In architecture, singularity and specificity have always been crucial issues. Contemporary cities, however, are gradually losing their individuality due to methods of interventions aiming at implementing a generic uniformity. Where is, then, singularity in our cities, nowadays? Urban spaces, especially the public ones, often conceal their potential, which cannot be expressed properly. In other words, we must rethink these sites, which are often urban voids, with obsolete functions (parking lots, traffic signals), so as to dig out our sense of community, which is the true expression of local culture. Voids must be cleared of impediments before colonization and transformation can occur. Through temporary installations of objects and people in motion, voids without functions are so converted into stages for the city’s usages and culture. There are numerous examples in Europe of project detecting, mapping, and interpreting spontaneous needs of use, translating them into a system of policies and strategies, then. As an interoverted city, Milan serves as a case study. Despite the attempts of “extroversion” of recent years, there are still many squares characterised by road mobility. Stopping and meeting people is literally impossible in these areas, to the extent that it is even difficult to pass through them. Piazza Sant’Agostino is a relevant example of this: having been an urban void for many years, it was then returned to society as a parking lot. Public and private institutions have responded by programming inedit events there, both spontaneous and planned. In the future, Piazza Sant’Agostino could become a paramount area of exchange and expression, and, like a real theatre, host its own theater season, where unplanned and spontaneous events can take place.

La singolarità e la specificità rappresentano, da sempre, un nodo fondamentale in architettura. Le città contemporanee, tuttavia, si svestono sempre più dei loro caratteri individuali, complici anche interventi che perseguono una generica uniformità. Dove si trova la singolarità nelle città oggi? Spesso, gli spazi urbani, soprattutto di carattere pubblico, nascondono potenzialità che non trovano una superficie adatta ad esprimersi. Urge, perciò, un ripensamento di questi luoghi, che si presentano frequentemente sotto forma di vuoti urbani con funzioni obsolete (parcheggi, snodi del traffico…), dove è necessario rintracciare il senso di collettività, autentica espressione della cultura locale. Prima di essere colonizzato e trasformato, il vuoto deve essere però liberato da impedimenti, fatto che diventa l’azione stessa del progetto. De-funzionalizzato e reso disponibile ai cittadini, lo spazio vuoto diventa così un palcoscenico dove gli usi e la cultura emergono tramite installazioni temporanee di oggetti e persone in movimento. Sono numerosi gli esempi in Europa in cui il progetto rileva, mappa, interpreta le spontanee esigenze d’uso nei suoi spazi, per poi tradurle in un sistema di politiche e strategie. Milano è preso come caso studio, interessante perché spesso identificata come una città di spazi introversi. Nonostante il tentativo di estroversione verificatosi negli ultimi anni, sono ancora moltissime le piazze caratterizzate solamente dalla mobilità veicolare, nelle quali la sosta e l’incontro delle persone sono impraticabili, al punto che talvolta vi è addirittura impedito il semplice passaggio. Piazza Sant’Agostino ne è un esempio significativo: dopo essere stata utilizzata a lungo come parcheggio, è stata infine restituita alla collettività sotto forma di grande vuoto urbano. Questo ha generato utilizzi inediti, sia spontanei che programmati da enti pubblici e privati. Piazza sant’Agostino può senz’altro arrivare a consolidarsi come importante luogo di scambio ed espressione e, come un vero teatro, può vivere finalmente la sua stagione teatrale, facendosi palcoscenico di eventi organizzati intervallati da eventi imprevedibili e spontanei.

Vuoto come palcoscenico. Analisi delle pratiche collettive come metodo di riappropriazione degli spazi pubblici e manifestazione della specificità nella città contemporanea

Aldini, Lorenzo
2020/2021

Abstract

In architecture, singularity and specificity have always been crucial issues. Contemporary cities, however, are gradually losing their individuality due to methods of interventions aiming at implementing a generic uniformity. Where is, then, singularity in our cities, nowadays? Urban spaces, especially the public ones, often conceal their potential, which cannot be expressed properly. In other words, we must rethink these sites, which are often urban voids, with obsolete functions (parking lots, traffic signals), so as to dig out our sense of community, which is the true expression of local culture. Voids must be cleared of impediments before colonization and transformation can occur. Through temporary installations of objects and people in motion, voids without functions are so converted into stages for the city’s usages and culture. There are numerous examples in Europe of project detecting, mapping, and interpreting spontaneous needs of use, translating them into a system of policies and strategies, then. As an interoverted city, Milan serves as a case study. Despite the attempts of “extroversion” of recent years, there are still many squares characterised by road mobility. Stopping and meeting people is literally impossible in these areas, to the extent that it is even difficult to pass through them. Piazza Sant’Agostino is a relevant example of this: having been an urban void for many years, it was then returned to society as a parking lot. Public and private institutions have responded by programming inedit events there, both spontaneous and planned. In the future, Piazza Sant’Agostino could become a paramount area of exchange and expression, and, like a real theatre, host its own theater season, where unplanned and spontaneous events can take place.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
La singolarità e la specificità rappresentano, da sempre, un nodo fondamentale in architettura. Le città contemporanee, tuttavia, si svestono sempre più dei loro caratteri individuali, complici anche interventi che perseguono una generica uniformità. Dove si trova la singolarità nelle città oggi? Spesso, gli spazi urbani, soprattutto di carattere pubblico, nascondono potenzialità che non trovano una superficie adatta ad esprimersi. Urge, perciò, un ripensamento di questi luoghi, che si presentano frequentemente sotto forma di vuoti urbani con funzioni obsolete (parcheggi, snodi del traffico…), dove è necessario rintracciare il senso di collettività, autentica espressione della cultura locale. Prima di essere colonizzato e trasformato, il vuoto deve essere però liberato da impedimenti, fatto che diventa l’azione stessa del progetto. De-funzionalizzato e reso disponibile ai cittadini, lo spazio vuoto diventa così un palcoscenico dove gli usi e la cultura emergono tramite installazioni temporanee di oggetti e persone in movimento. Sono numerosi gli esempi in Europa in cui il progetto rileva, mappa, interpreta le spontanee esigenze d’uso nei suoi spazi, per poi tradurle in un sistema di politiche e strategie. Milano è preso come caso studio, interessante perché spesso identificata come una città di spazi introversi. Nonostante il tentativo di estroversione verificatosi negli ultimi anni, sono ancora moltissime le piazze caratterizzate solamente dalla mobilità veicolare, nelle quali la sosta e l’incontro delle persone sono impraticabili, al punto che talvolta vi è addirittura impedito il semplice passaggio. Piazza Sant’Agostino ne è un esempio significativo: dopo essere stata utilizzata a lungo come parcheggio, è stata infine restituita alla collettività sotto forma di grande vuoto urbano. Questo ha generato utilizzi inediti, sia spontanei che programmati da enti pubblici e privati. Piazza sant’Agostino può senz’altro arrivare a consolidarsi come importante luogo di scambio ed espressione e, come un vero teatro, può vivere finalmente la sua stagione teatrale, facendosi palcoscenico di eventi organizzati intervallati da eventi imprevedibili e spontanei.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/187017