The world as we know it is changing at an increasing pace: Digital technologies are disrupting business, and the recent periods of global crisis have but further accelerated the transformation of how people think and act. When people face a changing environment, they need to make sense of what is going on. And when existing schemata fail to provide an explanation for what is happening, the only way is innovating. A vision represents the first step towards an innovation. While developing a vision individually is intuitive, doing so in a group represents a challenge. During their lives, people are immerged in different environments, live through different experiences, and thus make sense of the world differently. These differences in cognition, or how the world is made sense of, pose both an opportunity and a challenge for innovation. Scholars have extensively studied the innovation process in firms, and convene that the first, or front-end part of the process, is critical for a successful innovation initiative. During the front-end, teams of individuals develop innovative visions and product concepts. The front-end represents a collaborative sensemaking process, in which cognitive diverse individuals develop a shared vision for innovation. A vision is an image of the future which the group hopes to achieve. Despite numerous studies on the front-end, a comprehensive perspective on how diverse individuals can create a vision is still missing. While the enacted nature of sensemaking has been extensively explored, the cognitive side is less clear. On one hand, diversity leads to a comprehensive view of the problem; on the other, effective collaboration requires alignment. This thesis aims to provide clarity over the sensemaking process at the front-end, exploring how cognitive diverse individuals develop a shared vision addressing three sub-objectives: First, mapping past studies addressing cognition in innovation literature, to (i) understand the discourse surrounding and conceptually defining cognition in the front-end. A Systematic Literature Network Analysis (SLNA) was conducted to develop a framework which highlights the four further studies part of this thesis. Second, to understand how managers can (ii) foster the development of a Shared Vision at the front-end. To achieve this objective, three studies explore the individual, team, and organizational level. Last, to (iii) explore the retroaction effect which a Shared Vision has on innovation. Therefore, a final study explores how a Shared Vision impacts the individual visions through “Re-visioning”. The dissertation advances several contributions to theory. First, this work (i) brings clarity to the sensemaking process at the front-end of innovation. Paper I introduces a two-stage conceptual model, which tries to reconcile the existing cognitivist and constructionist perspectives. Building on findings from this first study, papers II, III, and IV analyse shared vision development at three different levels, contributing on one hand to (ii) the “value in diversity” stream in innovation literature in relation to rebelliousness traits, and on the other hand to (iii) the alignment stream in organizational literature through the idea of synthesis. Paper V complements these findings: building on the idea of organizational learning which emerges in paper one, the last study contributes to (iv) organizational sensemaking theories connecting them to the idea of re-framing. Finally, I discuss how a vision can emerge coming from one individual or a group, giving rise to five situations: chaos, visionary ownership, visionary alignment, visionary rebelliousness, and visionary leadership. The dissertation also advances some methodological contributions. Papers II and V suggest novel ways to approach diversity through alternative measures. Paper II develops (i) a cognitive network based on image analysis, connecting Cognitive Network Science and innovation management. Paper V (ii) adopts word embeddings, a machine learning technique which converts text into numbers. In contrast to most traditional managerial studies which measured perceptions, our study suggests that it is possible to directly extract what people think from what they say. Last, this dissertation also has some valuable implications for innovation managers. On one hand, I suggest (i) measurement tools to assess what people think about innovation. These tools can be helpful both at the beginning of an innovation project, as well as to evaluate the diffusion of innovation initiatives throughout an organization. During the development of this PhD thesis, the tools were implemented and tested in collaboration with the research platform IDeaLs. On the other hand, the results of this research provide (ii) concrete insights into how a shared vision can be developed. Paper II suggests looking at individual characteristics; paper III suggests a variety of artifacts; paper IV discuss is the usefulness of a novel goal-setting method (OKRs).

