Emergere. Rivivere la memoria sommersa di Baia. Experiencing the submerged memory of Baia

It may be tough to conceive how come the Versailles of Ancient Rome has been forgotten. And yet this is what happened in Bacoli, once home of the most spectacular architectural experiments of the roman people, now a place where wild urbanization, misvalue and economic interests triggered, in few decades, a memory-loss mechanism so deep-rooted that it invalidates the efforts of the few that try to fight it. The goal of this thesis is to contrast the decline of the territory by resurfacing its numerous archeological areas, at the same time increasing the quality of the public space, nowadays inadequate and lacking. Thus an alternative perception of the giant, silent and still heritage is proposed in the project interventions: the attempt is to reach a point of equilibrium between the ancient and the contemporary, using the space as a medium through which one can revive its memory, and rediscover their own roots with a new awareness. Our proposal, developed through appropriate compositional studies that focus on the boundaries of such areas and on the role of public space with respect to the context, is the first step towards a new cultural and architectural approach to the archeological wealth of Bacoli, in the wish to subsequently broaden the scope and organically include all the identified archaeological sites as an itinerary of a widespread museum.

Può essere complesso immaginare come la Versailles dell’Antica Roma sia stata dimenticata. Eppure è questo ciò che è successo a Bacoli, un tempo sede delle più spettacolari sperimentazioni architettoniche romane ed oggi luogo dove l’urbanizzazione selvaggia, la mancanza di comprensione del valore del territorio e gli interessi economici di pochi hanno innescato, in pochi decenni, un meccanismo di perdita di memoria, dalle radici così profonde da rendere inconsistenti gli sforzi dei pochi che provano a combatterlo. L’obiettivo della tesi è porsi in contrasto con il declino del territorio facendo riemergere le numerose aree archeologiche dall’oblio dove sono sprofondate, incrementando al tempo stesso la qualità dello spazio pubblico cittadino, oggi carente ed inadeguato. Negli interventi progettuali si individua dunque un modo di percepire il patrimonio alternativo a quello dei silenziosi, immobili giganti che la popolazione ha conosciuto finora: il tentativo è quello di raggiungere un equilibrio tra antichità e contemporaneità, rendendo lo spazio il mezzo attraverso cui vivere la memoria del luogo, e riscoprire le proprie radici con una nuova consapevolezza. La proposta, sviluppata attraverso opportuni studi compositivi che si focalizzano sui confini di tali aree e sul ruolo dello spazio pubblico rispetto al contesto, e in particolare sulle tematiche del limite come massa apparente, vuole essere un primo passo verso un nuovo approccio culturale ed architettonico alle ricchezze archeologiche bacolesi, auspicando in futuro di allargare lo sguardo e includere in un progetto organico tutti i siti archeologici individuati come itinerario per un museo diffuso.