The Stonemasons Workshop of the Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, a workplace where degraded sculptures and spires are replaced with new Candoglia marble reproductions, has a strong artisan production identity dedicated to the city. This almost unknown reality is now facing a serious problem of storage; the marbles of the Duomo, be they decorations, statues or simple blocks, cannot be sold or destroyed by statute. How to cope with an endless production of works of art? The integration of the technologies at our disposal must be combined wisely and critically to stimulate the durability of craftsmanship. The activation of a cycle of education and information can contribute to the durability of this knowledge, through the recovery of on-site apprenticeship on the one hand, and the exhibition of the production process on the other. This could raise the awareness of visitors and at the same time give an extrovert and public role to the place, which is now latent. The area of the Varesina district, so fragmented in a few heterogeneous architectures, marked by empty spaces of industrial disuse, is almost disconnected from urbanity because of the surrounding infrastructures. The project's strategy was to refine, that is, to complete the existing place by adding new, synthetic, similar forms to trigger a dialogue with the surrounding city. "Finishing" also recalls the act of integrating an ornament, which by its very nature is created to be in relation to the city, visible. Hence the idea of inverting the introverted character of the area with four essential buildings, which do not contradict the need for economy of means typical of a construction site, but which assert their autonomy through the use of colour, materiality, a recurring rhythm and refinement down to the scale of detail. The project itself proposes to solve the problem of preserving knowledge while maintaining the sincere expression of the place, becoming the bearer of a way of seeing architecture in which a building becomes sustainable because it is appropriate, and therefore durable.

Il Cantiere Marmisti della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, luogo di lavoro dove sculture e guglie degradate vengono sostituite con nuove riproduzioni in marmo di Candoglia, ha una forte identità produttiva artigianale dedicata alla città. Questa realtà quasi sconosciuta si trova oggi ad affrontare un serio problema di stoccaggio; i marmi del Duomo, siano essi decorazioni, statue o semplici blocchi, non possono essere venduti o distrutti per statuto. Come affrontare una produzione infinita di opere d’arte? L’integrazione delle tecnologie a nostra disposizione deve essere combinata in modo saggio e critico per stimolare la durata del savoir-faire artigianale. L’attivazione di un ciclo di educazione e informazione può contribuire alla durabilità di questo sapere, attraverso il recupero dell’apprendistato in loco da un lato, e l’esposizione del processo produttivo, dall’altro. Questo potrebbe sensibilizzare i visitatori e allo stesso tempo dare un ruolo estroverso e pubblico al luogo, ora latente. L’area del quartiere Varesina, così frammentata in poche architetture eterogenee fra loro, segnata da vuoti di dismissioni industriali, è quasi disconnessa dall’urbanità a causa delle infrastrutture circostanti. Rifinire, cioè completare il luogo esistente aggiungendo nuove forme, sintetiche e affini tra loro, per innescare un dialogo con la città circostante, è stata la strategia di progetto. “Rifinire” richiama anche all’atto di integrare un ornamento, che per sua stessa natura nasce per essere in relazione alla città, visibile. Da qui l’idea di invertire il carattere introverso dell’area con quattro edifici essenziali, che non contraddicono la necessità di economia dei mezzi tipica di un cantiere, ma che affermano la propria autonomia tramite l’uso del colore, della matericità, di un ritmo ricorrente e di una rifinitura fino alla scala del dettaglio. Il progetto si propone in sé di risolvere il problema della conservazione della conoscenza mantenendo l’espressione sincera del luogo, diventando portatore di un modo di vedere l’architettura in cui un edificio diventa sostenibile perché adatto, e quindi durevole.

Rifinitura. Nuovi spazi per il Cantiere Marmisti della Veneranda Fabbrica del Duomo

Rosito, Ada;Bassi, Silvia;Nespoli, Sebastiano
2020/2021

Abstract

The Stonemasons Workshop of the Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, a workplace where degraded sculptures and spires are replaced with new Candoglia marble reproductions, has a strong artisan production identity dedicated to the city. This almost unknown reality is now facing a serious problem of storage; the marbles of the Duomo, be they decorations, statues or simple blocks, cannot be sold or destroyed by statute. How to cope with an endless production of works of art? The integration of the technologies at our disposal must be combined wisely and critically to stimulate the durability of craftsmanship. The activation of a cycle of education and information can contribute to the durability of this knowledge, through the recovery of on-site apprenticeship on the one hand, and the exhibition of the production process on the other. This could raise the awareness of visitors and at the same time give an extrovert and public role to the place, which is now latent. The area of the Varesina district, so fragmented in a few heterogeneous architectures, marked by empty spaces of industrial disuse, is almost disconnected from urbanity because of the surrounding infrastructures. The project's strategy was to refine, that is, to complete the existing place by adding new, synthetic, similar forms to trigger a dialogue with the surrounding city. "Finishing" also recalls the act of integrating an ornament, which by its very nature is created to be in relation to the city, visible. Hence the idea of inverting the introverted character of the area with four essential buildings, which do not contradict the need for economy of means typical of a construction site, but which assert their autonomy through the use of colour, materiality, a recurring rhythm and refinement down to the scale of detail. The project itself proposes to solve the problem of preserving knowledge while maintaining the sincere expression of the place, becoming the bearer of a way of seeing architecture in which a building becomes sustainable because it is appropriate, and therefore durable.
BIRAGHI, MARCO STEFANO
RUSSI, NICOLA PAOLO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
7-ott-2021
2020/2021
Il Cantiere Marmisti della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, luogo di lavoro dove sculture e guglie degradate vengono sostituite con nuove riproduzioni in marmo di Candoglia, ha una forte identità produttiva artigianale dedicata alla città. Questa realtà quasi sconosciuta si trova oggi ad affrontare un serio problema di stoccaggio; i marmi del Duomo, siano essi decorazioni, statue o semplici blocchi, non possono essere venduti o distrutti per statuto. Come affrontare una produzione infinita di opere d’arte? L’integrazione delle tecnologie a nostra disposizione deve essere combinata in modo saggio e critico per stimolare la durata del savoir-faire artigianale. L’attivazione di un ciclo di educazione e informazione può contribuire alla durabilità di questo sapere, attraverso il recupero dell’apprendistato in loco da un lato, e l’esposizione del processo produttivo, dall’altro. Questo potrebbe sensibilizzare i visitatori e allo stesso tempo dare un ruolo estroverso e pubblico al luogo, ora latente. L’area del quartiere Varesina, così frammentata in poche architetture eterogenee fra loro, segnata da vuoti di dismissioni industriali, è quasi disconnessa dall’urbanità a causa delle infrastrutture circostanti. Rifinire, cioè completare il luogo esistente aggiungendo nuove forme, sintetiche e affini tra loro, per innescare un dialogo con la città circostante, è stata la strategia di progetto. “Rifinire” richiama anche all’atto di integrare un ornamento, che per sua stessa natura nasce per essere in relazione alla città, visibile. Da qui l’idea di invertire il carattere introverso dell’area con quattro edifici essenziali, che non contraddicono la necessità di economia dei mezzi tipica di un cantiere, ma che affermano la propria autonomia tramite l’uso del colore, della matericità, di un ritmo ricorrente e di una rifinitura fino alla scala del dettaglio. Il progetto si propone in sé di risolvere il problema della conservazione della conoscenza mantenendo l’espressione sincera del luogo, diventando portatore di un modo di vedere l’architettura in cui un edificio diventa sostenibile perché adatto, e quindi durevole.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/179295