Il mondo come lo conosciamo sta cambiando a un ritmo crescente: le tecnologie digitali stanno sconvolgendo il business e i recenti periodi di crisi globale non hanno fatto altro che accelerare ulteriormente la trasformazione del modo in cui le persone pensano e agiscono. Quando le persone affrontano un ambiente che cambia, hanno bisogno di dare un senso a ciò che sta succedendo. E quando gli schemi esistenti non riescono a fornire una spiegazione di ciò che sta accadendo, l'unico modo è innovare. Una visione rappresenta il primo passo verso l'innovazione. Mentre sviluppare una visione individualmente è intuitivo, farlo in un gruppo organizzato rappresenta una sfida. Durante la loro vita, le persone sono immerse in ambienti diversi, vivono esperienze diverse e quindi danno un senso al mondo in modo diverso. Queste differenze nella cognizione, o nel modo in cui viene dato un senso al mondo, rappresentano sia un'opportunità che una sfida per l'innovazione. Gli studiosi hanno studiato a fondo il processo di innovazione nelle aziende e ritengono che la prima, o parte front-end del processo, sia fondamentale per un'iniziativa di innovazione di successo. Durante il front-end, team di individui sviluppano visioni innovative e concept di prodotto. Il front-end rappresenta un processo di creazione di senso collaborativo (Sensemaking), in cui individui cognitivi diversi sviluppano una visione condivisa per l'innovazione. Nonostante numerosi studi sul front-end, manca ancora una prospettiva completa su come individui diversi possono creare una visione. Mentre l’attuazione del senso creato è stata ampiamente esplorata, il lato cognitivo è meno chiaro. Da un lato, la diversità porta a una visione più completa del problema; dall'altro, una collaborazione efficace richiede allineamento. Questa tesi mira a fornire chiarezza sul processo di creazione di senso al front-end, esplorando come individui cognitivi diversi sviluppano una visione condivisa. Pertanto, questa tesi si pone tre sotto-obiettivi: in primo luogo, mappare gli studi passati che affrontano la cognizione nella letteratura sull'innovazione, per (i) comprendere il discorso che circonda e definire concettualmente la cognizione nel front-end. A tal fine, abbiamo condotto una Revisione sistematica della letteratura (Systematic Literature Network Analysis - SLNA) per sviluppare un quadro che evidenzi i quattro ulteriori studi parte di questa tesi. In secondo luogo, la tesi mira a capire come manager possano (ii) favorire lo sviluppo di una Visione Condivisa nel front-end. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo eseguito tre studi a livello individuale, di team e organizzativo. Infine, la tesi mira a (iii) esplorare l'effetto di retroazione che una Visione Condivisa ha sull'innovazione. Pertanto, uno studio finale esplora come una Visione Condivisa influisca sulle singole visioni attraverso il "Re-visioning". La tesi avanza diversi contributi teoria. Innanzitutto, questo lavoro (i) porta chiarezza al processo di creazione di senso al front-end dell'innovazione. L'articolo I introduce un modello concettuale in due fasi, che ambisce a conciliare le prospettive cognitivista e costruttivista esistenti. Basandosi sui risultati di questo primo studio, gli articoli II, III e IV analizzano lo sviluppo della visione condivisa a tre diversi livelli, contribuendo da un lato a (ii) il concetto di "valore nella diversità" nella letteratura sull'innovazione in relazione ai tratti di ribellione, e dall'altro l'altra a (iii) l’idea di allineamento nella letteratura organizzativa attraverso l'idea di sintesi. L'articolo V integra questi risultati: basandosi sull'idea di apprendimento organizzativo che emerge nell'articolo uno, l'ultimo studio contribuisce a (iv) le teorie del Sensemaking organizzativo collegandole all'idea di Reframing. Infine, discuto di come una visione può emergere proveniente da un individuo o da un gruppo, dando origine a cinque situazioni: caos, proprietà visionaria, allineamento visionario, ribellione visionaria e leadership visionaria. La tesi avanza anche alcuni contributi metodologici. In particolare, gli studi II e V suggeriscono nuovi modi per misurare la diversità attraverso metodi di misura alternativi alla percezione. Nell’articolo II abbiamo sviluppato (i) una rete cognitiva basata sull'analisi dell'immagine, che collega la cosiddetta Cognitive Network Science dell’ambito psicologico e gestione dell'innovazione. Nell’articolo V (ii) adottiamo una tecnica di apprendimento automatico basata su parole vettoriali che converte il testo in numeri. Contrariamente alla maggior parte degli studi manageriali tradizionali che misurano le percezioni, il nostro studio suggerisce che è possibile estrarre direttamente ciò che le persone pensano da ciò che dicono. Infine, la tesi ha anche alcune preziose implicazioni per i manager dell'innovazione. Da un lato, suggeriamo (i) strumenti di misurazione per valutare cosa pensano le persone dell'innovazione. Questi strumenti possono essere utili sia all'inizio di un progetto di innovazione, sia per valutare la diffusione di iniziative di innovazione all'interno di un'organizzazione. Durante lo sviluppo di questa tesi di dottorato, gli strumenti sono stati implementati e testati in collaborazione con la piattaforma di ricerca IDeaLs. Inoltre, i risultati di questa ricerca forniscono (ii) spunti concreti su come sviluppare una visione condivisa. L'articolo II suggerisce di esaminare le caratteristiche individuali; il documento III suggerisce una varietà di artefatti; l'articolo IV discute l'utilità di un nuovo metodo di definizione degli obiettivi (OKR).

