Travelling along the Italian territory you will be impressed by various examples of abandoned buildings related to the twentieth century, especially the period between first and second World War, during which architecture was a communicative style and an opportunity for fascism to implement new social services. The building heritage of those years can be reconverted to new uses through a selection process which gives priority to interventions able to produce significant design actions from the point of view of typological and compositional characteristics, related to the innovative use of materials and construction techniques. Looking for a balance between the restore of the original identity and "lawful modification", following the relationship between shape and functions peculiar of modern architecture, Casa del Fascio of Caravaggio seems an obvious example useful to show the importance between conservation and modern renewal. The building, built in the mid-1930s, is now completely abandoned, despite its historical and architectural relevance. A complex preliminary phase made it possible to know the genesis of the project according to typological, figurative and construction choices. The lack of traceable documentation from the entities that built and used the Casa del Fascio, joined with the memories of some citizens of Caravaggio, led the research towards the main designer of the opera, whose son still preserves the professional archive. The project, winner of a competition, started in 1934 and then modified in 1935 by Giuseppe Rossi from Treviglio, who has been helped, probably due to a regime's decision, by Alziro Bergonzo, a well-known architect from Bergamo. The building follows an L-shape planimetry, which is result of an orthogonal composition of two parallelepiped, plus the space of a memorial: a large open rectangular floor, closed inside pillars, arches and columns connected by a beam aligned with the crowning of the building. Despite of the exterior of the building is the result of a dualism between rationalist influences and references to classical tradition, the interior has an altimetric complexity due to the different height of floors that are connected by a single large staircase, developed around an empty triple-height body. During the Second World War, the building was looted and destroyed and, after the end of the Fascist regime, it was target of tough removal of Fascism decorations. However, the biggest damaged was caused when the building was managed by the town council and transformed into spaces for poor families, despite it was not ideal for non-public uses. The reuse project of Casa del Fascio of Caravaggio, stalled since 2004, is based on three steps: the recognition of its public role in the urban-context; the protection of its identity; the spaces update based of new requirements without losing the foundation. The proposal to move Casa del Fascio towards cultural uses is pertinent to the characteristics of the environments hosted in the nearby Monastery of San Bernardino where there is the Library; together, they can create an additional cultural area for people in the south-west area of Caravaggio. The new functions are different for each level of the building: main access stays at the memorial floor but the layout around the staircase changes. The introduction of an auditorium, enclosed in the monumental area and connected to the main body, fulfill the features of the new structure without modifying its historical traits. The design process - from research on other Case del Fascio to the study of recovery methodologies and from the design of architectural adjustments to the definition of the solutions adopted at the construction scale - wants to show the potential of an action aimed to protect and defend the architectural asset.

Percorrendo il territorio italiano non si può non rimanere colpiti dai numerosi esempi di architetture abbandonate che testimoniano il XX secolo, in particolare del periodo che intercorre tra i due conflitti mondiali, in cui l’architettura fu strumento di comunicazione e occasione di nuovi servizi sociali attuati del regime fascista. Il patrimonio edilizio prodotto in quegli anni può essere recuperato a nuovi usi tramite un processo di selezione che permetta di privilegiare gli interventi testimoni di azioni progettuali significative dal punto di vista dei caratteri tipologici e compositivi, che si relazionano all’impiego innovativo dei materiali e delle tecniche costruttive. Per un