This research is part of the Modscapes European project, which intends to analyse those cases that, during the twentieth century and in the international context, have led a modernization of the rural landscape. This thesis is deepening one of the two Modscapes’ Italian case study: the reclamation of Pontine Marshes and the construction of New Towns. The new settlements system of Agro Pontino was designed in a geographic area contiguous to the capital city and directly connected to the integral reclamation project elaborated by the agronomist and economist Arrigo Serpieri starting from 1923. Moreover, the reclamation of Agro Pontino is part of government-wider policy priorities based on the two concepts of displacement from the city and ruralisation both reiterated by Mussolini in the famous Ascension Speech pronounced at the Chamber of Deputies on May 26, 1927. It is fundamental to remember that the entire program is supported by the internal colonization started in those same years in order to solve three main national social problem. The first problem is related to the distribution of the workforce represented by war veterans who came back home after the WWI aggravating the national unemployment statistics. The second problem is represented by the high population density of the major Italian urban centres that, in those same years, where heavily transformed by the so called piccone demolitore. The third problem arose from the high number of abandoned, uncultivated, and marshy territories distributed throughout the entire national territory. Most of these lands, thanks to the expropriation policy, were conquered and transformed in agricultural fields. Moreover, with the beginning of the reclamation works starts the so called Battaglia del Grano through which the fascism tried on the one hand to achieve the food self-sufficiency and, on the other, to define a new strong relationship between the man and the land. The architectural and the urban issues played ad key role in this particular background. As a matter of facts, around twenty new settlements were built in the Agro Pontino and Agro Romano territories: five New Towns (Littoria 1932, Sabaudia 1934, Pontinia 1935, Aprilia 1936, Pomezia 1937) and sixteen Rural Villages. The protagonist of these new settlements is the public urban space which defines a new modern urban spatiality where the architecture, with its typological features, plays an important role in the establishment of the settlers on the Modern Rural Landscape and so, in the definition of a new community. However, despite the huge impact of the architectural and urban issues in the definition of these new rural areas, most of the scientific literature related to the case study is based on a political bias and, therefore, on the so called damnatio memoriae. For this reason, this research begins with a preface dedicated to the interpretative keys characterizing the critical debate on Agro Pontino and highlighting on the one hand strengths and weaknesses of the reclamation process and, on the other, those issues that still today deserve to be deepened. The main objectives of this thesis, therefore, can be described as follow: - Overcome the political bias deepening the strong scalar relationship that still exist in the triad Città- Borgo- Podere; - Focus the attention on the New Towns design process understanding the reason behind the definition of “Auteur Cities”. Starting from these assumptions, but without forgetting the historical and political context, this thesis tries to offer a new interpretation of the case study starting from the point of view of an architect. This means to implements that reconnaissance - or that go within the design process matter - in order to highlight those essential compositional elements that characterize the new settlements of Agro Pontino. This specific critical approach allows to achieve two main points. On the one hand it was possible to define those general guidelines that, although not established from a legislative point of view, represent the starting point of the Integral Reclamation Project. On the other hand, it was possible to understand that experimental role played by Agro Pontino in three main issues: in the definition of the new urban discipline, within the national and international academic debate related to the modern towns and, lastly, in the definition of those new building typology arouse from the Thirties.