Creating a shared vision : how cognitive diversity can support sensemaking in the front end of innovation

ZASA, FEDERICO PAOLO
2021/2022

Abstract

The world as we know it is changing at an increasing pace: Digital technologies are disrupting business, and the recent periods of global crisis have but further accelerated the transformation of how people think and act. When people face a changing environment, they need to make sense of what is going on. And when existing schemata fail to provide an explanation for what is happening, the only way is innovating. A vision represents the first step towards an innovation. While developing a vision individually is intuitive, doing so in a group represents a challenge. During their lives, people are immerged in different environments, live through different experiences, and thus make sense of the world differently. These differences in cognition, or how the world is made sense of, pose both an opportunity and a challenge for innovation. Scholars have extensively studied the innovation process in firms, and convene that the first, or front-end part of the process, is critical for a successful innovation initiative. During the front-end, teams of individuals develop innovative visions and product concepts. The front-end represents a collaborative sensemaking process, in which cognitive diverse individuals develop a shared vision for innovation. A vision is an image of the future which the group hopes to achieve. Despite numerous studies on the front-end, a comprehensive perspective on how diverse individuals can create a vision is still missing. While the enacted nature of sensemaking has been extensively explored, the cognitive side is less clear. On one hand, diversity leads to a comprehensive view of the problem; on the other, effective collaboration requires alignment. This thesis aims to provide clarity over the sensemaking process at the front-end, exploring how cognitive diverse individuals develop a shared vision addressing three sub-objectives: First, mapping past studies addressing cognition in innovation literature, to (i) understand the discourse surrounding and conceptually defining cognition in the front-end. A Systematic Literature Network Analysis (SLNA) was conducted to develop a framework which highlights the four further studies part of this thesis. Second, to understand how managers can (ii) foster the development of a Shared Vision at the front-end. To achieve this objective, three studies explore the individual, team, and organizational level. Last, to (iii) explore the retroaction effect which a Shared Vision has on innovation. Therefore, a final study explores how a Shared Vision impacts the individual visions through “Re-visioning”. The dissertation advances several contributions to theory. First, this work (i) brings clarity to the sensemaking process at the front-end of innovation. Paper I introduces a two-stage conceptual model, which tries to reconcile the existing cognitivist and constructionist perspectives. Building on findings from this first study, papers II, III, and IV analyse shared vision development at three different levels, contributing on one hand to (ii) the “value in diversity” stream in innovation literature in relation to rebelliousness traits, and on the other hand to (iii) the alignment stream in organizational literature through the idea of synthesis. Paper V complements these findings: building on the idea of organizational learning which emerges in paper one, the last study contributes to (iv) organizational sensemaking theories connecting them to the idea of re-framing. Finally, I discuss how a vision can emerge coming from one individual or a group, giving rise to five situations: chaos, visionary ownership, visionary alignment, visionary rebelliousness, and visionary leadership. The dissertation also advances some methodological contributions. Papers II and V suggest novel ways to approach diversity through alternative measures. Paper II develops (i) a cognitive network based on image analysis, connecting Cognitive Network Science and innovation management. Paper V (ii) adopts word embeddings, a machine learning technique which converts text into numbers. In contrast to most traditional managerial studies which measured perceptions, our study suggests that it is possible to directly extract what people think from what they say. Last, this dissertation also has some valuable implications for innovation managers. On one hand, I suggest (i) measurement tools to assess what people think about innovation. These tools can be helpful both at the beginning of an innovation project, as well as to evaluate the diffusion of innovation initiatives throughout an organization. During the development of this PhD thesis, the tools were implemented and tested in collaboration with the research platform IDeaLs. On the other hand, the results of this research provide (ii) concrete insights into how a shared vision can be developed. Paper II suggests looking at individual characteristics; paper III suggests a variety of artifacts; paper IV discuss is the usefulness of a novel goal-setting method (OKRs).
