The analysis of Cultural and Creative Industries (CCIs) is not new in economics. In the last 20 years, a large amount of academic research put emphasis on the role of creativity for local economic performance, with pending research challenges especially because of its intangible and pliable nature. Especially CCIs have been identified as pivotal actors due to the recognition of their potential in stimulating socio-economic development. However, researchers still struggle in giving a shape to the founding nature of CCIs: creativity. Discussion around CCIs acknowledged that this concept is heterogeneous and difficult to capture, especially at the local level. In fact, creativity is forged by places, shaping its forms and intensity. Merging industries, creativity and space, this PhD work has a threefold aim, and it is divided into three main parts. The first part of the Thesis reviews the main approaches to CCIs, using the way in which creativity is conceived as interpretative key. It retraces the evolution of the concept from its introduction until the most recent theories of the last years, detecting pros and cons of the current state of the art. Once set up the framework, a novel definition of creativity in CCIs is introduced highlighting two main aspects that will guide throughout the entire discussion. On the one hand creativity in CCIs is presented as a heterogeneous concept, translated into different creative outputs; on the other hand, the place-based nature of creativity is valorised, stressing on the idea that creativity is a peculiar territorial asset whose forms depend on the place. Culture and creativity depend on context conditions and cities and regions identify in their creative expressions. This first section ends with a novel conceptual framework where the definition of creativity is put in action. This represents the main conceptual advancement of the work. Hence, CCIs can be subdivided according to their capacity to generate creativity and this ability depends not only on the industry but also (and especially) on the place where the industry is located. In this way, Inventive CCIs are opposed to Replicative ones. Building on the conceptual advancements, the second part of the work addresses the phenomenon of localization patterns of CCIs. What emerges is that the two key dimensions for a correct analysis of CCIs clustering are the heterogeneous innovativeness as well as the filière which they belong to. Indeed, the creative and cultural filière describes a system of interconnections among players that is mirrored at the local level: different CCIs with different trade relationships benefit from different factors at the local level. Through a theoretical taxonomy combining the innovativeness of CCIs with the structure of trade relationships, the empirical analysis led to two main conclusions. First, the territorial factors triggering the spatial concentration of CCIs differ according to the heterogeneous creativity expressed. The capacity to innovate of CCIs builds on the cognitive local environment, feeding them to the generation and exploitation of new creative ideas. Secondly, the heterogeneity of CCIs is not only a matter of innovation but they differ also because of their filière. Thus, according to the involvement into the creative process, CCIs need different territorial elements. CCIs that mostly interact with other businesses have different needs compared to market-oriented ones. Finally, the work discusses the stimulus that CCIs give to socio-economic development and the channels through which this happens. Results confirm that CCIs support growth, regardless their form and their heterogeneity. However, the territorial conditions that trigger this process are different, according to the capacity of CCIs to innovate. Furthermore, CCIs are also capable of triggering the economic resilience of places in periods of crisis. However, this strongly depends on the ability of CCIs to introduce into the economic system new innovations. New knowledge creation in CCIs is paramount to resist and recover from shocks. For this reason, policies devised to support the innovative capacity of CCIs are beneficial also for the economic system as a whole.