La tesi qui presentata fa parte del progetto di ricerca europeo Modscapes rivolto allo studio di quei fenomeni che, nel corso del XX secolo all’interno del contesto internazionale, hanno guidato i processi di modernizzazione del paesaggio rurale. In particolare, questa tesi si dedica allo studio di uno dei due casi italiani presenti all’interno del progetto di ricerca: la bonifica delle Paludi Pontine e la costruzione delle Città di Fondazione degli anni Trenta. Quello che oggi è conosciuto come Agro Pontino si innesta sulle antiche Paludi Pontine, un’area geografica contigua alla capitale italiana bonificata sostanzialmente seguendo il progetto elaborato dall’agronomo Arrigo Serpieri a partire dal 1923. La bonifica, insieme alla regimazione delle acque, all’appoderamento e all’innesto dei Centri Urbani Rurali all’interno del nuovo paesaggio rurale, rientra in quella serie di politiche generali volte principalmente al miglioramento delle condizioni di vita all’interno del tessuto urbano. Ci si riferisce, in particolare, alla politica disurbanista anticipata da Mussolini nel Discorso dell’Ascensione pronunciato alla Camera dei deputati il 26 maggio del 1927. Tra queste iniziative diviene fondamentale quella della colonizzazione interna avviata in quegli stessi anni per rispondere a tre ordini di problema: il primo relativo alla distribuzione della forza lavoro rappresentata dai veterani di guerra rientrati in patria aggravando il dato della disoccupazione; il secondo dovuto all’alta densità abitativa dei centri urbani che in quegli stessi anni, sotto il piccone demolitore, cambiavano completamente volto; il terzo, infine, dovuto ai numerosi territori abbandonati, incolti e paludosi distribuiti su tutto il territorio nazionale. Saranno proprio queste aree “disabitate” a rappresentare le così dette conquiste rurali del XX secolo. Inoltre, con la loro trasformazione si darà avvio alla così detta Battaglia del Grano attraverso la quale si tenterà sia di raggiungere l’autosufficienza alimentare che di delineare una nuova relazione tra uomo e terra. All’interno di questo scenario l’architettura e l’urbanistica assumono un ruolo fondamentale. Vengono di fatto costruiti in Agro Pontino e Agro Romano una ventina di insediamenti sperimentali di cui cinque Città di Fondazione (Littoria 1932, Sabaudia 1934, Pontinia 1935, Aprilia 1936, Pomezia 1937) e sedici Borgate Rurali in cui lo spazio pubblico urbano, e di conseguenza l’architettura che lo definisce, diventano centrali da un lato nella ridefinizione del rapporto città-campagna e, dall’altro, nel facilitare l’insediamento dei coloni all’interno del nuovo paesaggio rurale modernista, ovvero nel dare vita ad una nuova comunità. Malgrado però il ruolo fondamentale rivestito da questi temi, il forte impatto del background storico ha spesso portato gli autori interessati alla vicenda pontina ad osservare il caso studio a partire da un certo pregiudizio politico. Per tale ragione la ricerca si apre con un breve focus dedicato alle chiavi di lettura che ne caratterizzano il dibattito critico evidenziando luci e ombre del progetto di bonifica ed enfatizzando quelle tematiche che ancora oggi meritano di essere approfondite. Obiettivo della tesi diventa così quello di astrarre il caso studio dal suo significato politico approfondendo da un lato quel forte rapporto scalare che esiste ancora oggi nella triade Città-Borgo-Podere e, dall’altro, focalizzando l’attenzione su quei processi di definizione dello spazio pubblico urbano in cui l’architettura copre un ruolo così fondamentale da rendere queste nuove realtà vere e proprie “Città d’autore”. Partendo da queste considerazioni, ma senza dimenticare il più generale contesto nazionale ed internazionale, la tesi intende offrire una rilettura del caso studio a partire dal punto di vista dell’architetto, ovvero mettendo in atto una vera e propria perlustrazione. Si tratta, in altre parole di andare dentro alle questioni del progetto col fine di evidenziarne gli elementi compositivi essenziali e le esigenze da cui essi stessi prendono vita. Questo tipo di rilettura critica ha permesso da un lato di individuare le linee guida generali che, seppur non inserite all’interno di un quadro legislativo ben precisato, costituiscono le basi della vicenda pontina e, dall’altro, di comprendere il ruolo sperimentale di quest’ultima all’interno di tre questioni essenziali: nella definizione della nascente disciplina Urbanistica, all’interno del dibattito accademico internazionale sulla città moderna e, infine, nella determinazione di quelle nuove tipologie architettoniche sorte sempre a partire dagli anni Trenta.

Costruire luoghi e comunità. La relazione fra architettura e disegno urbano in Agro Pontino / Constructing places and communities. The relationship between architectural and urban design in Agro Pontino.

