Progettare terre

The thesis, structured in two parts, begins with a survey of the relationship between craftsmanship and industrial design, to then focus specifically on the ceramic industry. The first part examines how these two worlds are dynamically associated with the idea of excellence in Italian manufacturing. Italian knowhow is underpinned by expertise handed down by generations of artisans, who are pivotal to the development of design. As the thesis aims to demonstrate, artisans bring a rich and inspiring knowledge and contribute to reinforcing the value of the project, thus taking a distance from a mechanised craftsmanship and its reiteration of stylistic elements from the past. The second part focuses on a particular class of artisans and on specific materials and techniques, analysed from a project-inspired perspective. The focus on traditional ceramics has been determined by the opportunity to identify within its development the founding themes of design; by its widespread diffusion across the national territory; and by the personal experience gained working at BHUMI Ceramica. Four experts in the field were interviewed: Anty Pansera, design historian and critic; Claudia Casali, Director of MIC Faenza; Elena Agosti, former conservator at the Nove Museum; Valter Luca De Bartolomeis, designer and dean of the “Castelli” school, connected with Capodimonte porcelain factory. The interviews highlighted the importance of a receptive attitude for designers, with regards to both the historical and production contexts within which artisans operate. As shown by previous studies, this aspect is often underestimated, when designers engage with artisan businesses specialising in ceramics. Based on this premise, the thesis aims to highlight some elements related to the technical and cultural aspects of traditional ceramics, upon which to create the basis for a common dialogue. This was made possible thanks to a period of work directly in this field, which enabled to pick up elements that are normally handed down in an unspoken or oral form, to be recorded and transformed into texts and images.

La tesi, strutturata in due parti, inizia con un’indagine sul rapporto tra artigianato e industrial design, focalizzandosi poi su un settore specifico: il comparto ceramico. Nella prima parte sono state esaminate le dinamiche alla base dell’incontro dei due mondi, associate all’idea di eccellenza manifatturiera nella produzione italiana. Difatti, dietro il saper fare italiano è presente una maestria diffusa sul territorio tramandata da generazioni di artigiani, i quali sono centrali nello sviluppo del design nella connotazione contemporanea di maestri d’arte. Come si cercherà di dimostrare, essi costituiscono un patrimonio di conoscenze: un plusvalore progettuale per il design, lontano dall’artigianato meccanizzato e reiterante degli stilemi del passato. La seconda parte si focalizza su una classe di artigiani e, quindi, di materiali e tecniche, indagate dal punto di vista progettuale. La scelta è ricaduta sulla ceramica tradizionale per tre motivazioni: la possibilità di rileggere nel suo sviluppo i temi fondanti del design precedentemente affrontati; l’ampia diffusione territoriale; un’esperienza nell’azienda artigianale BHUMI Ceramica. Inizialmente è stato possibile intervistare quattro esperti del settore: Anty Pansera, storica e critica del design; Claudia Casali, direttrice del MIC di Faenza; Elena Agosti, ex conservatore del Museo Civico della Ceramica di Nove; Valter Luca De Bartolomeis, designer e dirigente della Real Fabbrica di Capodimonte. Da queste interviste è emersa l’importanza di un atteggiamento di ascolto e scoperta da parte dei designer del contesto storico e produttivo degli artigiani, così da svilupparne le specificità. Aspetto che viene spesso sottovalutato, come rivelato da precedenti studi, quando i designer entrano in contatto con realtà artigiane legate alla ceramica. Con questa premessa, l’obiettivo della tesi è di fornire degli elementi di conoscenza tecnica e culturale della ceramica tradizionale per creare una base comune di dialogo. Questo è stato possibile grazie ad un periodo di esperienza sul campo che ha permesso di trasformare elementi abitualmente trasmessi sotto forma di conoscenza tacita e orale in testi e figure.