L'analisi delle industrie culturali (ICC) e creative non è nuova in economia. Negli ultimi 20 anni, una grande quantità di ricerca accademica ha posto l'accento sul ruolo della creatività nello spiegare la performance economica locale, con sfide di ricerca in sospeso soprattutto a causa della sua natura intangibile e flessibile. In particolare le ICC sono state identificate come attori cardine grazie al riconoscimento del loro potenziale nello stimolare lo sviluppo socioeconomico ma ricercatori faticano ancora a dare una forma alla natura fondante delle ICC, cioè la creatività. La discussione sulle ICC ha riconosciuto che questo concetto è eterogeneo e difficile da cogliere, soprattutto a livello locale. La creatività, infatti, è forgiata nei luoghi capaci di plasmarne forme e intensità. Incrociando i concetti di industrie, creatività e spazio, questo lavoro di dottorato ha un triplice obiettivo ed è diviso in tre parti principali. La prima parte della Tesi passa in rassegna i principali approcci alle ICC, utilizzando il modo in cui la creatività è concepita come chiave interpretativa. Questa sezione ripercorre l'evoluzione del concetto dalla sua introduzione fino alle più recenti teorie degli ultimi anni, rilevando pro e contro dell'attuale stato dell'arte. Una volta impostato il quadro, viene introdotta una nuova definizione di creatività nelle ICC che mette in evidenza due aspetti principali che guideranno l'intera discussione. Da un lato la creatività nelle ICC è presentata come un concetto eterogeneo, tradotto in diversi output creativi; dall'altro, viene valorizzata la natura territoriale della creatività, sottolineando l'idea che la creatività sia un bene territoriale peculiare le cui forme differiscono nello e dipendono dallo spazio. La cultura e la creatività dipendono dalle condizioni del contesto e oggi le città e le regioni si identificano nelle loro espressioni creative. Questa prima sezione si conclude con un nuovo quadro concettuale in cui viene messa in atto la definizione di creatività. Questo rappresenta il principale avanzamento concettuale del lavoro. Pertanto, le ICC possono essere suddivise in base alla loro capacità di generare creatività e questa capacità dipende non solo dal settore ma anche (e soprattutto) dal luogo in cui si trova il settore. In questo modo, le CCI inventive si oppongono a quelle replicative. Basandosi sui progressi concettuali, la seconda parte del lavoro affronta il fenomeno dei modelli di localizzazione delle ICC. Ciò che emerge è che le due dimensioni chiave per una corretta analisi del clustering sono l'eterogenea innovatività e la filiera di appartenenza. La filiera creativa e culturale, infatti, descrive un sistema di interconnessioni tra attori che si rispecchia a livello locale: diverse ICC con differenti relazioni commerciali beneficiano di diversi fattori a livello locale. Attraverso una tassonomia teorica che combina l'innovatività delle ICC con la struttura delle relazioni commerciali, l'analisi empirica ha portato a due conclusioni principali. In primo luogo, i fattori territoriali che innescano la concentrazione spaziale delle ICC differiscono a seconda della creatività espressa. La capacità di innovare delle ICC si basa sull'ambiente cognitivo locale, alimentandolo alla generazione e allo sfruttamento di nuove idee creative. In secondo luogo, l'eterogeneità delle ICC non è solo una questione di innovazione, ma si differenziano anche per la loro filiera. Pertanto, a seconda del coinvolgimento nel processo creativo, le ICC necessitano di diversi elementi territoriali. Quelle che interagiscono maggiormente con altre imprese hanno esigenze diverse rispetto a quelle orientate al mercato. Infine, il lavoro discute lo stimolo che le ICC danno allo sviluppo socio-economico e i canali attraverso i quali ciò avviene. I risultati confermano che le CCI supportano la crescita, indipendentemente dalla loro forma e dalla loro eterogeneità. Tuttavia, le condizioni territoriali che innescano questo processo sono diverse, a seconda della capacità di innovazione delle ICC. Inoltre, sono anche in grado di innescare la resilienza economica dei luoghi nei periodi di crisi. Tuttavia, ciò dipende fortemente dalla capacità delle ICC di introdurre nel sistema economico nuova conoscenza e nuove innovazioni. La creazione di nuove conoscenze nelle CCI è fondamentale per le regioni nel resistere e riprendersi dagli shock. Per questo, le politiche poste a sostegno della capacità innovativa delle ICC sono vantaggiose anche per il sistema economico nel suo complesso.