MARGIONE, EMANUELA
2020/2021

Abstract

This research is part of the Modscapes European project, which intends to analyse those cases that, during the twentieth century and in the international context, have led a modernization of the rural landscape. This thesis is deepening one of the two Modscapes’ Italian case study: the reclamation of Pontine Marshes and the construction of New Towns. The new settlements system of Agro Pontino was designed in a geographic area contiguous to the capital city and directly connected to the integral reclamation project elaborated by the agronomist and economist Arrigo Serpieri starting from 1923. Moreover, the reclamation of Agro Pontino is part of government-wider policy priorities based on the two concepts of displacement from the city and ruralisation both reiterated by Mussolini in the famous Ascension Speech pronounced at the Chamber of Deputies on May 26, 1927. It is fundamental to remember that the entire program is supported by the internal colonization started in those same years in order to solve three main national social problem. The first problem is related to the distribution of the workforce represented by war veterans who came back home after the WWI aggravating the national unemployment statistics. The second problem is represented by the high population density of the major Italian urban centres that, in those same years, where heavily transformed by the so called piccone demolitore. The third problem arose from the high number of abandoned, uncultivated, and marshy territories distributed throughout the entire national territory. Most of these lands, thanks to the expropriation policy, were conquered and transformed in agricultural fields. Moreover, with the beginning of the reclamation works starts the so called Battaglia del Grano through which the fascism tried on the one hand to achieve the food self-sufficiency and, on the other, to define a new strong relationship between the man and the land. The architectural and the urban issues played ad key role in this particular background. As a matter of facts, around twenty new settlements were built in the Agro Pontino and Agro Romano territories: five New Towns (Littoria 1932, Sabaudia 1934, Pontinia 1935, Aprilia 1936, Pomezia 1937) and sixteen Rural Villages. The protagonist of these new settlements is the public urban space which defines a new modern urban spatiality where the architecture, with its typological features, plays an important role in the establishment of the settlers on the Modern Rural Landscape and so, in the definition of a new community. However, despite the huge impact of the architectural and urban issues in the definition of these new rural areas, most of the scientific literature related to the case study is based on a political bias and, therefore, on the so called damnatio memoriae. For this reason, this research begins with a preface dedicated to the interpretative keys characterizing the critical debate on Agro Pontino and highlighting on the one hand strengths and weaknesses of the reclamation process and, on the other, those issues that still today deserve to be deepened. The main objectives of this thesis, therefore, can be described as follow: - Overcome the political bias deepening the strong scalar relationship that still exist in the triad Città- Borgo- Podere; - Focus the attention on the New Towns design process understanding the reason behind the definition of “Auteur Cities”. Starting from these assumptions, but without forgetting the historical and political context, this thesis tries to offer a new interpretation of the case study starting from the point of view of an architect. This means to implements that reconnaissance - or that go within the design process matter - in order to highlight those essential compositional elements that characterize the new settlements of Agro Pontino. This specific critical approach allows to achieve two main points. On the one hand it was possible to define those general guidelines that, although not established from a legislative point of view, represent the starting point of the Integral Reclamation Project. On the other hand, it was possible to understand that experimental role played by Agro Pontino in three main issues: in the definition of the new urban discipline, within the national and international academic debate related to the modern towns and, lastly, in the definition of those new building typology arouse from the Thirties.
SCAIONI, MARCO
CIARAMELLA, GIANANDREA
29-giu-2021
Constructing places and communities. The relationship between architectural and urban design in Agro Pontino.
