Mining today represents a primary activity with a high environmental impact. In an attempt to optimize the production of material, many quarries are exploited until they are abandoned. By doing so, man transforms the original morphology of the landscape generating deep wounds and aggravating hydrogeological instability. These marginal infrastructural spaces, intended as degraded natural places, represent today the opportunity for new forms of projects, characterized by the mixture of natural and artificial landscape. The thesis, therefore, attempts to explore an alternative future for these spaces through a project of re-functionalization of the quarry of Castellar del Vallès, an area a few kilometers from Barcelona, which in recent years has been the scene of profound changes due, first, to the exploitation of limestone and the subsequent abandonment and reuse as a place of waste disposal. Implementing a parallelism between the logistics of the mining process of materials and that of the museum deposit, the objective of the project intervention is the transformation of a natural place, now degraded by human action, in a space of new modernity. We don't mean an intervention of shelter, but one of transformation that leaves freedom of formal experimentation of the space "to the negative", at the base of the same idea of quarry. The project, working through operations of "subtraction" of matter, as well as through relationships with the changed or changing place, tries to reinterpret this palimpsest of traces and changes by integrating it with the quarry. The analysis of some models of architecture of the excavated space, chronologically distinct from each other, has allowed the acquisition of a greater awareness of the excavation as an operation. The architectural reading is translated through the artistic potential of a hand-carved cave, whose character is defined by an essential language, without superfetations and able to dialogue with the topography and the landscape.

L'estrazione mineraria rappresenta oggi un'attività primaria ad elevato impatto ambientale. Nel tentativo di ottimizzare la produzione di materiale, molte cave vengono sfruttate fino alla loro dismissione, per poi essere abbandonate. Così facendo, l'uomo trasforma la morfologia originale del paesaggio generando profonde ferite e aggravandone il dissesto idrogeologico. Questi spazi marginali infrastrutturali, intesi come luoghi naturali degradati, rappresentano oggi l'occasione per nuove forme di progetto, caratterizzate dalla commistione tra paesaggio naturale ed artificiale. La tesi, dunque, tenta di esplorare un futuro alternativo per questi spazi attraverso un progetto di rifunzionalizzazione della cava di Castellar del Vallès, un'area a pochi chilometri da Barcellona, che nel corso degli ultimi anni è stata teatro di profondi mutamenti a causa, prima, dello sfruttamento di roccia calcarea e al successivo abbandono e riutilizzo come luogo di scarico rifiuti. Attuando un parallelismo tra la logistica del processo estrattivo dei materiali e quella del deposito museale, l'obiettivo dell'intervento progettuale è la trasformazione di un luogo naturale, ormai degradato dall'azione umana, in uno spazio di nuova modernità. Non si intende un intervento di riparo, bensì uno di trasformazione che lasci libertà di sperimentazioni formali dello spazio "al negativo", alla base della stessa idea di cava. Il progetto, lavorando attraverso operazioni di "sottrazione" di materia, nonché per mezzo di relazioni con il luogo mutato o in mutazione, cerca di reinterpretare questo palinsesto di tracce e mutamenti integrandolo con la cava. L'analisi di alcuni modelli di architettura dello spazio scavato, cronologicamente distinti tra loro, ha permesso l'acquisizione di una maggiore consapevolezza dello scavo come operazione. La lettura architettonica si traduce attraverso il potenziale artistico di una caverna scolpita a mano, il cui carattere è definito da un linguaggio essenziale, privo di superfetazioni ed in grado di dialogare con la topografia ed il paesaggio.

Filling the void. A new art depot in a post extractive landscape

Caruso, Viviana
2020/2021

Abstract

Mining today represents a primary activity with a high environmental impact. In an attempt to optimize the production of material, many quarries are exploited until they are abandoned. By doing so, man transforms the original morphology of the landscape generating deep wounds and aggravating hydrogeological instability. These marginal infrastructural spaces, intended as degraded natural places, represent today the opportunity for new forms of projects, characterized by the mixture of natural and artificial landscape. The thesis, therefore, attempts to explore an alternative future for these spaces through a project of re-functionalization of the quarry of Castellar del Vallès, an area a few kilometers from Barcelona, which in recent years has been the scene of profound changes due, first, to the exploitation of limestone and the subsequent abandonment and reuse as a place of waste disposal. Implementing a parallelism between the logistics of the mining process of materials and that of the museum deposit, the objective of the project intervention is the transformation of a natural place, now degraded by human action, in a space of new modernity. We don't mean an intervention of shelter, but one of transformation that leaves freedom of formal experimentation of the space "to the negative", at the base of the same idea of quarry. The project, working through operations of "subtraction" of matter, as well as through relationships with the changed or changing place, tries to reinterpret this palimpsest of traces and changes by integrating it with the quarry. The analysis of some models of architecture of the excavated space, chronologically distinct from each other, has allowed the acquisition of a greater awareness of the excavation as an operation. The architectural reading is translated through the artistic potential of a hand-carved cave, whose character is defined by an essential language, without superfetations and able to dialogue with the topography and the landscape.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
L'estrazione mineraria rappresenta oggi un'attività primaria ad elevato impatto ambientale. Nel tentativo di ottimizzare la produzione di materiale, molte cave vengono sfruttate fino alla loro dismissione, per poi essere abbandonate. Così facendo, l'uomo trasforma la morfologia originale del paesaggio generando profonde ferite e aggravandone il dissesto idrogeologico. Questi spazi marginali infrastrutturali, intesi come luoghi naturali degradati, rappresentano oggi l'occasione per nuove forme di progetto, caratterizzate dalla commistione tra paesaggio naturale ed artificiale. La tesi, dunque, tenta di esplorare un futuro alternativo per questi spazi attraverso un progetto di rifunzionalizzazione della cava di Castellar del Vallès, un'area a pochi chilometri da Barcellona, che nel corso degli ultimi anni è stata teatro di profondi mutamenti a causa, prima, dello sfruttamento di roccia calcarea e al successivo abbandono e riutilizzo come luogo di scarico rifiuti. Attuando un parallelismo tra la logistica del processo estrattivo dei materiali e quella del deposito museale, l'obiettivo dell'intervento progettuale è la trasformazione di un luogo naturale, ormai degradato dall'azione umana, in uno spazio di nuova modernità. Non si intende un intervento di riparo, bensì uno di trasformazione che lasci libertà di sperimentazioni formali dello spazio "al negativo", alla base della stessa idea di cava. Il progetto, lavorando attraverso operazioni di "sottrazione" di materia, nonché per mezzo di relazioni con il luogo mutato o in mutazione, cerca di reinterpretare questo palinsesto di tracce e mutamenti integrandolo con la cava. L'analisi di alcuni modelli di architettura dello spazio scavato, cronologicamente distinti tra loro, ha permesso l'acquisizione di una maggiore consapevolezza dello scavo come operazione. La lettura architettonica si traduce attraverso il potenziale artistico di una caverna scolpita a mano, il cui carattere è definito da un linguaggio essenziale, privo di superfetazioni ed in grado di dialogare con la topografia ed il paesaggio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/186037