L’ intento è di voler analizzare la figura dell’ “uomo nomade” nei secoli arrivando a capire la valenza che ha assunto nella società contemporanea. Considerando i cambiamenti della società, correlati principalmente alla globalizzazione, all’avvento delle tecnologie, all’eliminazione delle distanze, questa dissertazione è atta a dimostrare che la società in cui viviamo sia ad alto tasso di nomadismo: un neo-nomadismo con caratteristiche nuove rispetto al passato. A causa dei nuovi media interattivi, abbiamo imparato a vivere su due piani paralleli, distinti e separati, ma che si intersecano in maniera produttiva: il reale ed il virtuale. Questi fattori hanno contribuito a modificare l’approccio del cittadino rispetto al mondo che lo ospita, producendo un’autocoscienza di sé di cittadino cosmopolita. La società di “viaggiatori” che si è andata creando, è risultata multisfaccettata e polivalente, difficilmente etichettabile, ma rappresentativa. Nel reportage di un viaggio ipotetico si vuole raccontare l’esperienza del Neomade, di quale sia il suo bagaglio e di come esso possa essere ottimizzato nelle situazioni sempre variabili che affronterà: il bagaglio è “compagno di viaggio”, che racconta la sua storia, con cui crea un legame affettivo, che non sostituisce, integrando i concetti di mobilità ed adattabilità del Neomade stesso. La valenza del viaggio come mezzo utile per una maggior interculturalità e comunicazione (realmente) globale, sottolinea come esso sia un mezzo fondamentale per creare quella società globale verso cui si sta inevitabilmente tendendo. Parallelamente, il reportage è supportato da dati statistici, nozioni letterarie, artistiche, per sottolineare la forza dirompente del viaggio sulla società e di come l’atto del viaggiare influenzi gli ambiti più disparati. L’obiettivo è di raccontare e incentivare una generazione che vive la nuova frontiera dell’identità collettiva, basata non solo su rispetto e tolleranza, ma sulla fiducia reciproca. Utilizzando un linguaggio minore si vuole arrivare ad un messaggio maggiore, al fine di avere la possibilità di capire cosa ci rende umanamente simili e culturalmente diversi.

Your world your home. Costellazione di accessori mutanti per neomadi

CORRADINI, CRISTINA
2009/2010

Abstract

L’ intento è di voler analizzare la figura dell’ “uomo nomade” nei secoli arrivando a capire la valenza che ha assunto nella società contemporanea. Considerando i cambiamenti della società, correlati principalmente alla globalizzazione, all’avvento delle tecnologie, all’eliminazione delle distanze, questa dissertazione è atta a dimostrare che la società in cui viviamo sia ad alto tasso di nomadismo: un neo-nomadismo con caratteristiche nuove rispetto al passato. A causa dei nuovi media interattivi, abbiamo imparato a vivere su due piani paralleli, distinti e separati, ma che si intersecano in maniera produttiva: il reale ed il virtuale. Questi fattori hanno contribuito a modificare l’approccio del cittadino rispetto al mondo che lo ospita, producendo un’autocoscienza di sé di cittadino cosmopolita. La società di “viaggiatori” che si è andata creando, è risultata multisfaccettata e polivalente, difficilmente etichettabile, ma rappresentativa. Nel reportage di un viaggio ipotetico si vuole raccontare l’esperienza del Neomade, di quale sia il suo bagaglio e di come esso possa essere ottimizzato nelle situazioni sempre variabili che affronterà: il bagaglio è “compagno di viaggio”, che racconta la sua storia, con cui crea un legame affettivo, che non sostituisce, integrando i concetti di mobilità ed adattabilità del Neomade stesso. La valenza del viaggio come mezzo utile per una maggior interculturalità e comunicazione (realmente) globale, sottolinea come esso sia un mezzo fondamentale per creare quella società globale verso cui si sta inevitabilmente tendendo. Parallelamente, il reportage è supportato da dati statistici, nozioni letterarie, artistiche, per sottolineare la forza dirompente del viaggio sulla società e di come l’atto del viaggiare influenzi gli ambiti più disparati. L’obiettivo è di raccontare e incentivare una generazione che vive la nuova frontiera dell’identità collettiva, basata non solo su rispetto e tolleranza, ma sulla fiducia reciproca. Utilizzando un linguaggio minore si vuole arrivare ad un messaggio maggiore, al fine di avere la possibilità di capire cosa ci rende umanamente simili e culturalmente diversi.
FARE', IDA
SPLENDORE, MAURIZIO
ARC III - Facolta' del Design
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/18481