This thesis investigates architectural utopias from the 1960s to create a new layer in a palimpsest city, Istanbul. The investigation starts with the lead of Yona Friedman and his works on Mobile Architecture. Starting with Mobile Architecture Manifest from Friedman, the thesis takes its form around the 1960s Utopias with the specification of ‘experimental, unfinished, user-oriented architecture’. In addition to them, utopias were evaluated in terms of adaptability, flexibility, modularity, and temporariness. In this context, the role of the architect and the user is questioned. 1960s Utopias were evaluated with the increase in population, migration to cities, and technology after World War II. Architects were led to new searches because of the rising density and changing living standards in the cities and started to create megastructures with spatial sense such as Yona Friedman, Smithsons, Cedric Price, and Archigram. On the other hand, since the antique age, Istanbul has been a palimpsest city with multi-layered history, culture, and architecture. Those changes were reflected in the architecture and urban planning, which has similarities with European cities. Thereby, 1960s utopic projects were considered a way to find a solution and to create an experimental project in one of the most important areas in Istanbul. Layering on a Palimpsest City with 1960s Utopias aimed to respect the city’s historical and physical context while responding to the city’s and citizens’ needs. The experimental project takes into account the key aspects of the 60s utopias such as adaptability and modularity with using local architecture inspirations.

Questa tesi indaga le utopie architettoniche degli anni ‘60 per creare un nuovo livello in una città palinsesto: Istanbul. L’indagine inizia con la guida di Yona Friedman e i suoi lavori sulla Mobile Architecture. Partendo dal Manifesto della Mobile Architecture di Friedman, la tesi prende forma intorno alle utopie degli anni ‘60 ponendo l’accento sul concetto di “architettura sperimentale, non finita, orientata all’utente”. Inoltre, le utopie sono state valutate in termini di adattabilità, flessibilità, modularità e temporaneità. In questo contesto, il ruolo dell’architetto e dell’utente è messo in discussione. Negli anni ‘60 le utopie in architettura furono ideate in conseguenza all’aumento della popolazione, la migrazione verso le città e la tecnologia dopo la Seconda guerra mondiale. Gli architetti, come Yona Friedman, Smithsons, Cedric Price e Archigram, furono portati a nuove ricerche a causa della crescente densità e del cambiamento degli standard di vita nelle città e iniziarono a creare megastrutture con un senso spaziale. D’altra parte, fin dall’età antica, Istanbul è stata una città palinsesto con storia, cultura e architettura multistrato. Questi cambiamenti si sono riflessi nell’architettura e nella pianificazione urbana, che ha somiglianze con le città europee. Pertanto, i progetti utopici degli anni ‘60 sono stati considerati un modo per trovare una soluzione e per creare un progetto sperimentale in una delle aree più importanti di Istanbul. La stratificazione di una città palinsesto con le utopie del 1960 mirava a rispettare il contesto storico e fisico della città mentre rispondeva alle esigenze della città e dei cittadini. Il progetto sperimentale tiene conto degli aspetti chiave delle utopie degli anni ‘60, come l’adattabilità e la modularità, utilizzando ispirazioni dell’architettura locale.

Layering on a palimpsest city with 60s utopias. An experimental project in Istanbul

KOYUNCU, TUGCE NUR
2020/2021

Abstract

This thesis investigates architectural utopias from the 1960s to create a new layer in a palimpsest city, Istanbul. The investigation starts with the lead of Yona Friedman and his works on Mobile Architecture. Starting with Mobile Architecture Manifest from Friedman, the thesis takes its form around the 1960s Utopias with the specification of ‘experimental, unfinished, user-oriented architecture’. In addition to them, utopias were evaluated in terms of adaptability, flexibility, modularity, and temporariness. In this context, the role of the architect and the user is questioned. 1960s Utopias were evaluated with the increase in population, migration to cities, and technology after World War II. Architects were led to new searches because of the rising density and changing living standards in the cities and started to create megastructures with spatial sense such as Yona Friedman, Smithsons, Cedric Price, and Archigram. On the other hand, since the antique age, Istanbul has been a palimpsest city with multi-layered history, culture, and architecture. Those changes were reflected in the architecture and urban planning, which has similarities with European cities. Thereby, 1960s utopic projects were considered a way to find a solution and to create an experimental project in one of the most important areas in Istanbul. Layering on a Palimpsest City with 1960s Utopias aimed to respect the city’s historical and physical context while responding to the city’s and citizens’ needs. The experimental project takes into account the key aspects of the 60s utopias such as adaptability and modularity with using local architecture inspirations.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
Questa tesi indaga le utopie architettoniche degli anni ‘60 per creare un nuovo livello in una città palinsesto: Istanbul. L’indagine inizia con la guida di Yona Friedman e i suoi lavori sulla Mobile Architecture. Partendo dal Manifesto della Mobile Architecture di Friedman, la tesi prende forma intorno alle utopie degli anni ‘60 ponendo l’accento sul concetto di “architettura sperimentale, non finita, orientata all’utente”. Inoltre, le utopie sono state valutate in termini di adattabilità, flessibilità, modularità e temporaneità. In questo contesto, il ruolo dell’architetto e dell’utente è messo in discussione. Negli anni ‘60 le utopie in architettura furono ideate in conseguenza all’aumento della popolazione, la migrazione verso le città e la tecnologia dopo la Seconda guerra mondiale. Gli architetti, come Yona Friedman, Smithsons, Cedric Price e Archigram, furono portati a nuove ricerche a causa della crescente densità e del cambiamento degli standard di vita nelle città e iniziarono a creare megastrutture con un senso spaziale. D’altra parte, fin dall’età antica, Istanbul è stata una città palinsesto con storia, cultura e architettura multistrato. Questi cambiamenti si sono riflessi nell’architettura e nella pianificazione urbana, che ha somiglianze con le città europee. Pertanto, i progetti utopici degli anni ‘60 sono stati considerati un modo per trovare una soluzione e per creare un progetto sperimentale in una delle aree più importanti di Istanbul. La stratificazione di una città palinsesto con le utopie del 1960 mirava a rispettare il contesto storico e fisico della città mentre rispondeva alle esigenze della città e dei cittadini. Il progetto sperimentale tiene conto degli aspetti chiave delle utopie degli anni ‘60, come l’adattabilità e la modularità, utilizzando ispirazioni dell’architettura locale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/186208