ARNABOLDI, MICHELA
DELL'ERA, CLAUDIO
31-mar-2022
Creating a shared vision : how cognitive diversity can support sensemaking in the front end of innovation
Il mondo come lo conosciamo sta cambiando a un ritmo crescente: le tecnologie digitali stanno sconvolgendo il business e i recenti periodi di crisi globale non hanno fatto altro che accelerare ulteriormente la trasformazione del modo in cui le persone pensano e agiscono. Quando le persone affrontano un ambiente che cambia, hanno bisogno di dare un senso a ciò che sta succedendo. E quando gli schemi esistenti non riescono a fornire una spiegazione di ciò che sta accadendo, l'unico modo è innovare. Una visione rappresenta il primo passo verso l'innovazione. Mentre sviluppare una visione individualmente è intuitivo, farlo in un gruppo organizzato rappresenta una sfida. Durante la loro vita, le persone sono immerse in ambienti diversi, vivono esperienze diverse e quindi danno un senso al mondo in modo diverso. Queste differenze nella cognizione, o nel modo in cui viene dato un senso al mondo, rappresentano sia un'opportunità che una sfida per l'innovazione. Gli studiosi hanno studiato a fondo il processo di innovazione nelle aziende e ritengono che la prima, o parte front-end del processo, sia fondamentale per un'iniziativa di innovazione di successo. Durante il front-end, team di individui sviluppano visioni innovative e concept di prodotto. Il front-end rappresenta un processo di creazione di senso collaborativo (Sensemaking), in cui individui cognitivi diversi sviluppano una visione condivisa per l'innovazione. Nonostante numerosi studi sul front-end, manca ancora una prospettiva completa su come individui diversi possono creare una visione. Mentre l’attuazione del senso creato è stata ampiamente esplorata, il lato cognitivo è meno chiaro. Da un lato, la diversità porta a una visione più completa del problema; dall'altro, una collaborazione efficace richiede allineamento. Questa tesi mira a fornire chiarezza sul processo di creazione di senso al front-end, esplorando come individui cognitivi diversi sviluppano una visione condivisa. Pertanto, questa tesi si pone tre sotto-obiettivi: in primo luogo, mappare gli studi passati che affrontano la cognizione nella letteratura sull'innovazione, per (i) comprendere il discorso che circonda e definire concettualmente la cognizione nel front-end. A tal fine, abbiamo condotto una Revisione sistematica della letteratura (Systematic Literature Network Analysis - SLNA) per sviluppare un quadro che evidenzi i quattro ulteriori studi parte di questa tesi. In secondo luogo, la tesi mira a capire come manager possano (ii) favorire lo sviluppo di una Visione Condivisa nel front-end. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo eseguito tre studi a livello individuale, di team e organizzativo. Infine, la tesi mira a (iii) esplorare l'effetto di retroazione che una Visione Condivisa ha sull'innovazione. Pertanto, uno studio finale esplora come una Visione Condivisa influisca sulle singole visioni attraverso il "Re-visioning". La tesi avanza diversi contributi teoria. Innanzitutto, questo lavoro (i) porta chiarezza al processo di creazione di senso al front-end dell'innovazione. L'articolo I introduce un modello concettuale in due fasi, che ambisce a conciliare le prospettive cognitivista e costruttivista esistenti. Basandosi sui risultati di questo primo studio, gli articoli II, III e IV analizzano lo sviluppo della visione condivisa a tre diversi livelli, contribuendo da un lato a (ii) il concetto di "valore nella diversità" nella letteratura sull'innovazione in relazione ai tratti di ribellione, e dall'altro l'altra a (iii) l’idea di allineamento nella letteratura organizzativa attraverso l'idea di sintesi. L'articolo V integra questi risultati: basandosi sull'idea di apprendimento organizzativo che emerge nell'articolo uno, l'ultimo studio contribuisce a (iv) le teorie del Sensemaking organizzativo collegandole all'idea di Reframing. Infine, discuto di come una visione può emergere proveniente da un individuo o da un gruppo, dando origine a cinque situazioni: caos, proprietà visionaria, allineamento visionario, ribellione visionaria e leadership visionaria. La tesi avanza anche alcuni contributi metodologici. In particolare, gli studi II e V suggeriscono nuovi modi per misurare la diversità attraverso metodi di misura alternativi alla percezione. Nell’articolo II abbiamo sviluppato (i) una rete cognitiva basata sull'analisi dell'immagine, che collega la cosiddetta Cognitive Network Science dell’ambito psicologico e gestione dell'innovazione. Nell’articolo V (ii) adottiamo una tecnica di apprendimento automatico basata su parole vettoriali che converte il testo in numeri. Contrariamente alla maggior parte degli studi manageriali tradizionali che misurano le percezioni, il nostro studio suggerisce che è possibile estrarre direttamente ciò che le persone pensano da ciò che dicono. Infine, la tesi ha anche alcune preziose implicazioni per i manager dell'innovazione. Da un lato, suggeriamo (i) strumenti di misurazione per valutare cosa pensano le persone dell'innovazione. Questi strumenti possono essere utili sia all'inizio di un progetto di innovazione, sia per valutare la diffusione di iniziative di innovazione all'interno di un'organizzazione. Durante lo sviluppo di questa tesi di dottorato, gli strumenti sono stati implementati e testati in collaborazione con la piattaforma di ricerca IDeaLs. Inoltre, i risultati di questa ricerca forniscono (ii) spunti concreti su come sviluppare una visione condivisa. L'articolo II suggerisce di esaminare le caratteristiche individuali; il documento III suggerisce una varietà di artefatti; l'articolo IV discute l'utilità di un nuovo metodo di definizione degli obiettivi (OKR).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/183696