Ambulatorio pediatrico mobile. Progetto

This project was conceived and will be carried out in collaboration with several institutions including: the pediatric hospital of Milan V. Buzzi, the humanitarian association "Friends of deans" and the Politecnico di Milano. The aim is to help the children of Kosovo and Metohija by offering health care to those who cannot afford it. These territories suffered greatly from various conflicts and civil wars, which began after Tito’s death and lasted until 2006. They ended mainly thanks to the intervention of NATO, which still controls the territory. Kosovo’s living conditions, however, continue to be precarious, pollution out of control and sanitation conditions hostage to systems that risk collapse. The health system in Kosovo has become increasingly privatised over the years in order to overcome the shortcomings of public health. In this way, people who are less well off are denied adequate health care. Kosovo is a few hundred kilometres from the Italian border and Italy has played a key role in resolving civil wars and conflicts with Serbia. The association Amici di Decani, born in the monastery Visoki Decani, for many years promotes social activities and community support. In collaboration with Italian doctors, the association has carried out several missions to help the most marginalized people and protect children. The project we will develop is part of a wider program: "DOCS FOR KIM". The first mission ended in June 2018 and the main purpose was to identify the sites and facilities where to carry out the activities. The delegation formed by Dr. Dario Dilillo, paediatrician specialist and project manager, by Dr Ivanka Zdravković Dardi, ophthalmologist, Dr Alessandra Bosetti, clinical dietician and two collaborators of the Uomo Libero onlus, carried out the first reconnaissance of the sites identified to carry out the project. Subsequently, the doctors set up 4 clinics and visited numerous children in the cities of Gračanica, Gornje Kusce, Pasjane and Velika Hoča. In the next mission, instead, the clinics become mobile; that is, some vehicles will be used for pediatric surgeries. Kosovo is a mountainous territory made up of many villages scattered in the mountains, so this mode of intervention allows you to reach even children who live away from the cities. The doctors will visit the patients on 2 vehicles used for pediatric clinics: a camper used for pediatric surgery and a van used for dental surgery. The role we played in this project, Io and Prof. Ravelli, concerns the dental clinic. We have set up and transformed a Fiat Ducato van into a mobile dental clinic, equipping it with all the necessary equipment to carry out the activities. The van’s compartment is the focus of the project, where equipment will be placed to visit patients, etc. Its size is very small, so one of the biggest challenges was to create a functional, ergonomic and safe environment within this small space.

Questo progetto è stato concepito e verrà realizzato in collaborazione con diversi enti tra cui: l’ospedale pediatrico di Milano V. Buzzi, l’associazione umanitaria “Amici di decani” e il Politecnico di Milano. L’obiettivo è quello di aiutare i bambini del Kosovo e Metohija, offrendo un’assistenza sanitaria a chi non se la può permettere. Questi territori hanno sofferto molto a causa di vari conflitti e guerre civili, che sono iniziate dopo la morte di Tito e si sono protratte fino al 2006. Si sono conclusi soprattutto grazie all’intervento della Nato, che presidia ancora il territorio. Le condizioni di vita del Kosovo continuano, però, ad essere precarie, l’inquinamento fuori controllo e le condizioni igienico sanitarie ostaggio di sistemi che rischiano il crollo (come la distribuzione idrica o lo smaltimento dei rifiuti non compatibile con la tutela dell’ambiente). Il sistema sanitario del Kosovo, per sopperire alle lacune della sanità pubblica, è diventato negli anni sempre più privatizzato. In questo modo, viene negata alle persone meno agiate un’assistenza sanitaria adeguata. Il Kosovo dista poche centinaia di chilometri dal confine italiano e l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale per risolvere le guerre civili e i conflitti con la Serbia. L’associazione Amici di Decani, nata nel monastero Visoki Decani, da molti anni promuove attività sociali e di supporto alla comunità. In collaborazione con i medici italiani, l’associazione ha svolto diverse missioni per aiutare le persone più emarginate e tutelare i bambini. Il progetto che svilupperemo fa parte di un più ampio programma: “DOCS FOR KIM”. La prima missione si è conclusa nel giugno 2018 e lo scopo principale è stato quello di individuare i siti e le strutture dove svolgere le attività. La delegazione formata dal dott. Dario Dilillo, specialista pediatra e responsabile del progetto, dalla dott.ssa Ivanka Zdravković Dardi, oculista, dalla dott.ssa Alessandra Bosetti, dietista clinico e da due cooperanti dell’Uomo Libero onlus, ha effettuato la prima ricognizione nei siti individuati per svolgere il progetto. Successivamente, i medici hanno allestito 4 ambulatori e visitato numerosi bambini nelle città di Gračanica, Gornje Kusce, Pasjane e Velika Hoča. Nella prossima missione, invece, gli ambulatori diventano mobili; ovvero alcuni veicoli verrano adibiti ad ambulatori pediatrici. Il kosovo è un territorio montuoso composto da molti villaggi dispersi nelle montagne, quindi questa modalità di intervento permette di raggiungere anche i bambini che abitano lontano dalle città. I medici visiteranno i pazienti su 2 veicoli adibiti ad ambulatori pediatrici: un camper adibito ad ambulatorio pediatrico e un furgone adibito ad ambulatorio odontoiatrico. Il ruolo che abbiamo avuto in questo progetto, Io e il prof. Ravelli, riguarda l’ambulatorio odontoiatrico. Abbiamo allestito e trasformato un furgone Fiat Ducato in un ambulatorio odontoiatrico mobile, dotandolo di tutte le attrezzature necessarie per lo svolgimento delle attività. Il vano del furgone è il fulcro del progetto, dove verranno posizionate le attrezzature per visitare i pazienti, ecc. Le sue dimensioni sono molto ristrette, quindi una delle maggiori sfide è stata quella di creare un ambiente funzionale, ergonomico e sicuro all’interno di questo spazio ridotto.