recupero equilibrato tra tutela dei caratteri identitari originali e “lecita modifica”, nell’ambito della relazione tra forma e funzione che caratterizza l’architettura moderna, la Casa del Fascio di Caravaggio appare un caso di evidente rilevanza dimostrativa tra conservazione e rinnovamento per il riuso dell’architettura moderna. L’edificio, realizzato alla metà degli anni ’30 del Novecento, si presenta oggi completamente abbandonato e in cattivo stato di conservazione, nonostante la sua importanza storica e architettonica. Una complessa fase istruttoria ha permesso di conoscere la genesi progettuale dell’intervento rispetto al principio insediativo e alle scelte tipologiche, figurative e costruttive. La carenza di documentazione rintracciabile presso gli enti comunali e statali che nel passato hanno realizzato e utilizzato la Casa del Fascio, e i ricordi di alcuni cittadini di Caravaggio sugli avvenimenti che hanno riguardato l’edificio, hanno indirizzato le ricerche nei confronti del progettista principale dell’opera, il cui figlio conserva ancora l’archivio professionale. Il progetto, vincitore di un concorso, fu infatti redatto nel 1934 e successivamente modificato nel 1935 dall’ingegner Giuseppe Rossi di Treviglio, a cui solo in secondo momento, probabilmente per decisione del regime, fu affiancato Alziro Bergonzo, noto architetto di Bergamo. L’edificio risulta caratterizzato da uno sviluppo planimetrico a L, ottenuto dalla composizione ortogonale di due corpi parallelepipedi, a cui è aggiunto lo spazio commemorativo del sacrario: un ampio piano rettangolare aperto, perimetrato sui fronti principali da un recinto monumentale costituito da pilastri, archi e colonne collegate da un architrave allineato al coronamento dell’edificio. Se l’esterno dell’edificio è il risultato di un dualismo tra influenze razionaliste e riferimenti alla tradizione classica, l’interno è contraddistinto dalla complessità altimetrica originata dallo sfalsamento delle quote di imposta dei vari piani che sono raccordati da un unico grande corpo scala, sviluppato attorno a un vuoto centrale a tripla altezza. Durante il secondo conflitto mondiale l’edificio subì saccheggi e distruzioni a cui, con la caduta del regime fascista, seguì una fase di incuria e la brutale rimozione dei principali riferimenti decorativi inneggianti al regime. È però durante l’affidamento all’Amministrazione Comunale che l’edificio ha subito i danni maggiori con la trasformazione dei suoi spazi in alloggi temporanei per famiglie in difficoltà, nonostante le caratteristiche dello stabile non offrissero soluzioni ideali per adibirlo a un uso diverso da quello collettivo pubblico. Il progetto per il riuso della Casa del Fascio di Caravaggio, che giace in completo stato di abbandono dal 2004, si basa su tre passaggi fondamentali: il riconoscimento del suo ruolo collettivo pubblico a livello urbano; la tutela del suo evidente carattere identitario rispetto alle differenti tipologie indagate; l’aggiornamento degli spazi alle nuove esigenze funzionali in accordo con la matrice esistente. La proposta di destinare gli spazi della Casa del Fascio a usi culturali individua un tipo di attività congruente con le caratteristiche degli ambienti a disposizione e complementari a quelle ospitate nel vicino Monastero di San Bernardino in cui oggi ha sede la Biblioteca Comunale, costituendo con essa un presidio culturale indirizzato ad incrementare la dotazione dei servizi per i residenti nella zona sud-ovest di Caravaggio. Le nuove funzioni risultano differenziate ad ogni livello dell’edificio, confermando l’accesso principale al piano del sacrario e rivalutando l’impostazione distributiva che verte sul grande corpo scala esistente. Il vasto piano del sacrario è aggiornato nel suo ruolo originario di spazio collettivo tramite l’introduzione di un nuovo volume adibito ad auditorium, inserito nel recinto monumentale e collegato al corpo principale, per completare la dotazione funzionale della nuova struttura senza modificarne le peculiarità figurative che da sempre caratterizzano l’insieme. Il processo progettuale – dalla ricerca tipologica sulle Case del Fascio allo studio delle metodologie per il recupero architettonico e dalla progettazione degli adeguamenti architettonici alla definizione delle soluzioni adottate con la scala di dettaglio costruttivo – sostiene l’obiettivo di dimostrare le potenzialità di un’azione di tutela attiva indirizzata a considerare la “continuità critica” del bene architettonico.

