This research focuses on the abandonment and underutilisation of property, including assets in urban environments. Buildings and lands are unused for a variety of different reasons, but such disuse has two direct and straightforward effects: (i) it leads to negative externalities in the surrounding areas, and (ii) it negatively affects individuals’ perception of an area. This research considers only unused buildings, particularly in Italy. In Italy, the number of buildings that have fallen into disuse, in general terms, is vast. Overall, all publicly owned buildings constitute approximately 1.2 million units (based on a recent report published in 2019 by Ministero dell’Economia e delle Finanze). They belong to different ‘public domains’, including territorial agencies (states, regions, provinces, and municipalities). The estimated value of unused publicly owned buildings in Italy is around 12.2 billion euros, and they cover a total surface area of 20 million square meters. This research critically discusses unused buildings in Italy owned by the public sector. This is because they raise very specific questions and issues about management and regulations. The thesis also pays specific attention to some new initiatives of revitalisation, often raised from the bottom up. Section 1 elucidates the issue of abandonment and disuse in general terms. It also presents the research question, the contemporary situation, and how to critically deal with this issue in political and urban debates. Also, it describes the approach (that is new-institutional), and methodology (that is based on quantitative and comparative analysis) of the research. Section 2 illustrates the Italian context, particularly the normative, the social-economic situation and the new tendency toward revitalisation processes by civic actors. Section 3 provides a sample analysis to discuss these new ‘civic’ experiences to promote the revitalisation of unused buildings. The analysis is based on 45 cases. The case studies provide a general overview of this phenomenon. Section 4 analyses the similarities and dissimilarities of the cases, with specific attention to the conditions fostering these practices. Section 5 discusses the policy guidelines, conditions, and limits for these experiences to occur.

Questa ricerca si occupa dell’abbandono e dell’inutilizzo della proprietà, includendo immobili che si trovano anche nelle aree urbane. Gli immobili, ovvero edifici e terreni, possono non essere utilizzati per diverse motivazioni, ma in questo caso si possono definire due effetti diretti legati a questa situazione. In primo luogo, questo fenomeno porta ad avere esternalità negative dal punto di vista del contesto; in secondo luogo, un edificio non utilizzato può contribuire a creare una percezione negativa dell’area. Questa ricerca considera solamente gli edifici di proprietà pubblica, con particolare riferimento al contesto italiano. In Italia gli edifici che possono essere considerati inutilizzati sono molti. In generale, facendo riferimento agli edifici di proprietà pubblica, un recente report (2019) redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha considerato che questo portafoglio immobiliare si aggira attorno alle 1,2 milioni di unità. Esse appartengono a diverse ‘agenzie pubbliche’, alcune delle quali sono quelle territoriali, come ad esempio: Stato, regioni, province e comuni. La stima di questi edifici è all’incirca di 12,2 miliardi di euro, ed essi coprono una superficie pari a 20 milioni di metri quadri. La ricerca si occupa nello specifico di questi edifici. Ciò perché questo inutilizzo porta con sé specifiche considerazioni sia dal punto di vista della gestione, sia da quello della legislazione. La tesi, inoltre, si concentra su un fenomeno recente, nel quale molte realtà – spesso bottom-up – intervengono su questi edifici attraverso processi di reigenerazione urbana. La sezione 1 presenta, in termini generali, la questione dell’abbandono e dell’inutilizzo, in particolare di edifici. Essa specifica, inoltre, la domanda di ricerca con particolare riferimento al contesto attuale, e si concentra su alcuni aspetti legati ai dibattiti politici e urbani. In questa sezione vengono introdotte anche la metodologia, basata soprattutto sul metodo comparativo qualitativo (QCA analysis), e l’approccio utlizzato per questa ricerca, che è basato su una prospettiva neo-istituzionale. La sezione 2 illustra il contesto italiano, in particolare quello normativo e socio-economico, e indaga le nuove forme di attivazione e rivitalizzazione degli edifici e degli spazi pubblici da parte di civic actors (attori civici). La sezione 3 presenta una selezione di casi studio, necessari per discutere queste nuove pratiche ‘civiche’ atte a promuovere diverse iniziative in edifici pubblici non utilizzati. L’analisi è basata su 45 esperienze di rivitalizzazione. Ciò consente di avere una descrizione abbastanza generale del fenomeno e permette di capire alcuni elementi cruciali legati alla rigenerazione di edifici di proprietà pubblica da parte di civic actors. La sezione 4 analizza i caratteri comuni e le differenze dei diversi casi studio presi in esame, tenendo conto in particolare delle condizioni che hanno permesso il processo di rigenerazione e rivitalizzazione. La conclusioni si basano su alcuni elementi emersi nella sezione precedente, identificano e discutono possibili linee guida, condizioni e limitazioni di queste esperienze civiche.

