Nowadays, industrialization as well as unsustainability characterize conventional food supply chains (Forssell and Lankoski, 2015), arising some criticisms. These are related to the irresponsible use of natural resources, unethical work conditions, high CO2 emissions, food waste and unequal profit distribution. As a response, the interest in the so-called Alternative Food Network (AFNs) has increased since these networks are said to be able to avoid some of the issues that conventional food chains cause by bridging the geographical and social distance between producers and consumers. Due to these characteristics, AFNs are believed to face a lower level of supply chain complexity (Renting et al., 2003). In this context, the dissertation aims at identifying how AFNs are configured, according to their relational proximity and supply chain complexity parameters. Moreover, this research work aims at understanding how sustainability is promoted by these networks beyond the triple bottom line approach and according to the Sustainable Development Goals (SDGs) as food systems are at the heart of the 2030 Agenda. Five case studies were investigated, taking the perspective of the focal company and at least one supplier for each case, for a total of seventeen Italian companies, which operate both in the agri-food and processed food sector. From the case studies analysis, three configurations of AFNs are differentiated and characterized by the intensity of relationships and the extra initiatives organized along the whole supply chain (relational proximity parameters), together with the level of complexity managed. Moreover, the evaluation of the sustainability impact of AFNs performed through the SDGs and their related targets reveals that sustainability is indeed promoted by the level of relational proximity and complexity of the AFNs. Food waste reduction and increased customers’ awareness towards sustainable themes have resulted to be sustainable practices adopted by all the AFNs analyzed, making SDG 12 (mainly targets 3 and 8) the most attained goal. Thus, the work in this dissertation generates a clear contribution to the literature by providing a new classification of AFN and a list of drivers that companies may leverage on to target sustainable goals.

Ad oggi, le filiere alimentari tradizionali sono soggette a critiche dovute principalmente all’uso irresponsabile delle risorse naturali, condizioni di lavoro non etiche, elevate emissioni di CO2, spreco alimentare e ineguale distribuzione dei profitti. L’industrializzazione e l’insostenibilità, sociale e ambientale, che ne deriva (Forssell and Lankoski, 2015) ha fatto si che l’interesse per le Alternative Food Network (AFN) aumentasse. Queste reti, infatti, superano alcuni dei problemi causati dalle catene alimentari tradizionali, poiché riducono la distanza geografica e sociale tra produttori e consumatori. Di conseguenza, si ritiene che gli AFN debbano gestire un livello inferiore di complessità all’interno della loro catena di approvvigionamento (Renting et al., 2003). In questo contesto, la tesi ha come obiettivo di identificare come le AFN sono configurate secondo i parametri di prossimità relazionale e complessità della loro filiera. Inoltre, questa ricerca è volta a comprendere come la sostenibilità sia promossa da queste reti non attraverso l’approccio della Triple Bottom Line ma seguendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), data la rilevanza dei sistemi alimentari nell’Agenda 2030. Cinque casi di studio sono stati esaminati, per un totale di diciassette aziende italiane tra aziende focali e produttori, operanti sia nel settore agroalimentare che in quello degli alimenti trasformati. Dall’analisi, sono emerse tre configurazioni di AFN che si differenziano per l’intensità delle relazioni e dalle iniziative organizzate lungo l’intera filiera, unitamente al livello di complessità gestita. La valutazione dell’impatto sulla sostenibilità degli AFN, effettuata attraverso gli SDGs e i relativi target, ha rivelato che la sostenibilità è infatti promossa dal livello di prossimità relazionale e dai drivers di complessità. La riduzione degli sprechi alimentari e la maggiore consapevolezza dei consumatori verso le tematiche sostenibili sono risultate pratiche adottate da tutti gli AFN analizzati, facendo del SDG 12 (principalmente target 3 e 8) l’obiettivo più raggiunto. Pertanto, questa tesi fornisce un chiaro contributo alla letteratura, ossia una nuova classificazione di AFN, e un elenco di driver su cui le aziende possono fare leva per raggiungere obiettivi sostenibili.

