Intorno a noi il discorso delle creatività è ovunque, eppure se ci venisse chiesto di spiegare cosa questa parola significa, ci troveremmo imbarazzati nella difficoltà di fornirne una definizione esauriente. Sono state usate tante parole per definire la creatività, si sono sovrapposte tante teorie su meccanismi e processi e si sono spesso usati termini diversi per indicare gli stessi elementi o aspetti. Questa ricchezza di discussione sull'argomento ha avuto come effetto collaterale l'aver generato confusione sul fenomeno e aver aumentato il discredito di cui il concetto gode. Questa tesi si propone non tanto di semplificare la creatività riducendola a un solo concetto ben definito, quanto di cercare di riorganizzare la complessità degli studi sull'argomento e restituire così un valore a un termine a rischio di abuso. Si cercherà così di affrontare le molteplici sfaccettature di questo concetto, mettendo in relazione teorie sviluppate in ambiti diversi. A partire da questa riorganizzazione del materiale, appare subito come il ruolo della società nel riconoscimento del valore di una mente e di un prodotto creativo sia fondamentale. Ma se la creatività ha bisogno di essere meglio conosciuta e riconosciuta, per il design diventa altrettanto necessario indagare i meccanismi mentali “creativi” del destinatario. La creatività, infatti, è dialogica: concerne anche le risposte interpretative, di comprensione e di uso degli artefatti. Quali sono allora i meccanismi che entrano in gioco nella lettura di un prodotto creativo? A questa domanda si cerca di dare una risposta sperimentale attraverso alcuni esercizi attraverso cui esplorare le risposte creativo-interpretative dell'utenza. Risposte sulla comprensione della composizione sintattica degli artefatti, su quella semantica dei significati espressi o evocati, e sulle risposte pragmatiche che ogni atto di comunicazione richiede.
I confini incerti della creatività. Teorie e modelli di un concetto indefinito
BALDINI, GIULIA JOLE GIULIANA
2009/2010
Abstract
Intorno a noi il discorso delle creatività è ovunque, eppure se ci venisse chiesto di spiegare cosa questa parola significa, ci troveremmo imbarazzati nella difficoltà di fornirne una definizione esauriente. Sono state usate tante parole per definire la creatività, si sono sovrapposte tante teorie su meccanismi e processi e si sono spesso usati termini diversi per indicare gli stessi elementi o aspetti. Questa ricchezza di discussione sull'argomento ha avuto come effetto collaterale l'aver generato confusione sul fenomeno e aver aumentato il discredito di cui il concetto gode. Questa tesi si propone non tanto di semplificare la creatività riducendola a un solo concetto ben definito, quanto di cercare di riorganizzare la complessità degli studi sull'argomento e restituire così un valore a un termine a rischio di abuso. Si cercherà così di affrontare le molteplici sfaccettature di questo concetto, mettendo in relazione teorie sviluppate in ambiti diversi. A partire da questa riorganizzazione del materiale, appare subito come il ruolo della società nel riconoscimento del valore di una mente e di un prodotto creativo sia fondamentale. Ma se la creatività ha bisogno di essere meglio conosciuta e riconosciuta, per il design diventa altrettanto necessario indagare i meccanismi mentali “creativi” del destinatario. La creatività, infatti, è dialogica: concerne anche le risposte interpretative, di comprensione e di uso degli artefatti. Quali sono allora i meccanismi che entrano in gioco nella lettura di un prodotto creativo? A questa domanda si cerca di dare una risposta sperimentale attraverso alcuni esercizi attraverso cui esplorare le risposte creativo-interpretative dell'utenza. Risposte sulla comprensione della composizione sintattica degli artefatti, su quella semantica dei significati espressi o evocati, e sulle risposte pragmatiche che ogni atto di comunicazione richiede.File | Dimensione | Formato | |
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