Weaving Tirana. The crossroad between East and West

Tirana is a quite young European capital which is under a deep and fast process of transformation, concerning the suburbs as well as the center of the city. Architecture in Tirana tells about the history of a country that has always been on the boundary between the Eastern and Western world, the Byzantine Empyre and the Roman Empyre, the Ottomans and the Franks, the communist regime and the fascist one, the Islamic world and the Christian one. The goal of this project is to redesign some fragments within the center of Tirana, which are strategic for a further sustainable development of the city and for stressing the historic as well as natural power of its urban landscape. Those fragments need to be linked together by a unique system meant to bring quality of the space, implementing slow mobility against the heavy one, increase the amount of green in order to better reconnect the ecologic network of the territory. The main focus of this transformation in the city is a former communist building called “the Pyramid”, which is the strongest witness of the long-lasting regime lead by Enver Hoxha. The presence of this architecture has been fighting with the context of the new, developing Tirana which the current politics want to make match with the image of a contemporary, commercial and mass-tourism-centered city. Through a soft critic of the current project for the pyramid, the aim is to propose an alternative solution which fully embraces the historic meaning of the building instead of denying it or hiding. The challenge consists into satisfy the vocation of this building to become one of the main monuments of Tirana, by making the citizens to appreciate its hidden beauty while tourists can learn about its history which also can express positive values of the Albanian culture.

Tirana è una capitale europea relativamente giovane la quale attualmente riscontra una veloce e profondo processo di trasformazione che riguarda sia le zone periferiche che il centro. L’architettura Tiranese testimonia di una nazione che è sempre stata un crocevia tra l’Oriente e l’Occidente, dunque contesa tra L’Impero Bizantino e l’Impero Romano, tra Ottomani e Franchi, tra regime comunista e fascismo, tra la il mondo Islamico e quello Cristiano. Lo scopo del progetto è ridisegnare alcuni frammenti nel centro di Tirana i quali risultano strategici per un futuro sviluppo sostenibile della città e per evidenziare la simbologia storica così come la natura presenti nel paesaggio urbano. Questi frammenti necessitano di essere uniti in un unico sistema concepito per introdurre qualità spaziale, implementare la viabilità dolce a sfavore del traffico veicolare, aumentare la presenza di verde urbano in modo da riconnettere la rete ecologica. Il focus principale di questa trasformazione è un edificio dismesso in stile comunista chiamato “la piramide” che è al momento la più forte testimonianza del lungo regime dittatoriale guidato da Enver Hoxha. La presenza di questa architettura si è posta in conflitto con il contesto della nuova Tirana in evoluzione, la quale viene interpretata dalla attuale politica come una città contemporanea, progressista e volta ad attirare il turismo. Attraverso una breve critica al progetto già approvato per il riutilizzo della piramide, si vuole proporre una soluzione alternativa che vada ad affermare appieno il valore simbolico di questo edificio piuttosto che negarlo o nasconderlo. La sfida consiste nel soddisfare la vocazione della piramide a diventare uno dei principali monumenti della città, facendo riscoprire ai cittadini il suo valore estetico mentre i turisti potranno imparare della storia che lo ha generato e che testimonia anche valori positivi della nuova società albanese.