Increasing digital ubiquity and resulting cyberspace dimension enable multi-presence and flexibility in the world of work, allowing highly collaborative and distributed working practices. In this framework, the place where work happens transform and redefine itself, expanding and compressing in more complex yet separate spatial scenarios between physical and virtual dimensions. The extreme flexibility thus generated, combined with the increasingly collaborative practices demanded by the broader competitive market, creates distributed and hybrid teams worldwide. While there are many advantages to flexible working practices, there are also many challenges, especially amid collaboration. The lack of co-location between workers and what ensues from it, combined with the tension of presence created by oscillating between physicality and virtuality, undermines the overall work collaboration flow. The research findings suggest that the physical and virtual dimensions must work together and balance each other to refine the collaborative experience. By studying work environments and collaboration features in both dimensions, the research aims to identify the relations within people, activity, space, and technology in order to outline and conceive spatial models for new collaborative shared workspaces that blend cyberspace and interior architecture to meet distributed teams’ needs and challenges. Through a spatial design perspective and a meta-design process, strategic design guidelines and integration languages between the two dimensions are defined. Subsequently, following the fundamental research, these principles are elaborated and suggested into two spatial models scenario across physical and virtual realms, responding to multifaceted collaboration processes. The spatial organization and consequent inhabitation of such environments aim to stimulate and strengthen collaboration and dialogue to enable the team to co-create value. The output could be applied and modified according to needs and contexts through an integrated, flexible, and scalable system.

La crescente ubiquità digitale e la conseguente dimensione del cyberspazio consentono multi-presenza e flessibilità nel mondo del lavoro, permettendo pratiche di lavoro altamente collaborative e distribuite. In questo contesto, il luogo in cui avviene il lavoro si trasforma e si ridefinisce, espandendosi e comprimendosi in scenari spaziali più complessi seppur separati tra dimensione fisica e virtuale. L’estrema flessibilità così generata, unita con le pratiche sempre più collaborative richieste dal mercato, crea team distribuiti e ibridi in tutto il mondo. Sebbene diversi sono i vantaggi riscontrabili in pratiche flessibili lavorative, molte sono anche le sfide, specialmente in termini collaborativi. La mancanza di co-locazione tra i lavoratori e ciò che ne consegue, combinata con la tensione di presenza creata dall’oscillazione tra fisicità e virtualità, mina il complessivo flusso lavorativo. I risultati della ricerca suggeriscono che le dimensioni fisiche e virtuali devono lavorare insieme ed equilibrarsi per rifinire l’esperienza collaborativa. Studiando gli ambienti di lavoro e le caratteristiche di collaborazione in entrambe le dimensioni, la ricerca mira ad identificare le relazioni tra persone, attività, spazio e tecnologia per delineare e concepire modelli spaziali per nuovi spazi di lavoro collaborativi condivisi che fondono cyberspazio e architettura d’interni al fine di soddisfare le esigenze e le sfide dei team distribuiti. Attraverso una prospettiva di spatial design ed un processo metaprogettuale, sono definite linee guida progettuali strategiche e linguaggi di integrazione tra le due dimensioni. Successivamente, seguendo l’intera ricerca, questi principi vengono elaborati e suggeriti in due modelli spaziali, rispondenti agli sfaccettati processi collaborativi. L’organizzazione spaziale e la conseguente occupazione di tali ambienti hanno lo scopo di stimolare e rafforzare la collaborazione ed il dialogo per permettere al team di co-creare valore. L’output potrebbe essere applicato e modificato a seconda delle esigenze e dei contesti attraverso un sistema integrato, flessibile e scalabile.

Collaborative workspaces across physical and virtual realities : shaping interconnected environments through a spatial design approach

Averno, Gabriella
2019/2020

Abstract

Increasing digital ubiquity and resulting cyberspace dimension enable multi-presence and flexibility in the world of work, allowing highly collaborative and distributed working practices. In this framework, the place where work happens transform and redefine itself, expanding and compressing in more complex yet separate spatial scenarios between physical and virtual dimensions. The extreme flexibility thus generated, combined with the increasingly collaborative practices demanded by the broader competitive market, creates distributed and hybrid teams worldwide. While there are many advantages to flexible working practices, there are also many challenges, especially amid collaboration. The lack of co-location between workers and what ensues from it, combined with the tension of presence created by oscillating between physicality and virtuality, undermines the overall work collaboration flow. The research findings suggest that the physical and virtual dimensions must work together and balance each other to refine the collaborative experience. By studying work environments and collaboration features in both dimensions, the research aims to identify the relations within people, activity, space, and technology in order to outline and conceive spatial models for new collaborative shared workspaces that blend cyberspace and interior architecture to meet distributed teams’ needs and challenges. Through a spatial design perspective and a meta-design process, strategic design guidelines and integration languages between the two dimensions are defined. Subsequently, following the fundamental research, these principles are elaborated and suggested into two spatial models scenario across physical and virtual realms, responding to multifaceted collaboration processes. The spatial organization and consequent inhabitation of such environments aim to stimulate and strengthen collaboration and dialogue to enable the team to co-create value. The output could be applied and modified according to needs and contexts through an integrated, flexible, and scalable system.
VERGANI, FRANCESCO
ARC III - Scuola del Design
9-giu-2021
2019/2020
La crescente ubiquità digitale e la conseguente dimensione del cyberspazio consentono multi-presenza e flessibilità nel mondo del lavoro, permettendo pratiche di lavoro altamente collaborative e distribuite. In questo contesto, il luogo in cui avviene il lavoro si trasforma e si ridefinisce, espandendosi e comprimendosi in scenari spaziali più complessi seppur separati tra dimensione fisica e virtuale. L’estrema flessibilità così generata, unita con le pratiche sempre più collaborative richieste dal mercato, crea team distribuiti e ibridi in tutto il mondo. Sebbene diversi sono i vantaggi riscontrabili in pratiche flessibili lavorative, molte sono anche le sfide, specialmente in termini collaborativi. La mancanza di co-locazione tra i lavoratori e ciò che ne consegue, combinata con la tensione di presenza creata dall’oscillazione tra fisicità e virtualità, mina il complessivo flusso lavorativo. I risultati della ricerca suggeriscono che le dimensioni fisiche e virtuali devono lavorare insieme ed equilibrarsi per rifinire l’esperienza collaborativa. Studiando gli ambienti di lavoro e le caratteristiche di collaborazione in entrambe le dimensioni, la ricerca mira ad identificare le relazioni tra persone, attività, spazio e tecnologia per delineare e concepire modelli spaziali per nuovi spazi di lavoro collaborativi condivisi che fondono cyberspazio e architettura d’interni al fine di soddisfare le esigenze e le sfide dei team distribuiti. Attraverso una prospettiva di spatial design ed un processo metaprogettuale, sono definite linee guida progettuali strategiche e linguaggi di integrazione tra le due dimensioni. Successivamente, seguendo l’intera ricerca, questi principi vengono elaborati e suggeriti in due modelli spaziali, rispondenti agli sfaccettati processi collaborativi. L’organizzazione spaziale e la conseguente occupazione di tali ambienti hanno lo scopo di stimolare e rafforzare la collaborazione ed il dialogo per permettere al team di co-creare valore. L’output potrebbe essere applicato e modificato a seconda delle esigenze e dei contesti attraverso un sistema integrato, flessibile e scalabile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/176008