Courtyards of Milanese residential buildings are typically among the urban spaces least taken advantage of. Even during the lockdown, most of them are barely used, sometimes only by children playing outdoor games. A common argument explaining the poor use of courtyards is that people are often obsessed with the idea of privacy and therefore, avoid spending time in front of their home where they might be observed. However, with the same logic of thinking, they should be avoiding all public spaces, otherwise, they “risk” being observed anyway. Instead, which are the strongest factors preventing the residential courtyards from becoming a lively urban space? This research aims to analyse the role of residential courtyards in the daily life of the residents in Milan; understand the reasons behind the weakness of courtyard use, from formal limitations to less rigid social and spatial criticalities; and explore the potential of courtyards as more efficiently used collective spaces. The research on residential courtyards addresses two principal questions - improvement of spatial resources’ quality in dense urban contexts and promotion of social cohesion – and is not a necessary but advantageous experimental project aimed at intensifying the vitality in residential courtyards. For the study, the district of NoLo has been chosen, being a typical European dense working-class district with a central position. The character of this neighbourhood with a dynamic diverse population and numerous social initiatives makes NoLo an interesting camp of experimentation within the domain of urban policies. First of all, the key concepts are studied on the general level of Milan and more specifically of NoLo, preparing a base for the case study. Afterwards, through a focus on NoLo, a taxonomy of courtyards in the district is developing, which will then help to propose strategic guidelines with toolkits of actions in three dimensions of intervention.

I cortili degli edifici residenziali milanesi sono tra gli spazi urbani tipicamente meno valorizzati. Anche durante il lockdown, la maggior parte di essi viene utilizzata a malapena, a volte solo da bambini per giocare all'aperto. Uno degli argomenti più diffusi che spiega lo scarso utilizzo dei cortili è che le persone sono spesso ossessionate dall'idea di privacy e quindi evitano di passare il tempo davanti alla loro casa dove potrebbero essere osservate. Tuttavia, con la stessa logica, dovrebbero evitare qualsiasi spazio pubblico, altrimenti “rischiano” di essere comunque osservati. Allora quali sono invece i fattori più forti che impediscono ai cortili residenziali di diventare uno spazio urbano vivace? Questa ricerca indaga il ruolo dei cortili residenziali nella vita quotidiana dei residenti di Milano. Cerca di comprendere le ragioni alla base della debolezza dell'uso di un cortile, dalle limitazioni formali di regolamento alle criticità sociali e spaziali meno rigide, esplorando il potenziale dei cortili come spazi collettivi utilizzati in modo più efficiente. La ricerca sui cortili residenziali affronta due questioni principali: il miglioramento della qualità delle risorse spaziali in contesti urbani densi e la promozione della coesione sociale, sviluppando un progetto sperimentale non necessario ma vantaggioso, volto ad intensificare la vitalità nei cortili residenziali. Per lo studio è stato scelto NoLo, tipico quartiere popolare europeo, denso, in una posizione centrale. Il carattere di quest’area con un’elevata diversità e dinamicità della popolazione e numerose iniziative sociali rende NoLo un interessante campo di sperimentazione nell'ambito delle politiche urbane. Innanzitutto, vengono studiati i concetti chiave alla scala di Milano e successivamente di NoLo, predisponendo una base per la ricerca sui casi studio. In seguito, attraverso un focus su NoLo, viene sviluppata una tassonomia dei cortili del quartiere, che aiuterà a proporre linee guida strategiche con dei toolkit di azioni su tre dimensioni di intervento.

Cortile vivo. Enhancing spatial quality and social cohesion in Milanese residential courtyards

Sevinyan, Ani
2019/2020

Abstract

Courtyards of Milanese residential buildings are typically among the urban spaces least taken advantage of. Even during the lockdown, most of them are barely used, sometimes only by children playing outdoor games. A common argument explaining the poor use of courtyards is that people are often obsessed with the idea of privacy and therefore, avoid spending time in front of their home where they might be observed. However, with the same logic of thinking, they should be avoiding all public spaces, otherwise, they “risk” being observed anyway. Instead, which are the strongest factors preventing the residential courtyards from becoming a lively urban space? This research aims to analyse the role of residential courtyards in the daily life of the residents in Milan; understand the reasons behind the weakness of courtyard use, from formal limitations to less rigid social and spatial criticalities; and explore the potential of courtyards as more efficiently used collective spaces. The research on residential courtyards addresses two principal questions - improvement of spatial resources’ quality in dense urban contexts and promotion of social cohesion – and is not a necessary but advantageous experimental project aimed at intensifying the vitality in residential courtyards. For the study, the district of NoLo has been chosen, being a typical European dense working-class district with a central position. The character of this neighbourhood with a dynamic diverse population and numerous social initiatives makes NoLo an interesting camp of experimentation within the domain of urban policies. First of all, the key concepts are studied on the general level of Milan and more specifically of NoLo, preparing a base for the case study. Afterwards, through a focus on NoLo, a taxonomy of courtyards in the district is developing, which will then help to propose strategic guidelines with toolkits of actions in three dimensions of intervention.
COPPOLA, ALESSANDRO
PARIS, MARIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2021
2019/2020
I cortili degli edifici residenziali milanesi sono tra gli spazi urbani tipicamente meno valorizzati. Anche durante il lockdown, la maggior parte di essi viene utilizzata a malapena, a volte solo da bambini per giocare all'aperto. Uno degli argomenti più diffusi che spiega lo scarso utilizzo dei cortili è che le persone sono spesso ossessionate dall'idea di privacy e quindi evitano di passare il tempo davanti alla loro casa dove potrebbero essere osservate. Tuttavia, con la stessa logica, dovrebbero evitare qualsiasi spazio pubblico, altrimenti “rischiano” di essere comunque osservati. Allora quali sono invece i fattori più forti che impediscono ai cortili residenziali di diventare uno spazio urbano vivace? Questa ricerca indaga il ruolo dei cortili residenziali nella vita quotidiana dei residenti di Milano. Cerca di comprendere le ragioni alla base della debolezza dell'uso di un cortile, dalle limitazioni formali di regolamento alle criticità sociali e spaziali meno rigide, esplorando il potenziale dei cortili come spazi collettivi utilizzati in modo più efficiente. La ricerca sui cortili residenziali affronta due questioni principali: il miglioramento della qualità delle risorse spaziali in contesti urbani densi e la promozione della coesione sociale, sviluppando un progetto sperimentale non necessario ma vantaggioso, volto ad intensificare la vitalità nei cortili residenziali. Per lo studio è stato scelto NoLo, tipico quartiere popolare europeo, denso, in una posizione centrale. Il carattere di quest’area con un’elevata diversità e dinamicità della popolazione e numerose iniziative sociali rende NoLo un interessante campo di sperimentazione nell'ambito delle politiche urbane. Innanzitutto, vengono studiati i concetti chiave alla scala di Milano e successivamente di NoLo, predisponendo una base per la ricerca sui casi studio. In seguito, attraverso un focus su NoLo, viene sviluppata una tassonomia dei cortili del quartiere, che aiuterà a proporre linee guida strategiche con dei toolkit di azioni su tre dimensioni di intervento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/175100