Atelier del Futuro. Nuove forme di dialogo tra designer e consumatore

THE ATELIER OF THE FUTURE New forms of dialogue between designer and consumer My thesis will describe the Atelier of the future, an ecosystem in itself, in which the value of the "theory of making" as a concrete experience is once again given. A new relational dimension in which the protagonists are no longer the designer/brand and the consumer, but the designer and the consumer-author. An energy that comes from an exchange, an encounter and an intimate dialogue. In a historical moment of great discontinuity, digitalization, globalization, sustainability, an increasingly segmented market, a society marked by the crisis of covid, I wondered what it means to think of a , unique, interesting, quality fashion product? We no longer need clothes to buy and discard, but we do need one thing, to continue to desire, to continue to exchange knowledge, to give value to the process of creation, to continue to design objects that embody strong values: identity, tradition, beauty, connection with the territory, craftsmanship. An Atelier of the future in which we return to give value to the process, to the care, to the empathic value that is established between subjects and objects, in a suspended time and in an intimate, local space. The storydoing will replace the storytelling to get to a desirable and durable object in which its excellence will reside precisely in its duration in time, in the process that I led him to take shape. This research wants to try to outline different working methods that could lead, in the future, to a new fashion system. A discovery made possible, both thanks to the encounter with different designers, and thanks to my work experience. With the artisan Angela Zambarbieri I had the opportunity to reflect not only on the method, but also on the values of the fashion product that emerge when considering the experience of making a made-to-measure dress. Words, body, matter, identity, subjectivity become more important than the aesthetic imagery that designers have always focused on. An intimate welcoming space, a collaborative partnership between local realities, digitalization as a tool for decision-making. In this way, the consumer detaches from fashion as a form of consumerism, to return to experience fashion as a cultural fact that includes wearability, subjectivity and knowledge.

L’ATELIER DEL FUTURO Nuove forme di dialogo tra designer e consumatore La mia tesi descriverà l’Atelier del futuro, ecosistema a sé, in cui si torna a dare valore alla “teoria del fare” come esperienza concreta. Una nuova dimensione relazionale che vede protagonisti non più lo stilista/il brand e il consumatore, ma il designer e il consum-author. Una energia che nasce da uno scambio, un incontro e un dialogo intimo. In un momento storico di grande discontinuità la digitalizzazione, la globalizzazione, la sostenibilità, un mercato sempre più segmentato, una società segnata dalla crisi del covid, mi sono chiesta cosa vuol dire pensare ad un prodotto moda, unico, interessante, di qualità? Non abbiamo più bisogno di abiti da comprare e da scartare, ma di una cosa abbiamo bisogno, di continuare a desiderare, di continuare a scambiarci conoscenza, di dare valore al processo di creazione, di continuare a progettare oggetti che incarnino valori forti: identità, tradizione, bellezza, legame con il territorio, artigianalità. Un Atelier del futuro in cui si torna a dare valore al processo, alla cura, al valore empatico che si instaura tra soggetti e oggetti, in uno tempo sospeso e in uno spazio intimo, locale. Lo storydoing sostituirà lo storytelling per arrivare ad un oggetto desiderabile e durevole in cui la sua eccellenza risiederà proprio nella sua durata nel tempo, nel processo che lo ho portato a prendere forma. Questa ricerca vuole provare a delineare differenti metodi di lavoro che potrebbero guidare, in futuro, ad un nuovo sistema moda. Una scoperta resa possibile, sia grazie all’incontro con diversi designer, sia grazie alla mia esperienza di lavoro. Con l’artigiana Angela Zambarbieri ho avuto modo di riflettere non solo sul metodo, ma anche sui valori del prodotto moda che emergono considerando l’esperienza nel realizzare un abito su misura. Parole, corpo, materia, identità, soggettività divengono più importanti dell’immaginario estetico su cui si sono sempre concentrati gli stilisti. Uno spazio intimo accogliente, una partnership di collaborazione tra realtà locali, la digitalizzazione come strumento per la parte decisionale. In questo modo, il consumatore si distacca dalla moda come forma di consumismo, per tornare a vivere la moda come fatto culturale che comprende la vestibilità, la soggettività e la conoscenza.