Since the beginning, there was the Earth, mankind, and, lastly, architecture. For the longest time, human presence in the natural environment was made undeniably possible by the reciprocal customs of co-existence and respect between the two life forms. As centuries went by, nonetheless, mankind fractured the delicate thread of continuity, which directly poses a juxtaposing threat to the fertility of Mother Nature carried forward by the multitude of technological advancements as well as the industrial process ushering in an economic surge. The rebellious acts of nature, which have been vexed throughout such an era, mostly due to pollution, destruction of natural habitats, depletion of non-renewable resources, and lastly, overproduction of unperishable waste, have called out for curated strategies to patch up and stitch a deep, long-lasting wound. Architecture has a fundamental role in reparation concerning the delicate balance of the past through the use of enthalpy-like states in the environment in which it is allocated. How? One would surely ask. And from that, paradoxically, comes back to the point of origin. Puglia, a land filled with vernacular structures denominated trulli, which have an innate ability through their structure to fully integrate with the surrounding nature. One is able to seek out the true cardinal intention of such a primitive structure which resembles a hut, an archetype of survival through its primordial function of protection, in response to the nomadic as well as stationary nature of its creator. How, at last, can such vernacular architecture have a modern viewpoint? Technology becomes a driver – more than an end – to answer to the specific environmental theme of the modern addiction with regards to the sustainability in the choice, as well as the adoption of curated and thought-off material with recyclable end goals. A targeted solution in the build of the structure to achieve minimal environmental impacts.

In principio, fu la Terra. E, poi, fu l’uomo. Infine, fu l’architettura. Per lungo tempo, la presenza dell’essere umano entro l’ambiente naturale è stata guidata dalla consuetudine di reciproco rispetto basata sull’assunto di coesistenza ed appartenenza ad un medesimo eco-sistema. Nei secoli, l’uomo ha avviato un processo di scissione sfociato in una netta contrapposizione con la Madre Generatrice, in un tumultuoso antropocentrismo spinto dalle moderne scoperte tecnologiche e dall’incalzante progresso industriale proclive alla costante crescita economica. La ribellione della Natura, incessantemente vessata da inquinamento ambientale, distruzione degli habitat, esaurimento delle risorse non rinnovabili e produzione di rifiuti, ha richiesto ed esige tutt’oggi opportune strategie di sviluppo che possano ricucire una ferita da lungo tempo aperta. L’architettura viene investita del preminente ruolo riparatore alla riscoperta di un sentimento passato di rispetto dei principi ordinatori dettati dall’ambiente circostante. Come?, ci si domanda. Il ritorno diviene, paradossalmente, il punto di partenza. La Puglia, disseminata di architetture vernacolari denominate trulli, capaci di una innata integrazione con la natura, evolve in pretesto. Riconducibili al principio cardine della capanna primigenia, i trulli divengono archetipo e l’archetipo diviene attuazione formale nel rispondere alla primitiva esigenza di costruzione di un primordiale rifugio, in risposta alla costante esigenza abitativa, intesa in senso nomade o stanziale. Come, infine, dotare un’architettura vernacolare di una intrinseca novità in vista di una contemporanea costruzione? La tecnologia diviene il mezzo – più che un fine – per rispondere alle specifiche tematiche ambientali di un dato luogo, i cui principi divengono applicabili e replicabili in un’ottica di più ampio respiro. Il rinnovamento formale e tecnico, corroborato dall’utilizzo della prototipazione rapida edilizia in veste di tecnologia additiva, ricalca i principi cardine del costruire sostenibilità e circolarità, mediante un impiego consapevole di materie prime riciclabili, una edificazione in loco ed una conseguente riduzione degli impatti ambientali.

Arché-thòlos. La circolarità dell'architettura : dall'archetipo del trullo ad una prototipazione sostenibile

Prencipe, Vittoria
2020/2021

Abstract

Since the beginning, there was the Earth, mankind, and, lastly, architecture. For the longest time, human presence in the natural environment was made undeniably possible by the reciprocal customs of co-existence and respect between the two life forms. As centuries went by, nonetheless, mankind fractured the delicate thread of continuity, which directly poses a juxtaposing threat to the fertility of Mother Nature carried forward by the multitude of technological advancements as well as the industrial process ushering in an economic surge. The rebellious acts of nature, which have been vexed throughout such an era, mostly due to pollution, destruction of natural habitats, depletion of non-renewable resources, and lastly, overproduction of unperishable waste, have called out for curated strategies to patch up and stitch a deep, long-lasting wound. Architecture has a fundamental role in reparation concerning the delicate balance of the past through the use of enthalpy-like states in the environment in which it is allocated. How? One would surely ask. And from that, paradoxically, comes back to the point of origin. Puglia, a land filled with vernacular structures denominated trulli, which have an innate ability through their structure to fully integrate with the surrounding nature. One is able to seek out the true cardinal intention of such a primitive structure which resembles a hut, an archetype of survival through its primordial function of protection, in response to the nomadic as well as stationary nature of its creator. How, at last, can such vernacular architecture have a modern viewpoint? Technology becomes a driver – more than an end – to answer to the specific environmental theme of the modern addiction with regards to the sustainability in the choice, as well as the adoption of curated and thought-off material with recyclable end goals. A targeted solution in the build of the structure to achieve minimal environmental impacts.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
In principio, fu la Terra. E, poi, fu l’uomo. Infine, fu l’architettura. Per lungo tempo, la presenza dell’essere umano entro l’ambiente naturale è stata guidata dalla consuetudine di reciproco rispetto basata sull’assunto di coesistenza ed appartenenza ad un medesimo eco-sistema. Nei secoli, l’uomo ha avviato un processo di scissione sfociato in una netta contrapposizione con la Madre Generatrice, in un tumultuoso antropocentrismo spinto dalle moderne scoperte tecnologiche e dall’incalzante progresso industriale proclive alla costante crescita economica. La ribellione della Natura, incessantemente vessata da inquinamento ambientale, distruzione degli habitat, esaurimento delle risorse non rinnovabili e produzione di rifiuti, ha richiesto ed esige tutt’oggi opportune strategie di sviluppo che possano ricucire una ferita da lungo tempo aperta. L’architettura viene investita del preminente ruolo riparatore alla riscoperta di un sentimento passato di rispetto dei principi ordinatori dettati dall’ambiente circostante. Come?, ci si domanda. Il ritorno diviene, paradossalmente, il punto di partenza. La Puglia, disseminata di architetture vernacolari denominate trulli, capaci di una innata integrazione con la natura, evolve in pretesto. Riconducibili al principio cardine della capanna primigenia, i trulli divengono archetipo e l’archetipo diviene attuazione formale nel rispondere alla primitiva esigenza di costruzione di un primordiale rifugio, in risposta alla costante esigenza abitativa, intesa in senso nomade o stanziale. Come, infine, dotare un’architettura vernacolare di una intrinseca novità in vista di una contemporanea costruzione? La tecnologia diviene il mezzo – più che un fine – per rispondere alle specifiche tematiche ambientali di un dato luogo, i cui principi divengono applicabili e replicabili in un’ottica di più ampio respiro. Il rinnovamento formale e tecnico, corroborato dall’utilizzo della prototipazione rapida edilizia in veste di tecnologia additiva, ricalca i principi cardine del costruire sostenibilità e circolarità, mediante un impiego consapevole di materie prime riciclabili, una edificazione in loco ed una conseguente riduzione degli impatti ambientali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/186178