La crisi dei "nuovi strumenti di consumo". Progetto per un condensatore sociale nell'ex centro Il Fare a Gallarate

This work attempts to provide an overview of the state of health of the shopping centers in our country, given the numerous signs of crisis coming from overseas. If in the United States there have been more than two decades of discussion on the possible reuse of the growing number of abandoned shopping centers, through more or less invasive intervention strategies, in Italy the interest in the subject still appears limited. And although the phenomenon of commercial divestment in our country still appears to be under control, the rapid changes that are affecting the world of consumption seem to cast a shadow on the future of these structures. In fact, even on national soil there are the first cases of commercial divestment, which hit the oldest structures, leaving deep wounds on the surrounding physical, economic and social fabric. In this context, the former Il Fare shopping center in Gallarate presents itself as an exemplary case of the decommissioning of a shopping center in our country. The center, built on a former industrial area a few hundred meters from the historic core of the city, is closing in just two years after its inauguration. Following the study of the case, it was possible to determine how the failure of the structure was the result of multiple factors, some of which related to the state of the commercial system of the Varese municipality, while others attributable to the poor overall architectural quality of the building. The recovery project of Il Fare envisages the transformation of the former shopping center into a business incubator oriented towards the retail sector, a place that can accommodate the realities actively involved in the transformation processes of the world of commerce. A project that works simultaneously on several scales and on several distinct but intertwined problems: on the one hand more purely disciplinary aspects such as the recovery of large disused sales structures and urban regeneration, on the other the possible responses to the great changes that are affecting the world of contemporary consumption.

Questo lavoro tenta di restituire una panoramica sullo stato di salute delle Grandi Strutture di Vendita nel nostro Paese, visti i numerosi segnali di crisi provenienti da oltreoceano. Se negli Stati Uniti sono oltre due decenni che si discute sul possibile riutilizzo del crescente numero di centri commerciali dismessi, tramite strategie di intervento più o meno invasive, in Italia l’interesse verso l’argomento appare ancora limitato. E nonostante il fenomeno della dismissione commerciale nel nostro Paese appaia ancora sotto controllo, i rapidi cambiamenti che stanno investendo il mondo del consumo sembrano gettare un’ombra sul futuro di queste strutture. Anche sul suolo nazionale, infatti, si registrano i primi casi di dismissione commerciale, che vanno a colpire le strutture più datate, lasciando profonde ferite sul circostante tessuto fisico, economico e sociale. In questo contesto, l’ex-centro commerciale Il Fare a Gallarate si presenta come un caso esemplare di dismissione di una Grande Struttura di Vendita nel nostro Paese. Il centro, costruito su un’area ex industriale a poche centinaia di metri dal nucleo storico della città, dopo appena due anni dall’inaugurazione va incontro alla chiusura. In seguito allo studio del caso è stato possibile determinare come fallimento della struttura sia stato conseguenza di molteplici fattori, alcuni dei quali legati allo stato del sistema commerciale del comune varesino, mentre altri riconducibili alla scarsa qualità architettonica complessiva dell’edificio. Il progetto di recupero de Il Fare prevede la trasformazione dell’ex centro commerciale in un incubatore di impresa orientato al settore retail, un luogo che possa accogliere le realtà attivamente coinvolte nei processi di trasformazione del mondo del commercio. Un progetto che lavora contemporaneamente a più scale e su più problematiche distinte ma intrecciate: da un lato aspetti più prettamente disciplinari come il recupero delle grandi strutture di vendita dismesse e la rigenerazione urbana, dall’altro le possibili risposte ai grandi cambiamenti che stanno investendo il mondo del consumo contemporaneo.