In these last years, we have witnessed the arrival on the market of many AI-powered devices, especially in the form of smart assistants produced by big companies such as Amazon, Google, Apple and so on. The arrival of virtual assistants in users' lives has led to a need for a physical embodiment, thus giving to them a tangible shape to interact with. These devices are meant to learn through the conversations they have with users while helping them accomplish their daily tasks through their skills and applications. However, various researches confirm that while the devices enter people’s homes they do not tend to give a valuable and meaningful contribution to their users, often resulting in feelings of disappointment and frustration. At this moment the technology development in the context of smart assistants doesn’t allow them to behave in a human-like way. Even though domotic systems are meant to give a practical contribution to smart homes organization there still is a lack of awareness in the design, both from the experience and from the interaction point of view, which results in a lack of understanding. Narrowing the field to smart speakers, their general simplicity hides a deep complexity determined by numerous features and this complexity is not only a problem for the final users but also from a designer’s perspective. This thesis explores the possibilities of building a closer relationship between users and their smart speakers, which could help them understand the assistants’ benefits more easily and to use them in a way that brings a positive contribution to their lives. The goal is to start reasoning about making Smart Speakers more empathetic, in order to make them have a positive impact on people’s lives.

Negli ultimi anni abbiamo potuto osservare l’arrivo sul mercato di molti dispositivi provvisti di Intelligenza Artificiale, specialmente sotto forma di assistenti smart prodotti da importanti aziende come Amazon, Google, Apple ed altre. L’arrivo di assistenti virtuali nella vita degli utenti ha generato la necessità di una loro traduzione in sostanza fisica, dando loro in questo modo una forma tangibile con cui interagire. Questi dispositivi sono creati per imparare attraverso le conversazioni che sostengono con gli utenti, aiutandoli a compiere azioni quotidiane attraverso le loro skill e applicazioni. Tuttavia, alcune ricerche confermano che mentre i dispositivi entrano a far parte delle case dei loro utenti, tendono a non dare loro un contributo di valore e di significato, spesso generando sensazioni di disappunto e frustrazione. In questo momento lo sviluppo tecnologico nell’ambito degli assistenti virtuali non consente loro di comportarsi in modo umano. Nonostante gli ecosistemi domotici siano stati creati per dare un contributo pratico alla gestione delle abitazioni connesse, c’è ancora una mancanza di consapevolezza nel design, sia dal punto di vista dell’esperienza che da quello dell’interazione, il che risulta in una mancanza di comprensione da parte degli utenti. Riferendoci in particolare agli smart speaker, la loro semplicità formale nasconde una complessità profonda determinata da numerosi fattori, e questa complessità non costituisce un problema soltanto per gli utenti finali ma anche in una prospettiva da designer. Questo elaborato esplora le possibilità che nascerebbero nel costruire delle relazioni più strette tra gli utenti e i loro smart speaker, al fine di aiutare a comprendere meglio i vantaggi che questi ultimi possono portare, ma anche ad utilizzarli in modi che possano contribuire positivamente alle vite di chi li utilizza. L’obiettivo è iniziare una discussione a proposito di come rendere gli smart speaker più empatici, in modo che possano avere un impatto positivo nella vita delle persone.

Friendly artifacts. A human-centred study on empathy in the context of smart speakers

La Salvia, Maria Letizia
2020/2021

Abstract

In these last years, we have witnessed the arrival on the market of many AI-powered devices, especially in the form of smart assistants produced by big companies such as Amazon, Google, Apple and so on. The arrival of virtual assistants in users' lives has led to a need for a physical embodiment, thus giving to them a tangible shape to interact with. These devices are meant to learn through the conversations they have with users while helping them accomplish their daily tasks through their skills and applications. However, various researches confirm that while the devices enter people’s homes they do not tend to give a valuable and meaningful contribution to their users, often resulting in feelings of disappointment and frustration. At this moment the technology development in the context of smart assistants doesn’t allow them to behave in a human-like way. Even though domotic systems are meant to give a practical contribution to smart homes organization there still is a lack of awareness in the design, both from the experience and from the interaction point of view, which results in a lack of understanding. Narrowing the field to smart speakers, their general simplicity hides a deep complexity determined by numerous features and this complexity is not only a problem for the final users but also from a designer’s perspective. This thesis explores the possibilities of building a closer relationship between users and their smart speakers, which could help them understand the assistants’ benefits more easily and to use them in a way that brings a positive contribution to their lives. The goal is to start reasoning about making Smart Speakers more empathetic, in order to make them have a positive impact on people’s lives.
ARC III - Scuola del Design
23-lug-2021
2020/2021
Negli ultimi anni abbiamo potuto osservare l’arrivo sul mercato di molti dispositivi provvisti di Intelligenza Artificiale, specialmente sotto forma di assistenti smart prodotti da importanti aziende come Amazon, Google, Apple ed altre. L’arrivo di assistenti virtuali nella vita degli utenti ha generato la necessità di una loro traduzione in sostanza fisica, dando loro in questo modo una forma tangibile con cui interagire. Questi dispositivi sono creati per imparare attraverso le conversazioni che sostengono con gli utenti, aiutandoli a compiere azioni quotidiane attraverso le loro skill e applicazioni. Tuttavia, alcune ricerche confermano che mentre i dispositivi entrano a far parte delle case dei loro utenti, tendono a non dare loro un contributo di valore e di significato, spesso generando sensazioni di disappunto e frustrazione. In questo momento lo sviluppo tecnologico nell’ambito degli assistenti virtuali non consente loro di comportarsi in modo umano. Nonostante gli ecosistemi domotici siano stati creati per dare un contributo pratico alla gestione delle abitazioni connesse, c’è ancora una mancanza di consapevolezza nel design, sia dal punto di vista dell’esperienza che da quello dell’interazione, il che risulta in una mancanza di comprensione da parte degli utenti. Riferendoci in particolare agli smart speaker, la loro semplicità formale nasconde una complessità profonda determinata da numerosi fattori, e questa complessità non costituisce un problema soltanto per gli utenti finali ma anche in una prospettiva da designer. Questo elaborato esplora le possibilità che nascerebbero nel costruire delle relazioni più strette tra gli utenti e i loro smart speaker, al fine di aiutare a comprendere meglio i vantaggi che questi ultimi possono portare, ma anche ad utilizzarli in modi che possano contribuire positivamente alle vite di chi li utilizza. L’obiettivo è iniziare una discussione a proposito di come rendere gli smart speaker più empatici, in modo che possano avere un impatto positivo nella vita delle persone.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/177499