As tourists visiting historical landmarks worldwide, we often get caught in witnessing and celebrating the decadence and the destruction brought upon us by the passage of time. Although most of these monuments result in well-organized and acclaimed archeological museums, many unknown but equally beautiful ruins remain in the darkness of abandonment. These buildings’ alienation from their surroundings often translates into a disruption of the identity of the place and, as a consequence, into the social fabric, developing a distance between the social dynamics inhabiting the site itself. An enclosed and inaccessible historical place is nothing more than a void trapped inside our cities and villages, stripped of all its architectural and social significance, of its message, meaning, and use. On many occasions, these remains, as in the case of the subject of this thesis; palazzo Lettimi in Rimini, follow an intricate story of non-documented alterations that complicate the restoration process, not only from an architectural point of view but also from a bureaucratic and legislative standpoint. Palazzo Lettimi has probably suffered more damage from the stillness of the city administration regarding its restoration than the Allied bombs that partially destroyed its structure on 28th December of 1943. The phenomenon of uncontrolled reconstruction led by most Italian cities derived into interventions dictated mainly towards an economic recovery than the preservation of historical identity. However, this work’s primary focus is not to condemn the actions that brought the Palazzo to its current state but to analyze and give back these places to their belonging fabric and memory, implementing new spaces for the city and its people. As architecture contributed to the anachronistic isolation of Palazzo Lettimi, it could now reverse its role and aim to restore its significance through the architectural layering, led by the constant relationship of old and new, ruin and new construction. Rebirth does not happen through the spectacularization of a few decayed remains displayed as sculptures in a museum but through filling its spaces with life again.

Come turisti, nel visitare monumenti storici in giro per il mondo, ci troviamo spesso ad ammirare la decadenza e gli effetti del tempo su tali manufatti. Tuttavia, anche se molte di questi diventano famosi e acclamati musei o teatri, altrettante bellissime e ben decorate rovine vengono lasciate in uno stato di triste abbandono. L’alienazione di questi resti, confinati rispetto al contesto, contribuisce a sviluppare una perdita dell’identità del luogo e un allontanamento delle socialità e delle dinamiche cittadine che abitano il luogo stesso. Un luogo permeato dalla storia recintato e inaccessibile, non diventa altro che un vuoto intrappolato all’interno del tessuto delle nostre città e paesi, spogliato di tutto il suo valore architettonico e sociale; del suo uso e del suo significato. In molte occasioni, queste rovine, come nel caso del protagonista di questa tesi, il Palazzo Lettimi a Rimini, seguono una complicata storia di modifiche non documentate che complicano il lavoro di ricostruzione storica e di restauro, non solo dal punto di vista architettonico ma anche di quello burocratico. E’ infatti proprio a causa di ciò che, Palazzo Lettimi, ha ricevuto forse più danni dall’immobilità e dall’eccessivo groviglio legislativo che accompagna l’edilizia storica in Italia, che dalle bombe Alleate, le quali parzialmente distrussero la sua struttura il 28 Dicembre del 1943. Inoltre, il fenomeno della ricostruzione incontrollata degli anni del dopoguerra, portato avanti in molti centri storici italiani, ha promosso molto spesso a interventi volti ad un rapido recupero economico della società rispetto al preservare l’identità storica dei luoghi. Ma la volontà di questo progetto non è condannare, bensì analizzare e ricucire questi luoghi al loro tessuto di appartenenza, al vissuto dimenticato senza però rinunciare alla creazione di nuove dinamiche e spazi per la città del futuro. Così come l’architettura ha contribuito all’isolamento anacronistico del palazzo, è all’opposto anche in grado di restaurare il suo ruolo significativo attraverso la stratificazione architettonica, dettata da il rapporto tra antico e nuovo, rovina e nuova costruzione. Non relegandone i resti come sculture all’interno di un museo ma facendo rivivere i suoi spazi e riempiendoli di vita.