La tesi qui presentata fa parte del progetto di ricerca europeo Modscapes rivolto allo studio di quei fenomeni che, nel corso del XX secolo all’interno del contesto internazionale, hanno guidato i processi di modernizzazione del paesaggio rurale. In particolare, questa tesi si dedica allo studio di uno dei due casi italiani presenti all’interno del progetto di ricerca: la bonifica delle Paludi Pontine e la costruzione delle Città di Fondazione degli anni Trenta. Quello che oggi è conosciuto come Agro Pontino si innesta sulle antiche Paludi Pontine, un’area geografica contigua alla capitale italiana bonificata sostanzialmente seguendo il progetto elaborato dall’agronomo Arrigo Serpieri a partire dal 1923. La bonifica, insieme alla regimazione delle acque, all’appoderamento e all’innesto dei Centri Urbani Rurali all’interno del nuovo paesaggio rurale, rientra in quella serie di politiche generali volte principalmente al miglioramento delle condizioni di vita all’interno del tessuto urbano. Ci si riferisce, in particolare, alla politica disurbanista anticipata da Mussolini nel Discorso dell’Ascensione pronunciato alla Camera dei deputati il 26 maggio del 1927. Tra queste iniziative diviene fondamentale quella della colonizzazione interna avviata in quegli stessi anni per rispondere a tre ordini di problema: il primo relativo alla distribuzione della forza lavoro rappresentata dai veterani di guerra rientrati in patria aggravando il dato della disoccupazione; il secondo dovuto all’alta densità abitativa dei centri urbani che in quegli stessi anni, sotto il piccone demolitore, cambiavano completamente volto; il terzo, infine, dovuto ai numerosi territori abbandonati, incolti e paludosi distribuiti su tutto il territorio nazionale. Saranno proprio queste aree “disabitate” a rappresentare le così dette conquiste rurali del XX secolo. Inoltre, con la loro trasformazione si darà avvio alla così detta Battaglia del Grano attraverso la quale si tenterà sia di raggiungere l’autosufficienza alimentare che di delineare una nuova relazione tra uomo e terra. All’interno di questo scenario l’architettura e l’urbanistica assumono un ruolo fondamentale. Vengono di fatto costruiti in Agro Pontino e Agro Romano una ventina di insediamenti sperimentali di cui cinque Città di Fondazione (Littoria 1932, Sabaudia 1934, Pontinia 1935, Aprilia 1936, Pomezia 1937) e sedici Borgate Rurali in cui lo spazio pubblico urbano, e di conseguenza l’architettura che lo definisce, diventano centrali da un lato nella ridefinizione del rapporto città-campagna e, dall’altro, nel facilitare l’insediamento dei coloni all’interno del nuovo paesaggio rurale modernista, ovvero nel dare vita ad una nuova comunità. Malgrado però il ruolo fondamentale rivestito da questi temi, il forte impatto del background storico ha spesso portato gli autori interessati alla vicenda pontina ad osservare il caso studio a partire da un certo pregiudizio politico. Per tale ragione la ricerca si apre con un breve focus dedicato alle chiavi di lettura che ne caratterizzano il dibattito critico evidenziando luci e ombre del progetto di bonifica ed enfatizzando quelle tematiche che ancora oggi meritano di essere approfondite. Obiettivo della tesi diventa così quello di astrarre il caso studio dal suo significato politico approfondendo da un lato quel forte rapporto scalare che esiste ancora oggi nella triade Città-Borgo-Podere e, dall’altro, focalizzando l’attenzione su quei processi di definizione dello spazio pubblico urbano in cui l’architettura copre un ruolo così fondamentale da rendere queste nuove realtà vere e proprie “Città d’autore”. Partendo da queste considerazioni, ma senza dimenticare il più generale contesto nazionale ed internazionale, la tesi intende offrire una rilettura del caso studio a partire dal punto di vista dell’architetto, ovvero mettendo in atto una vera e propria perlustrazione. Si tratta, in altre parole di andare dentro alle questioni del progetto col fine di evidenziarne gli elementi compositivi essenziali e le esigenze da cui essi stessi prendono vita. Questo tipo di rilettura critica ha permesso da un lato di individuare le linee guida generali che, seppur non inserite all’interno di un quadro legislativo ben precisato, costituiscono le basi della vicenda pontina e, dall’altro, di comprendere il ruolo sperimentale di quest’ultima all’interno di tre questioni essenziali: nella definizione della nascente disciplina Urbanistica, all’interno del dibattito accademico internazionale sulla città moderna e, infine, nella determinazione di quelle nuove tipologie architettoniche sorte sempre a partire dagli anni Trenta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/177559