Lazzaretto is an extremely dense and highly populated part of the city of Milan. Over time the area has undergone many architectural and social transformations. At first, it was conceived as an empty space and then it became part of the urban structure. In the last few years, a portion of one of its blocks has been demolished without ever being rebuilt, leaving a void in the heart of this island. Lazaretto is a multi-ethnic place, characterized by a wide cultural pluralism, a central space for the city’s nightlife and for the queer community. It is a place for everyone and no one at the same time, a fragile place as its identity is defined by the overlapping of a multitude of bodies and images. Today because of the lack of public space, this densely inhabited area presents a series of spatial needs. The project site, at the corner of Viale Tunisia and Via Lecco (about 400 sqm), is now privately owned, after the 2008 demolition of the pre-existing building. In such a delicate framework, the choice is not to rebuild the missing volume, but to design an empty space. The project is a zero-volume space made only of surfaces. This new public space is articulated through four interventions: a new square (a basement), two vertical infrastructures (against the two corner walls) and a small structure resembling a kiosk. The project is no longer intended to have a central function, it is not meant to fill an empty space, but simply to preserve this unfinished space as much as possible to make it a support for the inhabitants’ activities, events and uses. The project is an exercise of imagination: a design of possible future scenarios for this space. Support. Just as much as the emptiness of a square is not perceived as an absence, but as a completely available open field, the intervention is not conceived as a conclusion, nor is it conceived to close the urban void that generates it. The square - new, angular and temporary - suggests and enacts possible futures.

Il Lazzaretto è una porzione della città di Milano estremamente densa ed abitata. Nel corso del tempo ha subito molti cambiamenti e trasformazioni, sia architettonici che sociali. È stato concepito come un grande vuoto per poi diventare parte della maglia urbana. Negli ultimi anni una porzione di un suo isolato è stata demolita senza mai essere stata ricostruita, lasciando un vuoto nel cuore di questa isola. Il Lazzaretto è un luogo multietnico, caratterizzato da un grande pluralismo culturale, uno spazio centrale per la vita notturna della città e per la comunità queer. È un luogo di tutti e allo stesso tempo di nessuno, un luogo fragile in quanto la sua identità è definita dalla sovrapposizione di una moltitudine di corpi e immagini. È un’area densamente abitata con una serie di necessità spaziali dovute alla mancanza di spazio pubblico al suo interno. Il sito di progetto, un lotto d’angolo tra viale Tunisia e via Lecco, di circa 400 metri quadri, è oggi di proprietà privata, in seguito alla demolizione del 2008 della cortina edilizia preesistente. In una cornice così delicata, la scelta è quella di non ricostruire il volume mancante, ma di progettare uno spazio vuoto: uno spazio a volume zero, composto solo da superfici. Il progetto si articola in quattro interventi: una nuova piazza (un grande basamento), due infrastrutture verticali (addossate alle due pareti cieche d’angolo) e una piccola struttura simile ad una edicola. Il progetto non ha più una funzione centrale e imponente, non vuole colmare un vuoto con un pieno, ma semplicemente mantenere il più possibile questo spazio non finito per diventare così supporto di attività, di scenari, di usi, da parte della popolazione. È un esercizio di immaginazione: un disegno dei possibili scenari futuri per questo spazio. Supporto. Così come il vuoto di una piazza non è inteso come assenza, ma come campo aperto, completamente disponibile, l’intervento non è concepito come qualcosa di concluso, né è concepito per concludere il vuoto urbano che lo genera: la piazza - nuova, in angolo, temporanea - suggerisce e permette futuri possibili.

Piazza a tempo. Uno spazio pubblico a Milano

Pasero, Alessandro
2020/2021

Abstract

Lazzaretto is an extremely dense and highly populated part of the city of Milan. Over time the area has undergone many architectural and social transformations. At first, it was conceived as an empty space and then it became part of the urban structure. In the last few years, a portion of one of its blocks has been demolished without ever being rebuilt, leaving a void in the heart of this island. Lazaretto is a multi-ethnic place, characterized by a wide cultural pluralism, a central space for the city’s nightlife and for the queer community. It is a place for everyone and no one at the same time, a fragile place as its identity is defined by the overlapping of a multitude of bodies and images. Today because of the lack of public space, this densely inhabited area presents a series of spatial needs. The project site, at the corner of Viale Tunisia and Via Lecco (about 400 sqm), is now privately owned, after the 2008 demolition of the pre-existing building. In such a delicate framework, the choice is not to rebuild the missing volume, but to design an empty space. The project is a zero-volume space made only of surfaces. This new public space is articulated through four interventions: a new square (a basement), two vertical infrastructures (against the two corner walls) and a small structure resembling a kiosk. The project is no longer intended to have a central function, it is not meant to fill an empty space, but simply to preserve this unfinished space as much as possible to make it a support for the inhabitants’ activities, events and uses. The project is an exercise of imagination: a design of possible future scenarios for this space. Support. Just as much as the emptiness of a square is not perceived as an absence, but as a completely available open field, the intervention is not conceived as a conclusion, nor is it conceived to close the urban void that generates it. The square - new, angular and temporary - suggests and enacts possible futures.
CASSANI, MATILDE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2021
2020/2021
Il Lazzaretto è una porzione della città di Milano estremamente densa ed abitata. Nel corso del tempo ha subito molti cambiamenti e trasformazioni, sia architettonici che sociali. È stato concepito come un grande vuoto per poi diventare parte della maglia urbana. Negli ultimi anni una porzione di un suo isolato è stata demolita senza mai essere stata ricostruita, lasciando un vuoto nel cuore di questa isola. Il Lazzaretto è un luogo multietnico, caratterizzato da un grande pluralismo culturale, uno spazio centrale per la vita notturna della città e per la comunità queer. È un luogo di tutti e allo stesso tempo di nessuno, un luogo fragile in quanto la sua identità è definita dalla sovrapposizione di una moltitudine di corpi e immagini. È un’area densamente abitata con una serie di necessità spaziali dovute alla mancanza di spazio pubblico al suo interno. Il sito di progetto, un lotto d’angolo tra viale Tunisia e via Lecco, di circa 400 metri quadri, è oggi di proprietà privata, in seguito alla demolizione del 2008 della cortina edilizia preesistente. In una cornice così delicata, la scelta è quella di non ricostruire il volume mancante, ma di progettare uno spazio vuoto: uno spazio a volume zero, composto solo da superfici. Il progetto si articola in quattro interventi: una nuova piazza (un grande basamento), due infrastrutture verticali (addossate alle due pareti cieche d’angolo) e una piccola struttura simile ad una edicola. Il progetto non ha più una funzione centrale e imponente, non vuole colmare un vuoto con un pieno, ma semplicemente mantenere il più possibile questo spazio non finito per diventare così supporto di attività, di scenari, di usi, da parte della popolazione. È un esercizio di immaginazione: un disegno dei possibili scenari futuri per questo spazio. Supporto. Così come il vuoto di una piazza non è inteso come assenza, ma come campo aperto, completamente disponibile, l’intervento non è concepito come qualcosa di concluso, né è concepito per concludere il vuoto urbano che lo genera: la piazza - nuova, in angolo, temporanea - suggerisce e permette futuri possibili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/181607