Casa del Fascio di Caravaggio. Storia e progetto per il recupero dell'architettura moderna

Danelli, Daniele
2020/2021

Abstract

Travelling along the Italian territory you will be impressed by various examples of abandoned buildings related to the twentieth century, especially the period between first and second World War, during which architecture was a communicative style and an opportunity for fascism to implement new social services. The building heritage of those years can be reconverted to new uses through a selection process which gives priority to interventions able to produce significant design actions from the point of view of typological and compositional characteristics, related to the innovative use of materials and construction techniques. Looking for a balance between the restore of the original identity and "lawful modification", following the relationship between shape and functions peculiar of modern architecture, Casa del Fascio of Caravaggio seems an obvious example useful to show the importance between conservation and modern renewal. The building, built in the mid-1930s, is now completely abandoned, despite its historical and architectural relevance. A complex preliminary phase made it possible to know the genesis of the project according to typological, figurative and construction choices. The lack of traceable documentation from the entities that built and used the Casa del Fascio, joined with the memories of some citizens of Caravaggio, led the research towards the main designer of the opera, whose son still preserves the professional archive. The project, winner of a competition, started in 1934 and then modified in 1935 by Giuseppe Rossi from Treviglio, who has been helped, probably due to a regime's decision, by Alziro Bergonzo, a well-known architect from Bergamo. The building follows an L-shape planimetry, which is result of an orthogonal composition of two parallelepiped, plus the space of a memorial: a large open rectangular floor, closed inside pillars, arches and columns connected by a beam aligned with the crowning of the building. Despite of the exterior of the building is the result of a dualism between rationalist influences and references to classical tradition, the interior has an altimetric complexity due to the different height of floors that are connected by a single large staircase, developed around an empty triple-height body. During the Second World War, the building was looted and destroyed and, after the end of the Fascist regime, it was target of tough removal of Fascism decorations. However, the biggest damaged was caused when the building was managed by the town council and transformed into spaces for poor families, despite it was not ideal for non-public uses. The reuse project of Casa del Fascio of Caravaggio, stalled since 2004, is based on three steps: the recognition of its public role in the urban-context; the protection of its identity; the spaces update based of new requirements without losing the foundation. The proposal to move Casa del Fascio towards cultural uses is pertinent to the characteristics of the environments hosted in the nearby Monastery of San Bernardino where there is the Library; together, they can create an additional cultural area for people in the south-west area of Caravaggio. The new functions are different for each level of the building: main access stays at the memorial floor but the layout around the staircase changes. The introduction of an auditorium, enclosed in the monumental area and connected to the main body, fulfill the features of the new structure without modifying its historical traits. The design process - from research on other Case del Fascio to the study of recovery methodologies and from the design of architectural adjustments to the definition of the solutions adopted at the construction scale - wants to show the potential of an action aimed to protect and defend the architectural asset.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-giu-2021
2020/2021
Percorrendo il territorio italiano non si può non rimanere colpiti dai numerosi esempi di architetture abbandonate che testimoniano il XX secolo, in particolare del periodo che intercorre tra i due conflitti mondiali, in cui l’architettura fu strumento di comunicazione e occasione di nuovi servizi sociali attuati del regime fascista. Il patrimonio edilizio prodotto in quegli anni può essere recuperato a nuovi usi tramite un processo di selezione che permetta di privilegiare gli interventi testimoni di azioni progettuali significative dal punto di vista dei caratteri tipologici e compositivi, che si relazionano all’impiego innovativo dei materiali e delle tecniche costruttive. Per un recupero equilibrato tra tutela dei caratteri identitari originali e “lecita modifica”, nell’ambito della relazione tra forma e funzione che caratterizza l’architettura moderna, la Casa del Fascio di Caravaggio appare un caso di evidente rilevanza dimostrativa tra conservazione e rinnovamento per il riuso dell’architettura moderna. L’edificio, realizzato alla metà degli anni ’30 del Novecento, si presenta oggi completamente abbandonato e in cattivo stato di conservazione, nonostante la sua importanza storica e architettonica. Una complessa fase istruttoria ha permesso di conoscere la genesi progettuale dell’intervento rispetto al principio insediativo e alle scelte tipologiche, figurative e costruttive. La carenza di documentazione rintracciabile presso gli enti comunali e statali