Learning within a ruin : a music school in Palazzo Lettimi

Rognoni, Gabriele
2020/2021

Abstract

As tourists visiting historical landmarks worldwide, we often get caught in witnessing and celebrating the decadence and the destruction brought upon us by the passage of time. Although most of these monuments result in well-organized and acclaimed archeological museums, many unknown but equally beautiful ruins remain in the darkness of abandonment. These buildings’ alienation from their surroundings often translates into a disruption of the identity of the place and, as a consequence, into the social fabric, developing a distance between the social dynamics inhabiting the site itself. An enclosed and inaccessible historical place is nothing more than a void trapped inside our cities and villages, stripped of all its architectural and social significance, of its message, meaning, and use. On many occasions, these remains, as in the case of the subject of this thesis; palazzo Lettimi in Rimini, follow an intricate story of non-documented alterations that complicate the restoration process, not only from an architectural point of view but also from a bureaucratic and legislative standpoint. Palazzo Lettimi has probably suffered more damage from the stillness of the city administration regarding its restoration than the Allied bombs that partially destroyed its structure on 28th December of 1943. The phenomenon of uncontrolled reconstruction led by most Italian cities derived into interventions dictated mainly towards an economic recovery than the preservation of historical identity. However, this work’s primary focus is not to condemn the actions that brought the Palazzo to its current state but to analyze and give back these places to their belonging fabric and memory, implementing new spaces for the city and its people. As architecture contributed to the anachronistic isolation of Palazzo Lettimi, it could now reverse its role and aim to restore its significance through the architectural layering, led by the constant relationship of old and new, ruin and new construction. Rebirth does not happen through the spectacularization of a few decayed remains displayed as sculptures in a museum but through filling its spaces with life again.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-ott-2021
2020/2021
Come turisti, nel visitare monumenti storici in giro per il mondo, ci troviamo spesso ad ammirare la decadenza e gli effetti del tempo su tali manufatti. Tuttavia, anche se molte di questi diventano famosi e acclamati musei o teatri, altrettante bellissime e ben decorate rovine vengono lasciate in uno stato di triste abbandono. L’alienazione di questi resti, confinati rispetto al contesto, contribuisce a sviluppare una perdita dell’identità del luogo e un allontanamento delle socialità e delle dinamiche cittadine che abitano il luogo stesso. Un luogo permeato dalla storia recintato e inaccessibile, non diventa altro che un vuoto intrappolato all’interno del tessuto delle nostre città e paesi, spogliato di tutto il suo valore architettonico e sociale; del suo uso e del suo significato. In molte occasioni, queste rovine, come nel caso del protagonista di questa tesi, il Palazzo Lettimi a Rimini, seguono una complicata storia di modifiche non documentate che complicano il lavoro di ricostruzione storica e di restauro, non solo dal punto di vista architettonico ma anche di quello burocratico. E’ infatti proprio a causa di ciò che, Palazzo Lettimi, ha ricevuto forse più danni dall’immobilità e dall’eccessivo groviglio legislativo che accompagna l’edilizia storica in Italia, che dalle bombe Alleate, le quali parzialmente distrussero la sua struttura il 28 Dicembre del 1943. Inoltre, il fenomeno della ricostruzione incontrollata degli anni del dopoguerra, portato avanti in molti centri storici italiani, ha promosso molto spesso a interventi volti ad un rapido recupero economico della società rispetto al preservare l’identità storica dei luoghi. Ma la volontà di questo progetto non è condannare, bensì analizzare e ricucire questi luoghi al loro tessuto di appartenenza, al vissuto dimenticato senza però rinunciare alla creazione di nuove dinamiche e spazi per la città del futuro. Così come l’architettura ha contribuito all’isolamento anacronistico del palazzo, è all’opposto anche in grado di restaurare il suo ruolo significativo attraverso la stratificazione architettonica, dettata da il rapporto tra antico e nuovo, rovina e nuova costruzione. Non relegandone i resti come sculture all’interno di un museo ma facendo rivivere i suoi spazi e riempiendoli di vita.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/179258