perseguire questo intento attraverso diverse strategie di natura urbanistica, progettuale e funzionale, dando alla città una risposta alle esigenze e alle necessità contemporanee e convertendo il forte da luogo di riparo a punto di riferimento e fruizione per la comunità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/175051