La finestra e De Carlo. La finestra come elemento di dialogo tra uomo e territorio

The study of the element of the window, in its most diverse variations and types, aims to analyze the relationships that are generated between man and in which he settles: it is in fact possible to read a series of information on the building starting only from reading of its windows; from the technologies used to the link with the territory, from the intended use to the consequent articulation of the spaces. The window is therefore the fulcrum of this research, both in the elaboration of the theoretical aspects - whose guides are inspired by the studies and writings of Giancarlo De Carlo - and in the search for a design methodology. Starting from an analysis of the element, from the primordial conception of opening and from a geometric and formal point of view, the evolution of the window is traced, to study the different types of relationships between individual and society, between community and territory. De Carlo’s territory is understood as the set of components, which are neither autonomous nor divided - and cannot be - linked by relationships of interdependence, necessity and correspondence. It is open, dynamic and changeable; which contains the presence of human beings and any living species, of the countryside and the city, of the suburbs and historic centers. In this sense, I analyze the windows in De Carlo’s projects, trying to graphically capture their relationships. By first extracting the relationship between the built and the context, then focusing on how the windows open in the collective and exchange areas. What role do they play? How do they welcome, if they do, people in the community? How, on the other hand, do they isolate the individual in their own personal sphere, if they have to? And how do they connect it to what is around? The thesis is articulated on the search for answers to these questions, and on the curiosity and fascination that Giancarlo De Carlo’s making architecture immediately transmitted to me; with the fact that architecture must be so that it is lived and so that it can transform and evolve with those who live there.

Lo studio dell’elemento della finestra, nelle sue più diverse variazioni e tipologie, mira ad analizzare i rapporti che si generano tra l’uomo ed il contesto nel quale si insedia: è infatti possibile leggere una serie di informazioni sull’edificio partendo solo dalla lettura delle sue finestre; dalle tecnologie adoperate al legame con il territorio, dalla destinazione d’uso alla conseguente articolazione degli spazi. La finestra è quindi il fulcro di questa ricerca, sia nell’elaborazione degli aspetti teorici - le cui linee guida sono ispirate agli studi e scritti di Giancarlo De Carlo - sia nella ricerca di una metodologia progettuale. Partendo da una analisi dell’elemento, dalla concezione primordiale di apertura e dal punto di vista geometrico e formale, si ripercorre l’evoluzione della finestra, per studiare i differenti tipi di rapporti tra individuo e società, tra collettività e territorio. Il territorio decarliano è inteso come l’insieme di componenti, che non sono autonome né tanto meno divise - e non possono esserlo - legate da rapporti di interdipendenza, necessità e di corrispondenza. È aperto, dinamico e mutevole; che racchiude la presenza degli esseri umani e di qualsiasi specie vivente, della campagna come della città, delle periferie come dei centri storici. In questo senso analizzo le finestre nei progetti di De Carlo cercando di catturarne graficamente i rapporti. Estraendo prima il rapporto tra edificato e contesto, in seguito concentrandomi su come le finestre si comportano nelle aree collettive e di scambio. Che ruolo hanno? Come accolgono, se lo fanno, le persone nella collettività? Come invece isolano, se devono, l’individuo nella propria sfera personale? E come lo connettono a ciò che sta intorno? Sulla ricerca di risposte a queste domande si articola la tesi, e sulla curiosità ed il fascino che da subito il fare architettura di Giancarlo De Carlo mi ha trasmesso; con la convinzione che l’architettura debba essere fatta perché sia vissuta e perché si possa trasformare ed evolvere con chi la abita.