La recente crisi economico-finanziaria ha messo in luce diverse incomprensioni del sistema macroeconomico e di quello finanziario, che hanno indotto gli studiosi a riconsiderare i principi scientifici alla base della politica monetaria. Il lavoro di tesi inizia analizzando la conduzione della politica monetaria durante il periodo precedente alla crisi del 2007-2008, utile per comprendere i dibattiti post-crisi tra la necessità di tornare a regole semplici (limitando le politiche discrezionali) e la necessità di un cambiamento dei principi base della politica monetaria. Dagli anni Ottanta l’economia mondiale ha attraversato una lunga fase di stabilità denominata Great Moderation. Durante questo periodo la volatilità dell’ output reale e dell’inflazione si è ridotta in quasi tutti i Paesi industrializzati (eccetto il Giappone che ha affrontato diversi problemi economici nello scorso decennio). Il primo capitolo valuta le cause più probabili alla base della Great Moderation, focalizzandosi sulla relazione tra la conduzione della politica monetaria attraverso flexible inflation targeting , e la stabilità macroeconomica. Il capitolo prosegue affrontando il tema della globalizzazione per offrire un quadro completo del contesto in cui operano le Autorità centrali. La recente crisi finanziaria, oltre ad aver contratto l’attività economica globale, ha indotto accademici e policymakers a domandarsi se la politica monetaria perseguita durante la Great Moderation sia realmente in grado di garantire la stabilità economica, o se abbia contribuito a creare le condizioni che hanno guidato i Paesi verso la Grande Recessione. Il secondo capitolo approfondisce il dibattito tra chi, sostenendo la validità dei principi scientifici alla base della politica monetaria degli anni precedenti, ritiene opportuno tornare ad una gestione attraverso regole semplici (flexible inflation targeting), ma riconosce la necessità di alcune modifiche di determinati elementi chiave (ZLB, trasparenza e approccio sistemico nell’utilizzo di strumenti non standard), e chi denuncia il bisogno di un cambiamento di tali principi, e l’esigenza di includere la stabilità finanziaria tra gli obiettivi finali delle Banche centrali. L’ultimo capitolo esamina il dibattito relativo all’indipendenza delle Autorità centrali. Durante la crisi del 2007-2008 il ricorso a politiche monetarie non standard ha inevitabilmente indotto le Banche centrali a collaborare con i ministeri delle finanze. Secondo Taylor (2010), Bean (2008), Plosser (2011) e altri tutti questi provvedimenti hanno limitato fortemente la libertà delle Autorità centrali sugli strumenti di politica monetaria; bisognerebbe tornare a tutelare l’indipendenza intraprendendo strategie di uscita dalle politiche non convenzionali adottate durante e dopo la crisi. L’indipendenza è necessaria per eliminare le incertezze sul mercato finanziario e aumentare la credibilità antinflazionistica delle Banche centrali. Altri economisti, tra i quali Arestis (2010) e Sawyer (2010) ritengono che, dopo l’esperienza della recente crisi finanziaria, sia necessaria la collaborazione tra Banche centrali e Governo per cercare di garantire la stabilità macroeconomica e finanziaria. La Banca centrale dovrebbe agire sul mercato in maniera più discrezionale, e affidare ai responsabili politici un più ampio spazio di manovra, sostenendo politiche di deficit spending. Il lavoro si conclude mettendo in evidenza che i due movimenti di pensiero postcrisi concordano sulla necessità di dedicare maggiore attenzione alle interconnessioni tra sistema economico e sistema finanziario, attraverso la ricerca di modelli macroeconomici che includano informazioni relative al comportamento degli intermediari finanziari, e sul bisogno di aumentare il grado di trasparenza delle Banche centrali.

La conduzione della politica monetaria e l'indipendenza delle banche centrali dopo la crisi : il dibattito

DE NICOLA, VALERIO
2010/2011

Abstract

La recente crisi economico-finanziaria ha messo in luce diverse incomprensioni del sistema macroeconomico e di quello finanziario, che hanno indotto gli studiosi a riconsiderare i principi scientifici alla base della politica monetaria. Il lavoro di tesi inizia analizzando la conduzione della politica monetaria durante il periodo precedente alla crisi del 2007-2008, utile per comprendere i dibattiti post-crisi tra la necessità di tornare a regole semplici (limitando le politiche discrezionali) e la necessità di un cambiamento dei principi base della politica monetaria. Dagli anni Ottanta l’economia mondiale ha attraversato una lunga fase di stabilità denominata Great Moderation. Durante questo periodo la volatilità dell’ output reale e dell’inflazione si è ridotta in quasi tutti i Paesi industrializzati (eccetto il Giappone che ha affrontato diversi problemi economici nello scorso decennio). Il primo capitolo valuta le cause più probabili alla base della Great Moderation, focalizzandosi sulla relazione tra la conduzione della politica monetaria attraverso flexible inflation targeting , e la stabilità macroeconomica. Il capitolo prosegue affrontando il tema della globalizzazione per offrire un quadro completo del contesto in cui operano le Autorità centrali. La recente crisi finanziaria, oltre ad aver contratto l’attività economica globale, ha indotto accademici e policymakers a domandarsi se la politica monetaria perseguita durante la Great Moderation sia realmente in grado di garantire la stabilità economica, o se abbia contribuito a creare le condizioni che hanno guidato i Paesi verso la Grande Recessione. Il secondo capitolo approfondisce il dibattito tra chi, sostenendo la validità dei principi scientifici alla base della politica monetaria degli anni precedenti, ritiene opportuno tornare ad una gestione attraverso regole semplici (flexible inflation targeting), ma riconosce la necessità di alcune modifiche di determinati elementi chiave (ZLB, trasparenza e approccio sistemico nell’utilizzo di strumenti non standard), e chi denuncia il bisogno di un cambiamento di tali principi, e l’esigenza di includere la stabilità finanziaria tra gli obiettivi finali delle Banche centrali. L’ultimo capitolo esamina il dibattito relativo all’indipendenza delle Autorità centrali. Durante la crisi del 2007-2008 il ricorso a politiche monetarie non standard ha inevitabilmente indotto le Banche centrali a collaborare con i ministeri delle finanze. Secondo Taylor (2010), Bean (2008), Plosser (2011) e altri tutti questi provvedimenti hanno limitato fortemente la libertà delle Autorità centrali sugli strumenti di politica monetaria; bisognerebbe tornare a tutelare l’indipendenza intraprendendo strategie di uscita dalle politiche non convenzionali adottate durante e dopo la crisi. L’indipendenza è necessaria per eliminare le incertezze sul mercato finanziario e aumentare la credibilità antinflazionistica delle Banche centrali. Altri economisti, tra i quali Arestis (2010) e Sawyer (2010) ritengono che, dopo l’esperienza della recente crisi finanziaria, sia necessaria la collaborazione tra Banche centrali e Governo per cercare di garantire la stabilità macroeconomica e finanziaria. La Banca centrale dovrebbe agire sul mercato in maniera più discrezionale, e affidare ai responsabili politici un più ampio spazio di manovra, sostenendo politiche di deficit spending. Il lavoro si conclude mettendo in evidenza che i due movimenti di pensiero postcrisi concordano sulla necessità di dedicare maggiore attenzione alle interconnessioni tra sistema economico e sistema finanziario, attraverso la ricerca di modelli macroeconomici che includano informazioni relative al comportamento degli intermediari finanziari, e sul bisogno di aumentare il grado di trasparenza delle Banche centrali.
FLORIO, ANNA PAOLA
ING II - Facolta' di Ingegneria dei Sistemi
1-apr-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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