The interaction between the architectural space and the installation of the work of art in this space causes important effects on our perception and bodily experience. I have observed that works of art that use natural light or artificial light as a medium create a dynamic relationship between the work and the architectural space. This relationship invites the viewer to move from a state of passive modernity to an active mode or to become part of the work and, therefore, of the architecture, creating a holistic experience. The construction of museums and galleries was elaborated mainly from the early modern way of seeing. In order to question this view, I wanted to base my reflection on the thinking of Zumthor and Pallasmaa. I use a theoretical and analytical point of view to change the ways of conceiving the installation of artworks in an architectural space, and thus generate a new concept of space, increasing the possibilities of interaction between space and body. I seek to understand if we can use art to analyze a change that needs to be considered in architecture, through a selection of works by James Turrell, Olafur Eliasson, and Refik Anadol. This dissertation does not intend to provide an immediate answer but will try to stimulate a discussion about the use of artworks for the design of new structures. If architectural space can be considered as an ephemeral entity around which one can work collaboratively, I think that the art of exhibiting can reveal a strong complementary relationship between architecture and artwork, also contributing to defining a new concept of space. I have tried to integrate the theoretical investigation of the relationship between the work of art and architectural space with an attempt to rethink architectural methods and elements around the notion of space, in education and architectural practice. My main source of reflection remains the work of contemporary artists who have developed new ways of displaying their art and of engaging viewers in a communicative function, through the use of the various characteristics of light.

L’interazione fra lo spazio architettonico e l’installazione dell’opera d’arte in questo spazio provoca effetti importanti sulla nostra percezione ed esperienza corporea. Ho potuto osservare che opere d’arte che usano la luce naturale o la luce artificiale come mezzo, creano una relazione dinamica fra l’opera e lo spazio architettonico. Questa relazione invita lo spettatore a passare da uno stato di modernità passiva ad una modalità attiva o a diventare parte dell’opera e, perciò, dell’architettura, creando un’esperienza olistica. La costruzione di musei e gallerie è stata elaborata principalmente a partire dal modo di vedere della prima modernità. Per mettere in questione questa visione ho voluto fondare la mia riflessione sul pensiero di Zumthor e Pallasmaa. Uso un punto di vista teorico e analitico per cambiare i modi di concepire l’installazione delle opere d’arte in uno spazio architettonico, e quindi per generare un nuovo concetto di spazio, aumentando le possibilità di interazione fra spazio e corpo. Cerco di capire se possiamo usare l’arte per analizzare un cambiamento che necessita di essere considerato in architettura, attraverso una selezione di opere di James Turrell, Olafur Eliasson e Refik Anadol. Questa dissertazione non intende fornire una risposta immediata ma cercherà di stimolare una discussione riguardo l’uso di opere d’arte per la progettazione di nuove strutture. Se lo spazio architettonico può essere considerato come un’entità effimera attorno alla quale si può lavorare in modo collaborativo, penso che l’arte di esporre potrà rivelare una forte relazione complementare fra architettura e opera d’arte, contribuendo anche a definire un nuovo concetto di spazio. Ho cercato di integrare l’indagine teorica sulle relazioni fra l’opera d’arte e lo spazio architettonico con il tentativo di ripensare i metodi e gli elementi architettonici attorno alla nozione di spazio, nell’educazione e nella pratica architettonica. La mia fonte principale di riflessione rimane anche in questo caso il lavoro di artisti contemporanei che hanno sviluppato nuovi modi di esporre la loro arte e di coinvolgere gli spettatori in funzione comunicativa, attraverso l’uso delle varie caratteristiche della luce.

From an architectural space into an imaginary landscape

TURK, TUGCE SELIN
2020/2021

Abstract

The interaction between the architectural space and the installation of the work of art in this space causes important effects on our perception and bodily experience. I have observed that works of art that use natural light or artificial light as a medium create a dynamic relationship between the work and the architectural space. This relationship invites the viewer to move from a state of passive modernity to an active mode or to become part of the work and, therefore, of the architecture, creating a holistic experience. The construction of museums and galleries was elaborated mainly from the early modern way of seeing. In order to question this view, I wanted to base my reflection on the thinking of Zumthor and Pallasmaa. I use a theoretical and analytical point of view to change the ways of conceiving the installation of artworks in an architectural space, and thus generate a new concept of space, increasing the possibilities of interaction between space and body. I seek to understand if we can use art to analyze a change that needs to be considered in architecture, through a selection of works by James Turrell, Olafur Eliasson, and Refik Anadol. This dissertation does not intend to provide an immediate answer but will try to stimulate a discussion about the use of artworks for the design of new structures. If architectural space can be considered as an ephemeral entity around which one can work collaboratively, I think that the art of exhibiting can reveal a strong complementary relationship between architecture and artwork, also contributing to defining a new concept of space. I have tried to integrate the theoretical investigation of the relationship between the work of art and architectural space with an attempt to rethink architectural methods and elements around the notion of space, in education and architectural practice. My main source of reflection remains the work of contemporary artists who have developed new ways of displaying their art and of engaging viewers in a communicative function, through the use of the various characteristics of light.
AYDEMIR, AYSE ZEYNEP
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
L’interazione fra lo spazio architettonico e l’installazione dell’opera d’arte in questo spazio provoca effetti importanti sulla nostra percezione ed esperienza corporea. Ho potuto osservare che opere d’arte che usano la luce naturale o la luce artificiale come mezzo, creano una relazione dinamica fra l’opera e lo spazio architettonico. Questa relazione invita lo spettatore a passare da uno stato di modernità passiva ad una modalità attiva o a diventare parte dell’opera e, perciò, dell’architettura, creando un’esperienza olistica. La costruzione di musei e gallerie è stata elaborata principalmente a partire dal modo di vedere della prima modernità. Per mettere in questione questa visione ho voluto fondare la mia riflessione sul pensiero di Zumthor e Pallasmaa. Uso un punto di vista teorico e analitico per cambiare i modi di concepire l’installazione delle opere d’arte in uno spazio architettonico, e quindi per generare un nuovo concetto di spazio, aumentando le possibilità di interazione fra spazio e corpo. Cerco di capire se possiamo usare l’arte per analizzare un cambiamento che necessita di essere considerato in architettura, attraverso una selezione di opere di James Turrell, Olafur Eliasson e Refik Anadol. Questa dissertazione non intende fornire una risposta immediata ma cercherà di stimolare una discussione riguardo l’uso di opere d’arte per la progettazione di nuove strutture. Se lo spazio architettonico può essere considerato come un’entità effimera attorno alla quale si può lavorare in modo collaborativo, penso che l’arte di esporre potrà rivelare una forte relazione complementare fra architettura e opera d’arte, contribuendo anche a definire un nuovo concetto di spazio. Ho cercato di integrare l’indagine teorica sulle relazioni fra l’opera d’arte e lo spazio architettonico con il tentativo di ripensare i metodi e gli elementi architettonici attorno alla nozione di spazio, nell’educazione e nella pratica architettonica. La mia fonte principale di riflessione rimane anche in questo caso il lavoro di artisti contemporanei che hanno sviluppato nuovi modi di esporre la loro arte e di coinvolgere gli spettatori in funzione comunicativa, attraverso l’uso delle varie caratteristiche della luce.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/186207