Creativity where and why. Innovative and spatial behaviour in cultural and creative industries

Dellisanti, Roberto
2021/2022

Abstract

The analysis of Cultural and Creative Industries (CCIs) is not new in economics. In the last 20 years, a large amount of academic research put emphasis on the role of creativity for local economic performance, with pending research challenges especially because of its intangible and pliable nature. Especially CCIs have been identified as pivotal actors due to the recognition of their potential in stimulating socio-economic development. However, researchers still struggle in giving a shape to the founding nature of CCIs: creativity. Discussion around CCIs acknowledged that this concept is heterogeneous and difficult to capture, especially at the local level. In fact, creativity is forged by places, shaping its forms and intensity. Merging industries, creativity and space, this PhD work has a threefold aim, and it is divided into three main parts. The first part of the Thesis reviews the main approaches to CCIs, using the way in which creativity is conceived as interpretative key. It retraces the evolution of the concept from its introduction until the most recent theories of the last years, detecting pros and cons of the current state of the art. Once set up the framework, a novel definition of creativity in CCIs is introduced highlighting two main aspects that will guide throughout the entire discussion. On the one hand creativity in CCIs is presented as a heterogeneous concept, translated into different creative outputs; on the other hand, the place-based nature of creativity is valorised, stressing on the idea that creativity is a peculiar territorial asset whose forms depend on the place. Culture and creativity depend on context conditions and cities and regions identify in their creative expressions. This first section ends with a novel conceptual framework where the definition of creativity is put in action. This represents the main conceptual advancement of the work. Hence, CCIs can be subdivided according to their capacity to generate creativity and this ability depends not only on the industry but also (and especially) on the place where the industry is located. In this way, Inventive CCIs are opposed to Replicative ones. Building on the conceptual advancements, the second part of the work addresses the phenomenon of localization patterns of CCIs. What emerges is that the two key dimensions for a correct analysis of CCIs clustering are the heterogeneous innovativeness as well as the filière which they belong to. Indeed, the creative and cultural filière describes a system of interconnections among players that is mirrored at the local level: different CCIs with different trade relationships benefit from different factors at the local level. Through a theoretical taxonomy combining the innovativeness of CCIs with the structure of trade relationships, the empirical analysis led to two main conclusions. First, the territorial factors triggering the spatial concentration of CCIs differ according to the heterogeneous creativity expressed. The capacity to innovate of CCIs builds on the cognitive local environment, feeding them to the generation and exploitation of new creative ideas. Secondly, the heterogeneity of CCIs is not only a matter of innovation but they differ also because of their filière. Thus, according to the involvement into the creative process, CCIs need different territorial elements. CCIs that mostly interact with other businesses have different needs compared to market-oriented ones. Finally, the work discusses the stimulus that CCIs give to socio-economic development and the channels through which this happens. Results confirm that CCIs support growth, regardless their form and their heterogeneity. However, the territorial conditions that trigger this process are different, according to the capacity of CCIs to innovate. Furthermore, CCIs are also capable of triggering the economic resilience of places in periods of crisis. However, this strongly depends on the ability of CCIs to introduce into the economic system new innovations. New knowledge creation in CCIs is paramount to resist and recover from shocks. For this reason, policies devised to support the innovative capacity of CCIs are beneficial also for the economic system as a whole.
