Non sono solo immagini. Visualizzare il linguaggio dell'image-based sexual abuse online

In the last years, the way people communicate has radically transformed: thanks to digital technologies, and in particular online platforms, new relational possibilities have opened up, together with new forms of violence. One of them is image-based sexual abuse, the non-consensual distribution and/or creation of private sexual material. This type of violence is perpetrated daily within vast online communities to the detriment of mainly unaware victims. Image-based sexual abuse is a form of sexual violence that can be considered gender-based because it affects almost exclusively women. However, the phenomenon is still relatively unexplored, and its communication is mainly entrusted to mass media, which often report it with a sensationalist tone that lacks respect for the victims and their pain. On the other hand, public opinion frequently condemns those who suffer the abuse and diminishes image-based sexual abuse as a lesser form of violence or a prank because it is made up of images and not "real" actions. The thesis aims to study the practices of image-based sexual abuse and the role of platforms in their implementation, focusing not on the victims but on the perpetrators. The opportunity identified to obtain this shift in perspective (from victims to perpetrators) is that of online vernacular language, the set of expressions, styles, and grammars peculiar to digital communities. The main research questions are: "How and on which digital platforms image-based sexual abuse is practised?", "What are the characteristics of the vernacular of image-based sexual abuse in these platforms?", "What are the characteristics of the image-based sexual abuse that emerge from the communications between the perpetrators?". The answers to these questions are organized and displayed in "Non sono solo immagini", a site designed to educate and raise awareness on image-based sexual abuse using the evidence from the research carried out on online vernacular language. The project is a collection of artefacts designed to analyze the communications and practices of those who perpetrate violence to provide the user with the tools to initiate a critical reflection on the subject that could be the first step towards social change.

Negli ultimi anni il modo di comunicare delle persone si è radicalmente trasformato: grazie alle nuove tecnologie e, in particolare, alle piattaforme digitali, si sono aperte nuove possibilità relazionali, ma anche forme inedite di violenza. Una di esse è l’image-based sexual abuse, ovvero la distribuzione e/o creazione non consensuale di materiale sessuale privato. Questa forma di violenza viene perpetrata quotidianamente all’interno di vaste comunità online ai danni di persone il più delle volte inconsapevoli. L’image-based sexual abuse è una violenza sessuale che, colpendo quasi esclusivamente le donne, può essere considerata di genere. Tuttavia, il fenomeno è ancora relativamente inesplorato e l’informazione su di esso è affidata soprattutto ai mass media, che spesso ne fanno una narrazione sensazionalistica e poco rispettosa nei confronti delle vittime e del loro dolore. L’opinione pubblica, d’altra parte, di frequente condanna chi subisce l’abuso e derubrica l’image-based sexual abuse a violenza minore o goliardata in virtù del suo essere costituita da immagini e non da azioni “reali”. Lo scopo della tesi è quello di studiare le pratiche dell’image-based sexual abuse e il ruolo delle piattaforme nella loro messa in atto, focalizzando l’indagine non sulle vittime ma sui perpetratori. L’opportunità individuata per effettuare questo cambiamento di prospettiva è quella del linguaggio vernacolare online, ovvero quell’insieme di espressioni, stili e grammatiche propri di ogni comunità digitale. Le domande di ricerca centrali sono: “come e in quali piattaforme digitali si pratica l’image-based sexual abuse?”, “quali sono le caratteristiche del vernacolare dell’image-based sexual abuse in queste piattaforme?”, “quali sono le caratteristiche dell’image-based sexual abuse che emergono dalle comunicazioni tra i perpetratori?”. Le risposte a queste domande sono organizzate e visualizzate in “Non sono solo immagini”, un sito-raccoglitore progettato per educare e consapevolizzare sul fenomeno dell’image-based sexual abuse grazie alle evidenze emerse dalle ricerche svolte sul linguaggio vernacolare. Il progetto è una raccolta di artefatti pensati per analizzare le comunicazioni e le pratiche di chi perpetra la violenza in modo da fornire all'utente gli strumenti per iniziare una riflessione critica sull’argomento che possa essere il primo passo verso un cambiamento sociale.