Relational proximity and complexity in alternative food networks (AFN) : a multiple case study of AFN configurations and their implications for sustainability

Locati, Veronica;Maggioni, Lucrezia
2020/2021

Abstract

Nowadays, industrialization as well as unsustainability characterize conventional food supply chains (Forssell and Lankoski, 2015), arising some criticisms. These are related to the irresponsible use of natural resources, unethical work conditions, high CO2 emissions, food waste and unequal profit distribution. As a response, the interest in the so-called Alternative Food Network (AFNs) has increased since these networks are said to be able to avoid some of the issues that conventional food chains cause by bridging the geographical and social distance between producers and consumers. Due to these characteristics, AFNs are believed to face a lower level of supply chain complexity (Renting et al., 2003). In this context, the dissertation aims at identifying how AFNs are configured, according to their relational proximity and supply chain complexity parameters. Moreover, this research work aims at understanding how sustainability is promoted by these networks beyond the triple bottom line approach and according to the Sustainable Development Goals (SDGs) as food systems are at the heart of the 2030 Agenda. Five case studies were investigated, taking the perspective of the focal company and at least one supplier for each case, for a total of seventeen Italian companies, which operate both in the agri-food and processed food sector. From the case studies analysis, three configurations of AFNs are differentiated and characterized by the intensity of relationships and the extra initiatives organized along the whole supply chain (relational proximity parameters), together with the level of complexity managed. Moreover, the evaluation of the sustainability impact of AFNs performed through the SDGs and their related targets reveals that sustainability is indeed promoted by the level of relational proximity and complexity of the AFNs. Food waste reduction and increased customers’ awareness towards sustainable themes have resulted to be sustainable practices adopted by all the AFNs analyzed, making SDG 12 (mainly targets 3 and 8) the most attained goal. Thus, the work in this dissertation generates a clear contribution to the literature by providing a new classification of AFN and a list of drivers that companies may leverage on to target sustainable goals.
LEON BRAVO, CLARITA VERONICA
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
28-apr-2022
2020/2021
Ad oggi, le filiere alimentari tradizionali sono soggette a critiche dovute principalmente all’uso irresponsabile delle risorse naturali, condizioni di lavoro non etiche, elevate emissioni di CO2, spreco alimentare e ineguale distribuzione dei profitti. L’industrializzazione e l’insostenibilità, sociale e ambientale, che ne deriva (Forssell and Lankoski, 2015) ha fatto si che l’interesse per le Alternative Food Network (AFN) aumentasse. Queste reti, infatti, superano alcuni dei problemi causati dalle catene alimentari tradizionali, poiché riducono la distanza geografica e sociale tra produttori e consumatori. Di conseguenza, si ritiene che gli AFN debbano gestire un livello inferiore di complessità all’interno della loro catena di approvvigionamento (Renting et al., 2003). In questo contesto, la tesi ha come obiettivo di identificare come le AFN sono configurate secondo i parametri di prossimità relazionale e complessità della loro filiera. Inoltre, questa ricerca è volta a comprendere come la sostenibilità sia promossa da queste reti non attraverso l’approccio della Triple Bottom Line ma seguendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), data la rilevanza dei sistemi alimentari nell’Agenda 2030. Cinque casi di studio sono stati esaminati, per un totale di diciassette aziende italiane tra aziende focali e produttori, operanti sia nel settore agroalimentare che in quello degli alimenti trasformati. Dall’analisi, sono emerse tre configurazioni di AFN che si differenziano per l’intensità delle relazioni e dalle iniziative organizzate lungo l’intera filiera, unitamente al livello di complessità gestita. La valutazione dell’impatto sulla sostenibilità degli AFN, effettuata attraverso gli SDGs e i relativi target, ha rivelato che la sostenibilità è infatti promossa dal livello di prossimità relazionale e dai drivers di complessità. La riduzione degli sprechi alimentari e la maggiore consapevolezza dei consumatori verso le tematiche sostenibili sono risultate pratiche adottate da tutti gli AFN analizzati, facendo del SDG 12 (principalmente target 3 e 8) l’obiettivo più raggiunto. Pertanto, questa tesi fornisce un chiaro contributo alla letteratura, ossia una nuova classificazione di AFN, e un elenco di driver su cui le aziende possono fare leva per raggiungere obiettivi sostenibili.
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