Villae 79. Uno strumento di valorizzazione digitale del patrimonio archeologico

With the advent of digital technology, there has been a full-scale transformationof cultural institution: the digitization of content and cultural forms has in fact created a new “condition of use “of the asset and a redefinition of the function of its container: from the “place of the muses” the museum has become a “sensitive place” calling the world of design to create new fruitive and enhancement opportunities. With the awareness of the power of the tools arising from the transformation that is taking place within the cultural institution, the Italian heritage has been observed, a unique heritage, first in the world on the list drawn up by UNESCO, wondering if this is properly enhanced. By focusing on a small area of the territory of the Bel Paese, Campania, it has been possible to observe the current state of some of the incredible archaeological jewels that the region owns and the state of ignorance not only of tourists, but also of those who, in the first place, should enhance them: the citizens. Thus, the desire to design a capable instrument to enhance the Roman villas buried by the eruption of Vesuvius of 79 AD was born, heritage of incredible value, but overshadowed and often, forgotten and abandoned. Thanks to the research on the technological background behind both the “Museum of the present” and, specifically, the institutions that protect the archaeological heritage, it was possible to design, within the interaction design area, a methodology of experimental use capable of enhancing such sites and of promoting their knowledge, creating a territorial, historical and cultural identity, as a whole. Thus, Villae 79 was born, an interactive documentary that through a multilayer system of short, timely but exhaustive narrations made for a curious and intellectual visitor, creates a mechanism of exploration of the territory limited by a timed mechanism of gaming. The combo of the playful and the intellectual has thus been tested to be validated as a learning methodology in order to overcome the “single communication” and transversal approach carried out by the traditional cultural institutions, compared to a user centered approach. The exploration mechanism was finally analyzed for further enhanced applications and it was understood that it is valuable not only in the archaeological field, but more generally and widely, for knowledge and for territorial fruition.

Con l’avvento del digitale, si è assistito ad una vera e propria trasformazione dell’istituzione culturale: la digitalizzazione dei contenuti e delle forme culturali ha infatti creato una nuova “condizione d’uso” del bene e una ridefinizione della funzione del suo contenitore: da “luogo delle muse” il museo è divenuto “luogo sensibile” chiamando il mondo della progettazione alla creazione di nuove opportunità fruitive e valorizzative. Con la consapevolezza della potenzialità degli strumenti dettati dalla trasformazione che è in atto all’interno dell’istituzione culturale, si è guardato al patrimonio italiano, un patrimonio unico, primo al mondo nella Lista stilata dall’Unesco, chiedendosi se questo fosse appropriatamente valorizzato. Focalizzandosi su un’area ridotta del territorio del bel paese, la Campania, si è potuto constatare lo stato in cui vertono alcuni tra gli incredibili gioielli archeologici che la regione detiene e lo stato di ignoranza non solo dei turisti, ma anche di chi in primis dovrebbe valorizzarli: i cittadini. È nata così la volontà di progettare uno strumento in grado di valorizzare le ville romane sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., dei beni incredibili, ma messi in secondo piano e spesso, dimenticati e abbandonati. Grazie alla ricerca sullo sfondo tecnologico alle spalle sia del “museo del presente” che, nello specifico, delle istituzioni che tutelano il patrimonio archeologico, è stato possibile progettare all’interno dell’area dell’interaction design, una metodologia di fruizione sperimentale in grado di valorizzare i siti in questione promuovendone la conoscenza e di creare un’identità territoriale, storica e culturale d’insieme. Nasce così Villae 79, un documentario interattivo che attraverso un sistema multilayer di narrazioni concise, puntuali ma esaustive create per un visitatore curioso e intellettuale, crea un meccanismo di esplorazione del territorio limitato da un meccanismo temporizzato di gaming. Il combo del ludico e dell’intellettuale è stato così testato per essere validato come metodologia di apprendimento per superare l’approccio di “comunicazione univoca” e trasversale messo in atto dalle istituzioni culturali tradizionali, rispetto ad un approccio user centred. Il meccanismo di esplorazione è stato infine analizzato per ulteriori applicazioni valorizzative ed è stata compresa la sua validicità non solo nell’ambito archeologico, ma più generalmente e ampiamente, per la conoscenza e la fruizione territoriale.