Objects have always captivated people: no one can deny they felt connected with a thing in a very strong way at least once in their life. In this age, dominated by materialism, objects began even more important: on one side we accumulate and consume them superficially, on the other many studies focus on them, showing they are much relevant for society. In fact, things are tools useful for representation and self-knowledge: they let us establish ourselves as individuals and part of a group. The current architectural debate emphasizes the public dimension of living. Objects instead belongs to the scale of a singular person, to interior space, to home, where everyone own them. Domestic sphere, even if abandoned on the edge of the actual debate, is still the temple of the self and, in its relationship with objects, has always been able to record social changes, transfers between public and private dimensions. Understanding how relevant houses are, architects of the XXth century designed furniture and furnishings, in an enlightened conjunction between architecture and design. However, today this approach has been left apart. First of all, we wondered what the objects in the house are and what relations exist among them, the inhabitant and the space. Did these relationships change through the years? Do they remain stable during life? Therefore, this thesis aims to highlight the importance, both for the inhabitant and the architect, of being aware of connection with things. In particular, how can designers involve them in their work? Can they be an impulse that influences spatial configuration and its uses from the beginning? We tried to answer these questions, interpreting transformations in living and set the bases for building future homes.

Da sempre gli oggetti hanno esercitato un grande fascino sugli uomini: nessuno può negare di aver sperimentato almeno una volta nella vita una stretta relazione con una cosa. In quest’epoca in cui domina il materialismo, gli oggetti hanno assunto un’importanza ancora maggiore: da un lato li accumuliamo e consumiamo con una certa superficialità, considerandoli banali, dall’altro numerose discipline concentrano le proprie attenzioni su di essi, dimostrando quanto in realtà sia rilevante il loro ruolo per la società. Le cose, infatti, per noi esseri umani sono strumenti di rappresentazione, tramite i quali ci conosciamo, ci affermiamo come individui e membri di un gruppo. Il dibattito architettonico attuale pone al centro la dimensione pubblica dell’abitare. Gli oggetti invece sono legati alla scala del singolo, allo spazio interno, alla casa, in cui ognuno li possiede. La sfera domestica pur accantonata ai margini del dibattito contemporaneo, è ancora il tempio dell’io e, nel suo rapporto con gli oggetti, si è sempre dimostrata capace di registrare i cambiamenti sociali, i travasi tra sfera pubblica e privata. Gli architetti del Novecento, compresa l’importanza della casa, si sono dedicati anche alla progettazione di mobili e suppellettili, in un’illuminata unione tra architettura e design. Tuttavia, oggi questo atteggiamento sembra essere stato dimenticato. Ci siamo innanzitutto interrogate su quali sono gli oggetti nella casa e su quali rapporti sussistono tra essi, l’abitante e lo spazio. Queste relazioni sono cambiate nel corso della storia? E ancora, rimangono costanti nella vita di un individuo? Dunque, questa ricerca mira a sottolineare l’importanza, sia per l’abitante che per l’architetto, di una maggiore consapevolezza del rapporto che si ha con le cose. In particolare, come può il progettista coinvolgerle nella progettazione? Possono essere un motore che sin da subito influenza la configurazione dello spazio e dei suoi usi? Abbiamo cercato di rispondere a questi interrogativi, attraverso la lettura delle trasformazioni dell’abitare, contribuendo a porre le basi per costruire un’immagine di futuro.

Gli oggetti abitati. Presenze costanti e mutevoli nella definizione dello spazio domestico

Mazzola, Chiara Maria Letizia;MARTINELLI, LAURA
2019/2020

Abstract

Objects have always captivated people: no one can deny they felt connected with a thing in a very strong way at least once in their life. In this age, dominated by materialism, objects began even more important: on one side we accumulate and consume them superficially, on the other many studies focus on them, showing they are much relevant for society. In fact, things are tools useful for representation and self-knowledge: they let us establish ourselves as individuals and part of a group. The current architectural debate emphasizes the public dimension of living. Objects instead belongs to the scale of a singular person, to interior space, to home, where everyone own them. Domestic sphere, even if abandoned on the edge of the actual debate, is still the temple of the self and, in its relationship with objects, has always been able to record social changes, transfers between public and private dimensions. Understanding how relevant houses are, architects of the XXth century designed furniture and furnishings, in an enlightened conjunction between architecture and design. However, today this approach has been left apart. First of all, we wondered what the objects in the house are and what relations exist among them, the inhabitant and the space. Did these relationships change through the years? Do they remain stable during life? Therefore, this thesis aims to highlight the importance, both for the inhabitant and the architect, of being aware of connection with things. In particular, how can designers involve them in their work? Can they be an impulse that influences spatial configuration and its uses from the beginning? We tried to answer these questions, interpreting transformations in living and set the bases for building future homes.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-giu-2021
2019/2020
Da sempre gli oggetti hanno esercitato un grande fascino sugli uomini: nessuno può negare di aver sperimentato almeno una volta nella vita una stretta relazione con una cosa. In quest’epoca in cui domina il materialismo, gli oggetti hanno assunto un’importanza ancora maggiore: da un lato li accumuliamo e consumiamo con una certa superficialità, considerandoli banali, dall’altro numerose discipline concentrano le proprie attenzioni su di essi, dimostrando quanto in realtà sia rilevante il loro ruolo per la società. Le cose, infatti, per noi esseri umani sono strumenti di rappresentazione, tramite i quali ci conosciamo, ci affermiamo come individui e membri di un gruppo. Il dibattito architettonico attuale pone al centro la dimensione pubblica dell’abitare. Gli oggetti invece sono legati alla scala del singolo, allo spazio interno, alla casa, in cui ognuno li possiede. La sfera domestica pur accantonata ai margini del dibattito contemporaneo, è ancora il tempio dell’io e, nel suo rapporto con gli oggetti, si è sempre dimostrata capace di registrare i cambiamenti sociali, i travasi tra sfera pubblica e privata. Gli architetti del Novecento, compresa l’importanza della casa, si sono dedicati anche alla progettazione di mobili e suppellettili, in un’illuminata unione tra architettura e design. Tuttavia, oggi questo atteggiamento sembra essere stato dimenticato. Ci siamo innanzitutto interrogate su quali sono gli oggetti nella casa e su quali rapporti sussistono tra essi, l’abitante e lo spazio. Queste relazioni sono cambiate nel corso della storia? E ancora, rimangono costanti nella vita di un individuo? Dunque, questa ricerca mira a sottolineare l’importanza, sia per l’abitante che per l’architetto, di una maggiore consapevolezza del rapporto che si ha con le cose. In particolare, come può il progettista coinvolgerle nella progettazione? Possono essere un motore che sin da subito influenza la configurazione dello spazio e dei suoi usi? Abbiamo cercato di rispondere a questi interrogativi, attraverso la lettura delle trasformazioni dell’abitare, contribuendo a porre le basi per costruire un’immagine di futuro.
File allegati
File Dimensione Formato  
2021_06_Martinelli_Mazzola.pdf

accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati

Descrizione: tesi
Dimensione 99.09 MB
Formato Adobe PDF
99.09 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/175481