Participatory planning seeks to respond to the problem of the instrumental use of technical expertise, in that centralized planning appeared disconnected from the real knowledge of life in the city. We talk about different approaches that have been developed to establish an effective urban democracy, in which the interests of each party receive appropriate attention: different theories that see consensus among the actors, through the opening of dialogue, as a possible solution; or conflict as a catalyst for change. In between, when the conflict appears (ir)reducible, one can introduce the concept of Trading Zone, with which one tries to grasp what and how different actors trade with each other, obtaining the tools to understand how a design process can actually derive from a multi-logic context. An evolution of this concept, leads to the Boundary Objects: a solution able to belong to the different strategic perspectives of the intervening actors, without the need for these to converge. The aim of this thesis is to recognize how this theoretical framework has been applied and developed in the case study of the Lombardy environmental offsets of the Stogit concession in which I took part, posing as a research question: how from (ir)reducible conflicts we can reach the elaboration of Action Plans consistent with the project objectives? In order to answer this question, an excursus of the tools used is proposed together with graphical representations of the results obtained, starting from the knowledge of the parties and the territory, passing through the construction of consensus that allowed the recognition of political games and interactions, up to the creation of a zone of exchange through a process aimed at making the subjects understand each other and find those boundary objects. The result is a critical reflection of the evolution of the whole process and of the approaches put in place, highlighting difficulties and partial solutions that step by step were achieved, until the drafting of Action Plans as Boundary Objects between different strategies.

La pianificazione partecipata cerca di rispondere al problema dell’uso strumentale della competenza tecnica, in quella pianificazione centralizzata che appariva scollegata dalla conoscenza reale della vita nella città. Si parla di diversi approcci che sono stati sviluppati per stabilire una democrazia urbana efficace, in cui gli interessi di ogni parte ricevono l’opportuna attenzione: diverse teorie che vedono il consenso tra gli attori, attraverso l’apertura del dialogo, come una possibile soluzione; o il conflitto come catalizzatore per il cambiamento. Nel mezzo, quando il conflitto appare (ir)riducibile, si può introdurre il concetto di Trading Zone, con cui si cerca di cogliere cosa e come diversi soggetti si scambiano l'un l'altro, ottenendo gli strumenti per comprendere come un processo di progettazione possa effettivamente derivare da un contesto multilogico. Un’evoluzione di tale concetto, porta ai Boundary Objects: una soluzione in grado di appartenere alle diverse prospettive strategiche degli attori intervenienti, senza la necessità che queste convergano. L’obiettivo dell’elaborato di tesi è quello di riconoscere come questa cornice teorica sia stata applicata e sviluppata nel caso studio delle compensazioni ambientali lombarde di concessione Stogit a cui ho preso parte, ponendo come domanda di ricerca: come da conflitti (ir)riducibili si possa giungere all’elaborazione di Piani d’Azione coerenti con gli obiettivi di progetto? Per rispondere, si propone un excursus degli strumenti utilizzati affiancati da rappresentazioni grafiche dei risultati ottenuti, partendo dalla conoscenza delle parti e del territorio, passando per la costruzione del consenso che ha permesso di riconoscere giochi politici e interazioni, fino alla creazione di una zona di scambio attraverso un processo indirizzato a far intendere i soggetti tra di loro e trovare quegli oggetti di confine. Il risultato è una riflessione critica dell’evoluzione dell’intero processo e degli approcci messi in atto, evidenziando difficoltà e soluzioni parziali che passo dopo passo si riuscivano ad ottenere, fino alla stesura di Piani d’Azione come Boundary Objects tra diverse strategie.

Le compensazioni ambientali e l'(ir)riducibilità dei conflitti. Il caso del rinnovo delle concessioni per lo stoccaggio del gas in Lombardia

ZITO, MARIA
2020/2021

Abstract

Participatory planning seeks to respond to the problem of the instrumental use of technical expertise, in that centralized planning appeared disconnected from the real knowledge of life in the city. We talk about different approaches that have been developed to establish an effective urban democracy, in which the interests of each party receive appropriate attention: different theories that see consensus among the actors, through the opening of dialogue, as a possible solution; or conflict as a catalyst for change. In between, when the conflict appears (ir)reducible, one can introduce the concept of Trading Zone, with which one tries to grasp what and how different actors trade with each other, obtaining the tools to understand how a design process can actually derive from a multi-logic context. An evolution of this concept, leads to the Boundary Objects: a solution able to belong to the different strategic perspectives of the intervening actors, without the need for these to converge. The aim of this thesis is to recognize how this theoretical framework has been applied and developed in the case study of the Lombardy environmental offsets of the Stogit concession in which I took part, posing as a research question: how from (ir)reducible conflicts we can reach the elaboration of Action Plans consistent with the project objectives? In order to answer this question, an excursus of the tools used is proposed together with graphical representations of the results obtained, starting from the knowledge of the parties and the territory, passing through the construction of consensus that allowed the recognition of political games and interactions, up to the creation of a zone of exchange through a process aimed at making the subjects understand each other and find those boundary objects. The result is a critical reflection of the evolution of the whole process and of the approaches put in place, highlighting difficulties and partial solutions that step by step were achieved, until the drafting of Action Plans as Boundary Objects between different strategies.
COTTINO, PAOLO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2021
2020/2021
La pianificazione partecipata cerca di rispondere al problema dell’uso strumentale della competenza tecnica, in quella pianificazione centralizzata che appariva scollegata dalla conoscenza reale della vita nella città. Si parla di diversi approcci che sono stati sviluppati per stabilire una democrazia urbana efficace, in cui gli interessi di ogni parte ricevono l’opportuna attenzione: diverse teorie che vedono il consenso tra gli attori, attraverso l’apertura del dialogo, come una possibile soluzione; o il conflitto come catalizzatore per il cambiamento. Nel mezzo, quando il conflitto appare (ir)riducibile, si può introdurre il concetto di Trading Zone, con cui si cerca di cogliere cosa e come diversi soggetti si scambiano l'un l'altro, ottenendo gli strumenti per comprendere come un processo di progettazione possa effettivamente derivare da un contesto multilogico. Un’evoluzione di tale concetto, porta ai Boundary Objects: una soluzione in grado di appartenere alle diverse prospettive strategiche degli attori intervenienti, senza la necessità che queste convergano. L’obiettivo dell’elaborato di tesi è quello di riconoscere come questa cornice teorica sia stata applicata e sviluppata nel caso studio delle compensazioni ambientali lombarde di concessione Stogit a cui ho preso parte, ponendo come domanda di ricerca: come da conflitti (ir)riducibili si possa giungere all’elaborazione di Piani d’Azione coerenti con gli obiettivi di progetto? Per rispondere, si propone un excursus degli strumenti utilizzati affiancati da rappresentazioni grafiche dei risultati ottenuti, partendo dalla conoscenza delle parti e del territorio, passando per la costruzione del consenso che ha permesso di riconoscere giochi politici e interazioni, fino alla creazione di una zona di scambio attraverso un processo indirizzato a far intendere i soggetti tra di loro e trovare quegli oggetti di confine. Il risultato è una riflessione critica dell’evoluzione dell’intero processo e degli approcci messi in atto, evidenziando difficoltà e soluzioni parziali che passo dopo passo si riuscivano ad ottenere, fino alla stesura di Piani d’Azione come Boundary Objects tra diverse strategie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/183945