Festa post pandemica. 24 ore di straordinaria ordinarietà per Milano

Most of the scientists working on Pandem-2, a project that the European Union is funding with the aim of developing more efficient and better organized responses to upcoming pandemics, argue that the one we are experiencing today will not be the last pandemy and that many others will affect the human species in the decades to come. Being conscious that this is only the beginning of a series of pandemics, the thesis works on the design of a “Post pandemic party” that is a symbolic and cathartic moment that arises from the desire to overcome the limitations that pandemic events build into our human relationships. It is a collective symbolic party that imagines the reconquest of a possible normality, in an urban space crossed by bodies and their physical and aesthetic union. The end of a pandemic becomes a wider opportunity to reflect on the physicality of open spaces and the behaviors of individuals and groups (now new tribes) that constitute a living and fluctuating scenario, apparently fragile, but actually resilient to cultural and technological changes in society. The project takes place for 24 hours in the city of Milan with five reversible installations distributed in some of the most sensitive and symbolic places of the city's activities. "Human Observatory" is an architecture of bodies, an observatory that stands out from the city skyline. "Main Stage" is a large stage for activities and events in Piazza Duomo. "Clubbing Arena", in Galleria Vittorio Emanuele II, is a club where the energy of dancing takes a central role. "Love Jungle", in Corso Vittorio Emanuele II, is a natural environment to be inhabited freely and "Endless Feast" is a potentially endless table that starts from Via Torino and continues along the southern axis of the city. The set of these installations tries to express a real condition of the human being and of being together through rituals closely linked to a daily ordinariness. Rituals that our society seems no longer able to do without and that will be increasingly significant within our ethical and aesthetic relationships, with or without the advent of new pandemics.

Gran parte degli scienziati attivi su Pandem-2, progetto che l’Unione Europea sta finanziando con lo scopo di sviluppare risposte più efficienti e meglio organizzate alle prossime pandemie, sostiene che quella che stiamo vivendo oggi non sarà l’ultima e che molte altre colpiranno la specie umana nei decenni a venire. Nella consapevolezza che questa sia solo l’inizio di una serie di pandemie, la tesi affronta il progetto di una “Festa post pandemica”, ovvero un momento simbolico e catartico che nasce dalla volontà di superare i limiti che gli eventi pandemici costruiscono nelle nostre relazioni umane. È una festa simbolica collettiva che immagina la riconquista di una possibile normalità, in uno spazio urbano attraversato dai corpi e dalla loro unione fisica ed estetica. La fine di una pandemia diventa dunque un’occasione più ampia per riflettere sulla fisicità degli spazi aperti e sui comportamenti degli individui e dei gruppi (oggi nuove tribù) che costituiscono uno scenario vivente e fluttuante, apparentemente fragile, ma in realtà resiliente ai cambiamenti culturali e tecnologici della società. Il progetto prende forma per 24 ore nella città di Milano con cinque allestimenti reversibili distribuiti in alcuni dei luoghi più sensibili e simbolici delle attività cittadine. “Human Observatory” è un’architettura di corpi, un’osservatorio che si slancia sullo skyline della città. “Main Stage” è un grande palco per attività ed eventi in piazza Duomo. “Clubbing Arena”, in Galleria Vittorio Emanuele II, è un club in cui l’energia del ballo assume un ruolo centrale. “Love Jungle”, in corso Vittorio Emanuele II, è un ambiente naturale da abitare liberamente e “Endless Feast” è una tavolata, potenzialmente infinita, che parte da via Torino proseguendo lungo l’asse sud della città. L’insieme di questi allestimenti prova ad esprimere una reale condizione dell’essere umano e dello stare insieme attraverso dei rituali strettamente legati a una ordinarietà quotidiana. Rituali di cui la nostra società non sembra più poter fare a meno e che saranno sempre più significativi all’interno delle nostre relazioni etiche ed estetiche, con o senza l’avvento di nuove pandemie.