The thesis aims to analyze some aspects of the relationship that ties the architectural discipline to the world of music, from the sixties to the present day, by identifying what we can define as “alternative spaces” for music. Historiography and criticism have brought to light, in the various eras, numerous parallels, analogies and exchanges between the two disciplines, which concern expressive tools, compositional methods, sources of inspiration and references. Even in the periods examined, music has sought, in different ways, an image and a concrete representation in the world of architecture; architects and musicians collaborated to create unconventional environments and ephemeral settings in which spatial, musical and artistic experiences met and mix together; in some cases, the musicians themselves have experimented with the traditional forms of expression of the architectural discipline in an attempt to “translate” music into space. This research has led to the identification of types of spaces in which music and architecture merge and confront each other, following an evolutionary path that begins after World War II and continues until the present day. Starting from the space of the outdoor exhibition, ephemeral place par excellence, which translates into the architecture of the stage, we move on to examine the birth and evolution of clubs and discos – undisputed temples of underground culture, where music meets and gives birth to the project – to finally arrive at the role of the urban environment as a background, scenography and sometimes the protagonist of happenings and performances, but also of video clips and music album covers.

La tesi si propone di analizzare alcuni aspetti del rapporto che lega la disciplina architettonica e il mondo della musica, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, attraverso l’individuazione di quelli che possiamo definire “spazi alternativi” per la musica. La storiografi a e la critica hanno messo in luce, nelle varie epoche, numerosi parallelismi, analogie e scambi tra le due discipline, che riguardano strumenti espressivi, metodi compositivi, fonti di ispirazione e riferimenti. Anche nei periodi presi in esame, la musica ha ricercato, in modi diversi, nel mondo dell’architettura un’immagine e una rappresentazione concreta; architetti e musicisti hanno collaborato creando ambienti non convenzionali e allestimenti effimeri in cui esperienze spaziali, musicali e artistiche si sono incontrate e intrecciate; in alcuni casi i musicisti stessi hanno sperimentato forme di espressione proprie della disciplina architettonica nel tentativo di “tradurre” la musica in architettura. Questa ricerca ha portato all’individuazione di tipologie di spazi in cui musica e architettura si intrecciano e si confrontano, seguendo un percorso evolutivo che ha inizio nel secondo dopoguerra e prosegue fino ai giorni nostri. Partendo dallo spazio dell’esibizione all’aperto, luogo effimero per eccellenza, che si traduce nell’architettura dello stage, si passa ad esaminare la nascita e l’evoluzione dei club e delle discoteche – templi indiscussi della cultura underground, dove la musica incontra e dà origine al progetto – per arrivare, infine, al ruolo dell’ambiente urbano come sfondo, scenografi a e talvolta protagonista di happening e performance, ma anche dei videoclip e delle copertine degli album musicali.

Spazi alternativi per la musica : storia, immagine, progetto

Pozzi, Luca
2020/2021

Abstract

The thesis aims to analyze some aspects of the relationship that ties the architectural discipline to the world of music, from the sixties to the present day, by identifying what we can define as “alternative spaces” for music. Historiography and criticism have brought to light, in the various eras, numerous parallels, analogies and exchanges between the two disciplines, which concern expressive tools, compositional methods, sources of inspiration and references. Even in the periods examined, music has sought, in different ways, an image and a concrete representation in the world of architecture; architects and musicians collaborated to create unconventional environments and ephemeral settings in which spatial, musical and artistic experiences met and mix together; in some cases, the musicians themselves have experimented with the traditional forms of expression of the architectural discipline in an attempt to “translate” music into space. This research has led to the identification of types of spaces in which music and architecture merge and confront each other, following an evolutionary path that begins after World War II and continues until the present day. Starting from the space of the outdoor exhibition, ephemeral place par excellence, which translates into the architecture of the stage, we move on to examine the birth and evolution of clubs and discos – undisputed temples of underground culture, where music meets and gives birth to the project – to finally arrive at the role of the urban environment as a background, scenography and sometimes the protagonist of happenings and performances, but also of video clips and music album covers.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2022
2020/2021
La tesi si propone di analizzare alcuni aspetti del rapporto che lega la disciplina architettonica e il mondo della musica, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, attraverso l’individuazione di quelli che possiamo definire “spazi alternativi” per la musica. La storiografi a e la critica hanno messo in luce, nelle varie epoche, numerosi parallelismi, analogie e scambi tra le due discipline, che riguardano strumenti espressivi, metodi compositivi, fonti di ispirazione e riferimenti. Anche nei periodi presi in esame, la musica ha ricercato, in modi diversi, nel mondo dell’architettura un’immagine e una rappresentazione concreta; architetti e musicisti hanno collaborato creando ambienti non convenzionali e allestimenti effimeri in cui esperienze spaziali, musicali e artistiche si sono incontrate e intrecciate; in alcuni casi i musicisti stessi hanno sperimentato forme di espressione proprie della disciplina architettonica nel tentativo di “tradurre” la musica in architettura. Questa ricerca ha portato all’individuazione di tipologie di spazi in cui musica e architettura si intrecciano e si confrontano, seguendo un percorso evolutivo che ha inizio nel secondo dopoguerra e prosegue fino ai giorni nostri. Partendo dallo spazio dell’esibizione all’aperto, luogo effimero per eccellenza, che si traduce nell’architettura dello stage, si passa ad esaminare la nascita e l’evoluzione dei club e delle discoteche – templi indiscussi della cultura underground, dove la musica incontra e dà origine al progetto – per arrivare, infine, al ruolo dell’ambiente urbano come sfondo, scenografi a e talvolta protagonista di happening e performance, ma anche dei videoclip e delle copertine degli album musicali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/187093