che nel passato hanno realizzato e utilizzato la Casa del Fascio, e i ricordi di alcuni cittadini di Caravaggio sugli avvenimenti che hanno riguardato l’edificio, hanno indirizzato le ricerche nei confronti del progettista principale dell’opera, il cui figlio conserva ancora l’archivio professionale. Il progetto, vincitore di un concorso, fu infatti redatto nel 1934 e successivamente modificato nel 1935 dall’ingegner Giuseppe Rossi di Treviglio, a cui solo in secondo momento, probabilmente per decisione del regime, fu affiancato Alziro Bergonzo, noto architetto di Bergamo. L’edificio risulta caratterizzato da uno sviluppo planimetrico a L, ottenuto dalla composizione ortogonale di due corpi parallelepipedi, a cui è aggiunto lo spazio commemorativo del sacrario: un ampio piano rettangolare aperto, perimetrato sui fronti principali da un recinto monumentale costituito da pilastri, archi e colonne collegate da un architrave allineato al coronamento dell’edificio. Se l’esterno dell’edificio è il risultato di un dualismo tra influenze razionaliste e riferimenti alla tradizione classica, l’interno è contraddistinto dalla complessità altimetrica originata dallo sfalsamento delle quote di imposta dei vari piani che sono raccordati da un unico grande corpo scala, sviluppato attorno a un vuoto centrale a tripla altezza. Durante il secondo conflitto mondiale l’edificio subì saccheggi e distruzioni a cui, con la caduta del regime fascista, seguì una fase di incuria e la brutale rimozione dei principali riferimenti decorativi inneggianti al regime. È però durante l’affidamento all’Amministrazione Comunale che l’edificio ha subito i danni maggiori con la trasformazione dei suoi spazi in alloggi temporanei per famiglie in difficoltà, nonostante le caratteristiche dello stabile non offrissero soluzioni ideali per adibirlo a un uso diverso da quello collettivo pubblico. Il progetto per il riuso della Casa del Fascio di Caravaggio, che giace in completo stato di abbandono dal 2004, si basa su tre passaggi fondamentali: il riconoscimento del suo ruolo collettivo pubblico a livello urbano; la tutela del suo evidente carattere identitario rispetto alle differenti tipologie indagate; l’aggiornamento degli spazi alle nuove esigenze funzionali in accordo con la matrice esistente. La proposta di destinare gli spazi della Casa del Fascio a usi culturali individua un tipo di attività congruente con le caratteristiche degli ambienti a disposizione e complementari a quelle ospitate nel vicino Monastero di San Bernardino in cui oggi ha sede la Biblioteca Comunale, costituendo con essa un presidio culturale indirizzato ad incrementare la dotazione dei servizi per i residenti nella zona sud-ovest di Caravaggio. Le nuove funzioni risultano differenziate ad ogni livello dell’edificio, confermando l’accesso principale al piano del sacrario e rivalutando l’impostazione distributiva che verte sul grande corpo scala esistente. Il vasto piano del sacrario è aggiornato nel suo ruolo originario di spazio collettivo tramite l’introduzione di un nuovo volume adibito ad auditorium, inserito nel recinto monumentale e collegato al corpo principale, per completare la dotazione funzionale della nuova struttura senza modificarne le peculiarità figurative che da sempre caratterizzano l’insieme. Il processo progettuale – dalla ricerca tipologica sulle Case del Fascio allo studio delle metodologie per il recupero architettonico e dalla progettazione degli adeguamenti architettonici alla definizione delle soluzioni adottate con la scala di dettaglio costruttivo – sostiene l’obiettivo di dimostrare le potenzialità di un’azione di tutela attiva indirizzata a considerare la “continuità critica” del bene architettonico.
File allegati
File Dimensione Formato  
Danelli_T00.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 62.54 MB
Formato Adobe PDF
62.54 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T01.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 1
Dimensione 47.34 MB
Formato Adobe PDF
47.34 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T02.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 2
Dimensione 58.39 MB
Formato Adobe PDF
58.39 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T03.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 3
Dimensione 45.51 MB
Formato Adobe PDF
45.51 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T04.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 4
Dimensione 37.44 MB
Formato Adobe PDF
37.44 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T05.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 5
Dimensione 30.96 MB
Formato Adobe PDF
30.96 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T06.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 6
Dimensione 6.32 MB
Formato Adobe PDF
6.32 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T07.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 7
Dimensione 4.15 MB
Formato Adobe PDF
4.15 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T08.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 8
Dimensione 10.55 MB
Formato Adobe PDF
10.55 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T09.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 9
Dimensione 68.28 MB
Formato Adobe PDF
68.28 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Danelli_T10.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di progetto 10
Dimensione 37.4 MB
Formato Adobe PDF
37.4 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/175560