The role of civic actors in the revitalisation of unused public buildings

BELLÈ, BEATRICE MARIA
2020/2021

Abstract

This research focuses on the abandonment and underutilisation of property, including assets in urban environments. Buildings and lands are unused for a variety of different reasons, but such disuse has two direct and straightforward effects: (i) it leads to negative externalities in the surrounding areas, and (ii) it negatively affects individuals’ perception of an area. This research considers only unused buildings, particularly in Italy. In Italy, the number of buildings that have fallen into disuse, in general terms, is vast. Overall, all publicly owned buildings constitute approximately 1.2 million units (based on a recent report published in 2019 by Ministero dell’Economia e delle Finanze). They belong to different ‘public domains’, including territorial agencies (states, regions, provinces, and municipalities). The estimated value of unused publicly owned buildings in Italy is around 12.2 billion euros, and they cover a total surface area of 20 million square meters. This research critically discusses unused buildings in Italy owned by the public sector. This is because they raise very specific questions and issues about management and regulations. The thesis also pays specific attention to some new initiatives of revitalisation, often raised from the bottom up. Section 1 elucidates the issue of abandonment and disuse in general terms. It also presents the research question, the contemporary situation, and how to critically deal with this issue in political and urban debates. Also, it describes the approach (that is new-institutional), and methodology (that is based on quantitative and comparative analysis) of the research. Section 2 illustrates the Italian context, particularly the normative, the social-economic situation and the new tendency toward revitalisation processes by civic actors. Section 3 provides a sample analysis to discuss these new ‘civic’ experiences to promote the revitalisation of unused buildings. The analysis is based on 45 cases. The case studies provide a general overview of this phenomenon. Section 4 analyses the similarities and dissimilarities of the cases, with specific attention to the conditions fostering these practices. Section 5 discusses the policy guidelines, conditions, and limits for these experiences to occur.
GAETA, LUCA
MORONI, STEFANO
9-lug-2021
The role of civic actors in the revitalisation of unused public buildings
Questa ricerca si occupa dell’abbandono e dell’inutilizzo della proprietà, includendo immobili che si trovano anche nelle aree urbane. Gli immobili, ovvero edifici e terreni, possono non essere utilizzati per diverse motivazioni, ma in questo caso si possono definire due effetti diretti legati a questa situazione. In primo luogo, questo fenomeno porta ad avere esternalità negative dal punto di vista del contesto; in secondo luogo, un edificio non utilizzato può contribuire a creare una percezione negativa dell’area. Questa ricerca considera solamente gli edifici di proprietà pubblica, con particolare riferimento al contesto italiano. In Italia gli edifici che possono essere considerati inutilizzati sono molti. In generale, facendo riferimento agli edifici di proprietà pubblica, un recente report (2019) redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha considerato che questo portafoglio immobiliare si aggira attorno alle 1,2 milioni di unità. Esse appartengono a diverse ‘agenzie pubbliche’, alcune delle quali sono quelle territoriali, come ad esempio: Stato, regioni, province e comuni. La stima di questi edifici è all’incirca di 12,2 miliardi di euro, ed essi coprono una superficie pari a 20 milioni di metri quadri. La ricerca si occupa nello specifico di questi edifici. Ciò perché questo inutilizzo porta con sé specifiche considerazioni sia dal punto di vista della gestione, sia da quello della legislazione. La tesi, inoltre, si concentra su un fenomeno recente, nel quale molte realtà – spesso bottom-up – intervengono su questi edifici attraverso processi di reigenerazione urbana. La sezione 1 presenta, in termini generali, la questione dell’abbandono e dell’inutilizzo, in particolare di edifici. Essa specifica, inoltre, la domanda di ricerca con particolare riferimento al contesto attuale, e si concentra su alcuni aspetti legati ai dibattiti politici e urbani. In questa sezione vengono introdotte anche la metodologia, basata soprattutto sul metodo comparativo qualitativo (QCA analysis), e l’approccio utlizzato per questa ricerca, che è basato su una prospettiva neo-istituzionale. La sezione 2 illustra il contesto italiano, in particolare quello normativo e socio-economico, e indaga le nuove forme di attivazione e rivitalizzazione degli edifici e degli spazi pubblici da parte di civic actors (attori civici). La sezione 3 presenta una selezione di casi studio, necessari per discutere queste nuove pratiche ‘civiche’ atte a promuovere diverse iniziative in edifici pubblici non utilizzati. L’analisi è basata su 45 esperienze di rivitalizzazione. Ciò consente di avere una descrizione abbastanza generale del fenomeno e permette di capire alcuni elementi cruciali legati alla rigenerazione di edifici di proprietà pubblica da parte di civic actors. La sezione 4 analizza i caratteri comuni e le differenze dei diversi casi studio presi in esame, tenendo conto in particolare delle condizioni che hanno permesso il processo di rigenerazione e rivitalizzazione. La conclusioni si basano su alcuni elementi emersi nella sezione precedente, identificano e discutono possibili linee guida, condizioni e limitazioni di queste esperienze civiche.
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