KanalDepot. An architectural device for the productive city

The city of Brussels presents itself as an urban context in which heterogeneous practices coexist within a complex physical environment. An emblematic example of this interaction is the Canal area. Once dedicated to industry and logistics, it still retains this rare quality: in an effort to protect it, in 2014 various government authorities outlined a ten-year strategy to regenerate the area according to the principle of the “productive city”. Together with the development of the production and housing sectors, the Canal Plan activity has led over time to the establishment of numerous cultural institutions that have found their premises along the banks of the canal. Among these, KANAL-CentrePompidou will certainly be the most important in terms of its extent and cultural relevance. As the outcome of an impressive refurbishment project of the former Citroën-Yser factory designed by Atelier Kanal (Sergison Bates, noA and MN2M), the new museum institution will not, however, have an on-site storage, and once a collection has been built up, it will be necessary to find a solution for the storage of works and archival materials, as well as for all the related activities. The program of the design proposal responds to this need, conceiving a Kunstdepot on the banks of the Biestebroeck basin, 3.5 km south of Kanal. This function, which already includes the presence of laboratories and auxiliary spaces for the conservation of works of art, is complemented by the heterogeneous presence of living spaces of different types and sizes. The choice of the project area meets the will to highlight the fruitful contradictions of an urban system characterised by a strong mixitè. An area of "margin" between infrastructure and urban fabric becomes the ideal context in which to graft a typologically and functionally hybrid architectural intervention, inspired by the concept of "Functional Tradition". The design solution is therefore a synthesis of the iconography that still distinguishes the Brussels Canal today, but at the same time provides a clear formal response to a heterogeneous urban context by grafting an articulated program on a pre-existing level of complexity.

La città di Bruxelles rappresenta un ambiente urbano in cui pratiche eterogenee convivono in un contesto fisico complesso. Un esempio emblematico è l’area del Canale. Un tempo dedicato all’industria e alla logistica, ancora oggi conserva questa qualità a salvaguardia della quale i diversi enti governativi hanno delineato nel 2014 un piano decennale per una riqualifica secondo il principio della “città produttiva”. Unitamente allo sviluppo dei settori produttivo e abitativo, l’attività del Canal Plan ha portato col tempo alla nascita di numerose istituzioni culturali che hanno trovato la loro sede lungo le sponde del canale. Fra queste, quella di KANAL-CentrePompidou è certamente la più importante per portata e rilevanza culturale. Esito di un imponente progetto di recupero dell’ex fabbrica Citroën-Yser su progetto di Atelier Kanal (Sergison Bates, noA e MN2M), la nuova istituzione museale non sarà però dotata di un deposito in situ e, una volta costituitasi una collezione, sarà necessario studiare una soluzione allo stoccaggio di opere e materiali d’archivio, unitamente alle attività a questi connesse. Il programma della proposta progettuale risponde a questa necessità, ipotizzando un Kunstdepot sulle sponde del bacino di Biestebroeck, 3,5 km a Sud di Kanal. Tale funzione, che già di per se prevede la necessità di laboratori e spazi accessori all’attività di conservazione delle opere d’arte, viene affiancata dalla presenza eterogenea di spazi abitativi suddivisi in tipologie e metrature differenti. La scelta dell’area di progetto risponde alla volontà di esplicitare le feconde contraddizioni di un sistema urbano caratterizzato da una forte mixitè. Un’area di “margine” fra infrastruttura e tessuto urbano diventa il contesto ideale dove innestare un intervento architettonico tipologicamente e funzionalmente ibrido, ispirato al concetto di “Functional Tradition”. La soluzione progettuale è dunque sintesi dell’iconografia che ancora oggi distingue il canale di Bruxelles ma allo stesso tempo fornisce una chiara risposta formale a un contesto urbano eterogeneo attraverso la sovrapposizione di un programma articolato ad un livello preesistente di complessità.