Ethiopia is a country of 117 million of inhabitants with a literacy rate of slightly less than 50%, one of the lowest in the world. Here, as in much of the African continent, the right to education enshrined in the Universal Declaration of Human Rights remains a mirage inaccessible to most, especially in the rural areas. The issue is interdisciplinary, crossing the scarcity of trained teachers, besides the necessity of workforce in the agricultural fields. In addition, existing the school buildings are inadequate to fulfil their function, being dark, humid, and numerically insufficient. The work carried out in this thesis is based on an architectural competition by the NGO Abay Etiopia, and it aims to design a comfortable school, humble and plain, which will be buildable by the local labor, with local materials. In Ethiopia, traditional architecture and the use of regional techniques have been undergoing a slow decline for decades, due to the adoption of new materials, more appropriate to the hectic pace imposed by the building speculation. The loss of a relationship with the context, of an African identity, is not sustainable in social, economic, and cultural terms. Through the analysis of the resources available on the site and the climate conditions, the use of modern knowledge on the comfort, and the reinterpretation of millennial building practices, it has been designed an inclusive and affordable school, replicable also in other villages of the same region. Other than this, the school aspire to be beautiful in its simplicity, considering beauty an essential requirement for an ethical and equal architecture.

L’Etiopia è una nazione di 117 milioni di abitanti con un tasso di alfabetizzazione di poco meno del 50%, uno dei più bassi al mondo. Qui, come in buona parte del continente Africano, il diritto all’istruzione sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani rimane un miraggio all’appannaggio di pochi, soprattutto nelle zone rurali. Il problema è interdisciplinare, e passa dalla scarsità di docenti preparati, alla necessità di forza lavoro nei campi agricoli. Gli edifici scolastici esistenti sono inoltre inadeguati ad assolvere la loro funzione, bui, umidi e in numero insufficiente. Il lavoro svolto in questa tesi è ispirato da un concorso d’architettura della ONG Abay Etiopia, e si pone l’obiettivo di progettare una scuola confortevole, un edificio umile e semplice, che sia realizzabile dalla manodopera locale con materiali locali. In Etiopia, l’architettura tradizionale e l’utilizzo di materiali locali stanno subendo un lento declino da decenni, dovuto all’adozione di materiali più consoni ai ritmi frenetici imposti dalla speculazione edilizia. La perdita di un rapporto con il contesto, di un’identità africana, non è sostenibile in termini sociali, economici e culturali. Attraverso l’analisi delle risorse presenti sul territorio e delle condizioni climatiche, l’utilizzo delle moderne conoscenze sul comfort e la reinterpretazione di tecniche costruttive millenarie, è stata progettata una scuola inclusiva ed economica, replicabile anche in altri villaggi nella stessa regione. Oltre a ciò, la scuola aspira ad essere bella nella sua semplicità, considerando la bellezza un requisito essenziale per un’architettura etica ed egualitaria.

In-between. Integration of a satellite preschool in the rural Ethiopian context

ZAMBON MALTA, AMANDA;Marelli, Daniele;Eissa, Shadwa Alaaeldin Mohamed Abdelkader
2020/2021

Abstract

Ethiopia is a country of 117 million of inhabitants with a literacy rate of slightly less than 50%, one of the lowest in the world. Here, as in much of the African continent, the right to education enshrined in the Universal Declaration of Human Rights remains a mirage inaccessible to most, especially in the rural areas. The issue is interdisciplinary, crossing the scarcity of trained teachers, besides the necessity of workforce in the agricultural fields. In addition, existing the school buildings are inadequate to fulfil their function, being dark, humid, and numerically insufficient. The work carried out in this thesis is based on an architectural competition by the NGO Abay Etiopia, and it aims to design a comfortable school, humble and plain, which will be buildable by the local labor, with local materials. In Ethiopia, traditional architecture and the use of regional techniques have been undergoing a slow decline for decades, due to the adoption of new materials, more appropriate to the hectic pace imposed by the building speculation. The loss of a relationship with the context, of an African identity, is not sustainable in social, economic, and cultural terms. Through the analysis of the resources available on the site and the climate conditions, the use of modern knowledge on the comfort, and the reinterpretation of millennial building practices, it has been designed an inclusive and affordable school, replicable also in other villages of the same region. Other than this, the school aspire to be beautiful in its simplicity, considering beauty an essential requirement for an ethical and equal architecture.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
27-apr-2022
2020/2021
L’Etiopia è una nazione di 117 milioni di abitanti con un tasso di alfabetizzazione di poco meno del 50%, uno dei più bassi al mondo. Qui, come in buona parte del continente Africano, il diritto all’istruzione sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani rimane un miraggio all’appannaggio di pochi, soprattutto nelle zone rurali. Il problema è interdisciplinare, e passa dalla scarsità di docenti preparati, alla necessità di forza lavoro nei campi agricoli. Gli edifici scolastici esistenti sono inoltre inadeguati ad assolvere la loro funzione, bui, umidi e in numero insufficiente. Il lavoro svolto in questa tesi è ispirato da un concorso d’architettura della ONG Abay Etiopia, e si pone l’obiettivo di progettare una scuola confortevole, un edificio umile e semplice, che sia realizzabile dalla manodopera locale con materiali locali. In Etiopia, l’architettura tradizionale e l’utilizzo di materiali locali stanno subendo un lento declino da decenni, dovuto all’adozione di materiali più consoni ai ritmi frenetici imposti dalla speculazione edilizia. La perdita di un rapporto con il contesto, di un’identità africana, non è sostenibile in termini sociali, economici e culturali. Attraverso l’analisi delle risorse presenti sul territorio e delle condizioni climatiche, l’utilizzo delle moderne conoscenze sul comfort e la reinterpretazione di tecniche costruttive millenarie, è stata progettata una scuola inclusiva ed economica, replicabile anche in altri villaggi nella stessa regione. Oltre a ciò, la scuola aspira ad essere bella nella sua semplicità, considerando la bellezza un requisito essenziale per un’architettura etica ed egualitaria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/184316