In 1958 J. M. Richards, in his book The Functional Tradition, has exhibited and analyzed the characteristics of the functional building. This typology involved warehouses and industrial plants of the late nineteenth century, where the relationship between form and function was dominated by the latter. However, the local architectural culture was still clearly recognizable for its expressive character and construction technology. Is it possible to broaden the discussion to a wider scale and find this same approach within our cities? The case of Trieste is totally in keeping with the theme of functional tradition, being a city that has developed over the centuries through an essential link with its own commercial and industrial development. In the clear district division of the city, stands the complex of the Porto Franco Vecchio, a large extraterritorial area abandoned due to the vicissitudes that took place in the twentieth century. The proposed general strategy seeks to develop the concept of the circular economy within port structures, in which the coexistence of different spaces and functions (from social housing to small industry), through demolition and reuse, promotes the reduction of architectural waste and extends their life cycle into the next century. Nonetheless, we must ask ourselves to what these Urban Fossils can accommodate more domestic and urban constructions. Which are the ways that allow the reuse of these objects to meet the needs of living and working today? We wanted to focus attention on two warehouses of opposite nature. Magazzino 2 is affected by partial emptying and reuse as an office and social residence, introducing a more human and domestic sphere. On the other hand, Hangar 9 maintains its industrial vocation and is proposed as a small shipyard thanks to the replacement of parts of the building. Punto Franco Vecchio and its warehouses represent a starting point, necessary and critical for the possible relaunch of Trieste within the national and European context.

Nel 1958 J. M. Richards, nel suo libro The Functional Tradition, esponeva e analizzava le caratteristiche dell’edificio funzionale. Questa tipologia interessava magazzini e impianti industriali della fine di fine Ottocento, dove il rapporto tra forma e funzione era dominato dalla seconda. Tuttavia era ancora ben riconoscibile la cultura architettonica locale per il loro carattere espressivo e tecnologia costruttiva. É possibile allargare il discorso a una scala più ampia e ritrovare questo stesso approccio all’interno delle nostre città? Il caso di Trieste risulta totalmente consono al tema della tradizione funzionale, essendo una città sviluppatasi nel corso dei secoli attraverso un legame imprescindibile con il proprio sviluppo commerciale ed industriale. Nella chiara divisione distrettuale della città, si staglia il complesso del Porto Franco Vecchio, grande area extraterritoriale abbandonata a causa delle vicissitudini avvenute nel XX secolo. La strategia generale proposta cerca di sviluppare il concetto dell’economia circolare all’interno delle strutture portuali, in cui la convivenza di diversi spazi e funzioni (dalla residenza sociale alla piccola industria), attraverso la sola demolizione ed il loro riuso, promuove la riduzione dei rifiuti architettonici ed estende il loro ciclo di vita nel prossimo secolo. Ciò nonostante, bisogna chiedersi fino a che punto questi Fossili Urbanistici possono ospitare costruzioni più domestiche e urbane. Quali sono quelle modalità che permettono il riutilizzo di questi oggetti in maniera da soddisfare le necessità dell’abitare e lavorare odierno? Si è voluta concentrare l’attenzione su due magazzini di opposta natura. Il Magazzino 2 è interessato da un parziale svuotamento e riutilizzo come ufficio e residenza sociale introducendo una sfera più umana e domestica. Dall‘altra parte, l'Hangar 9 mantiene la sua vocazione industriale e si propone come un piccolo cantiere navale grazie alle sostituzione di parti del fabbricato. Punto Franco Vecchio e i suoi magazzini rappresentano un punto di partenza, necessario e critico per il possibile rilancio di Trieste all’interno del contesto nazionale ed europeo.

Punto Franco Vecchio. Warehouses reuse between industry and urbanity

Iacobone, Maria Giulia;Latis, Vito
2020/2021

Abstract

In 1958 J. M. Richards, in his book The Functional Tradition, has exhibited and analyzed the characteristics of the functional building. This typology involved warehouses and industrial plants of the late nineteenth century, where the relationship between form and function was dominated by the latter. However, the local architectural culture was still clearly recognizable for its expressive character and construction technology. Is it possible to broaden the discussion to a wider scale and find this same approach within our cities? The case of Trieste is totally in keeping with the theme of functional tradition, being a city that has developed over the centuries through an essential link with its own commercial and industrial development. In the clear district division of the city, stands the complex of the Porto Franco Vecchio, a large extraterritorial area abandoned due to the vicissitudes that took place in the twentieth century. The proposed general strategy seeks to develop the concept of the circular economy within port structures, in which the coexistence of different spaces and functions (from social housing to small industry), through demolition and reuse, promotes the reduction of architectural waste and extends their life cycle into the next century. Nonetheless, we must ask ourselves to what these Urban Fossils can accommodate more domestic and urban constructions. Which are the ways that allow the reuse of these objects to meet the needs of living and working today? We wanted to focus attention on two warehouses of opposite nature. Magazzino 2 is affected by partial emptying and reuse as an office and social residence, introducing a more human and domestic sphere. On the other hand, Hangar 9 maintains its industrial vocation and is proposed as a small shipyard thanks to the replacement of parts of the building. Punto Franco Vecchio and its warehouses represent a starting point, necessary and critical for the possible relaunch of Trieste within the national and European context.
BIRAGHI, MARCO STEFANO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2021
2020/2021
Nel 1958 J. M. Richards, nel suo libro The Functional Tradition, esponeva e analizzava le caratteristiche dell’edificio funzionale. Questa tipologia interessava magazzini e impianti industriali della fine di fine Ottocento, dove il rapporto tra forma e funzione era dominato dalla seconda. Tuttavia era ancora ben riconoscibile la cultura architettonica locale per il loro carattere espressivo e tecnologia costruttiva. É possibile allargare il discorso a una scala più ampia e ritrovare questo stesso approccio all’interno delle nostre città? Il caso di Trieste risulta totalmente consono al tema della tradizione funzionale, essendo una città sviluppatasi nel corso dei secoli attraverso un legame imprescindibile con il proprio sviluppo commerciale ed industriale. Nella chiara divisione distrettuale della città, si staglia il complesso del Porto Franco Vecchio, grande area extraterritoriale abbandonata a causa delle vicissitudini avvenute nel XX secolo. La strategia generale proposta cerca di sviluppare il concetto dell’economia circolare all’interno delle strutture portuali, in cui la convivenza di diversi spazi e funzioni (dalla residenza sociale alla piccola industria), attraverso la sola demolizione ed il loro riuso, promuove la riduzione dei rifiuti architettonici ed estende il loro ciclo di vita nel prossimo secolo. Ciò nonostante, bisogna chiedersi fino a che punto questi Fossili Urbanistici possono ospitare costruzioni più domestiche e urbane. Quali sono quelle modalità che permettono il riutilizzo di questi oggetti in maniera da soddisfare le necessità dell’abitare e lavorare odierno? Si è voluta concentrare l’attenzione su due magazzini di opposta natura. Il Magazzino 2 è interessato da un parziale svuotamento e riutilizzo come ufficio e residenza sociale introducendo una sfera più umana e domestica. Dall‘altra parte, l'Hangar 9 mantiene la sua vocazione industriale e si propone come un piccolo cantiere navale grazie alle sostituzione di parti del fabbricato. Punto Franco Vecchio e i suoi magazzini rappresentano un punto di partenza, necessario e critico per il possibile rilancio di Trieste all’interno del contesto nazionale ed europeo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/182256