SCAIONI, MARCO
CARAGLIU, ANDREA ANTONIO
16-mar-2022
Creativity where and why. Innovative and spatial behaviour in cultural and creative industries
L'analisi delle industrie culturali (ICC) e creative non è nuova in economia. Negli ultimi 20 anni, una grande quantità di ricerca accademica ha posto l'accento sul ruolo della creatività nello spiegare la performance economica locale, con sfide di ricerca in sospeso soprattutto a causa della sua natura intangibile e flessibile. In particolare le ICC sono state identificate come attori cardine grazie al riconoscimento del loro potenziale nello stimolare lo sviluppo socioeconomico ma ricercatori faticano ancora a dare una forma alla natura fondante delle ICC, cioè la creatività. La discussione sulle ICC ha riconosciuto che questo concetto è eterogeneo e difficile da cogliere, soprattutto a livello locale. La creatività, infatti, è forgiata nei luoghi capaci di plasmarne forme e intensità. Incrociando i concetti di industrie, creatività e spazio, questo lavoro di dottorato ha un triplice obiettivo ed è diviso in tre parti principali. La prima parte della Tesi passa in rassegna i principali approcci alle ICC, utilizzando il modo in cui la creatività è concepita come chiave interpretativa. Questa sezione ripercorre l'evoluzione del concetto dalla sua introduzione fino alle più recenti teorie degli ultimi anni, rilevando pro e contro dell'attuale stato dell'arte. Una volta impostato il quadro, viene introdotta una nuova definizione di creatività nelle ICC che mette in evidenza due aspetti principali che guideranno l'intera discussione. Da un lato la creatività nelle ICC è presentata come un concetto eterogeneo, tradotto in diversi output creativi; dall'altro, viene valorizzata la natura territoriale della creatività, sottolineando l'idea che la creatività sia un bene territoriale peculiare le cui forme differiscono nello e dipendono dallo spazio. La cultura e la creatività dipendono dalle condizioni del contesto e oggi le città e le regioni si identificano nelle loro espressioni creative. Questa prima sezione si conclude con un nuovo quadro concettuale in cui viene messa in atto la definizione di creatività. Questo rappresenta il principale avanzamento concettuale del lavoro. Pertanto, le ICC possono essere suddivise in base alla loro capacità di generare creatività e questa capacità dipende non solo dal settore ma anche (e soprattutto) dal luogo in cui si trova il settore. In questo modo, le CCI inventive si oppongono a quelle replicative. Basandosi sui progressi concettuali, la seconda parte del lavoro affronta il fenomeno dei modelli di localizzazione delle ICC. Ciò che emerge è che le due dimensioni chiave per una corretta analisi del clustering sono l'eterogenea innovatività e la filiera di appartenenza. La filiera creativa e culturale, infatti, descrive un sistema di interconnessioni tra attori che si rispecchia a livello locale: diverse ICC con differenti relazioni commerciali beneficiano di diversi fattori a livello locale. Attraverso una tassonomia teorica che combina l'innovatività delle ICC con la struttura delle relazioni commerciali, l'analisi empirica ha portato a due conclusioni principali. In primo luogo, i fattori territoriali che innescano la concentrazione spaziale delle ICC differiscono a seconda della creatività espressa. La capacità di innovare delle ICC si basa sull'ambiente cognitivo locale, alimentandolo alla generazione e allo sfruttamento di nuove idee creative. In secondo luogo, l'eterogeneità delle ICC non è solo una questione di innovazione, ma si differenziano anche per la loro filiera. Pertanto, a seconda del coinvolgimento nel processo creativo, le ICC necessitano di diversi elementi territoriali. Quelle che interagiscono maggiormente con altre imprese hanno esigenze diverse rispetto a quelle orientate al mercato. Infine, il lavoro discute lo stimolo che le ICC danno allo sviluppo socio-economico e i canali attraverso i quali ciò avviene. I risultati confermano che le CCI supportano la crescita, indipendentemente dalla loro forma e dalla loro eterogeneità. Tuttavia, le condizioni territoriali che innescano questo processo sono diverse, a seconda della capacità di innovazione delle ICC. Inoltre, sono anche in grado di innescare la resilienza economica dei luoghi nei periodi di crisi. Tuttavia, ciò dipende fortemente dalla capacità delle ICC di introdurre nel sistema economico nuova conoscenza e nuove innovazioni. La creazione di nuove conoscenze nelle CCI è fondamentale per le regioni nel resistere e riprendersi dagli shock. Per questo, le politiche poste a sostegno della capacità innovativa delle ICC sono vantaggiose anche per il sistema economico nel suo complesso.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/182996