Student housing e sport : la pratica sportiva come metodo d'inclusione sociale nelle residenze universitarie milanesi

Why is it important to play sports? Why is there a need to combine an academic career with a healthy sporting practice in contemporary times? What role does sport play in the formation of the student-person in the present and future? But above all, how do architecture, planning and public space respond and/or could respond to this need? These are the question marks that have guided us in the writing of this paper. The research does not want to have the presumption to provide answers and practical solutions, rather it wants to raise questions and highlight certain issues often considered secondary, demonstrating concretely what is the current situation and what strengths and weaknesses it presents. The analysis illustrated in the following pages investigates the relationship between university residences, spaces for sports practice and the student population in the Milan area. Milan is a city with a strong university character, and students rightfully belong to the category of city users in the Milanese capital. Contextually, the use of sports facilities is structured as an essential component in the urban development of the city and social development of the person. The elaboration is developed in three macro-areas. The first step is based on an investigation aimed at deepening the issues concerning the importance of sports practice for the formation of the human being. Through a chronology of the sport phenomenon in the various epochs, we reach the modern-contemporary age, characterized by the birth of the pedagogy of sport. For the first time, sport is configured as a science that can embrace and interface with all disciplines. Through the themes of mens-sana in corpore sano (healthy mind in a healthy body), of inclusion, of play and movement, it is possible to outline a picture of the sport situation, closely linked and connected to the individual and collective sphere of man. This connection was finally investigated in relation to the student world. By analyzing some scientific studies regarding the correlation between the university world and the world of sports, it has emerged how the two categories are more interconnected than ever and how the correct interpretation of the latter generates positive influences on the former. Moving on to the positive nature of interventions of urban regeneration and redevelopment under the banner of sport, we come to the second step of the research. The second phase concerns the mapping of university residences in the Milan area, with a reading key aimed at the sporting environment. The desire is to give a general picture of the current situation regarding equipment, facilities and sports spaces (owned or not) of the student residences. The analysis has therefore produced four comparative categories, capable of restoring order and measure to residential systems. Specifically, we focused on investigating the presence of green and/or athletic spaces within a fifteen-minute walk of the residence hall. The unit of measurement was adopted on the basis of the concept of proximity, (promoted for the first time by the mayor of Paris) and on some scientific studies of the WHO that empirically demonstrate how the minimum sports practice that each person should do daily is comparable to a walk of about thirty minutes in the path home-office, office-home. The research was supported by investigations previously carried out in the architectural field by organizations such as the Center for Active Design and Fitwell. The result then determines different degrees of criticality and potential for each student housing system. The need to understand the practice of sports as a catalyst for new urban opportunities and not, acquires greater value if accompanied by a population that shapes and molds urban places according to their needs and their needs. From this point of view, the spaces intended for sports are configured as places that promote inclusion at different scales, connecting local actors with the student population. Do we need to think about new places for sociality? How does caring for the individual contribute to his or her formation, leading to personal growth? Does the university need to establish itself as an institution capable of recognizing the different aspects that contribute to the transition from adolescent to adult? Despite the fact that overseas there is constant attention to the idea of sport business, is this really what the Italian system, with its rules and structures, should aspire to? For the past two years, the entire planet has been facing a chapter that is considered one of the darkest in human history. The need to react, get up and take back our new daily life is more urgent than ever. There is no need to return to normality, but rather to find a new balance. To put it in other terms: "The future is an invisible playground (?)".

Perchè è importante praticare sport? Perchè in epoca contemporanea si avverte la necessità di affiancare la carriera accademica ad una sana pratica sportiva? Che ruolo gioca lo sport nella formazione dello studente-persona in ottica di presente e futura? Ma soprattutto, come l’architettura, la pianificazione e lo spazio pubblico rispondono e/o potrebbero rispondere a questa necessità? Sono questi i punti di domanda che ci hanno guidato nella stesura di questo elaborato. La ricerca non vuole avere la presunzione di fornire risposte e soluzioni pratiche risolutive, piuttosto vuole sollevare delle questioni e porre l’accento su determinate tematiche spesso considerate secondarie, dimostrando concretamente qual è la situazione attuale e quali punti di forza e criticità presenta. L’analisi illustrata nelle pagine seguenti, indaga il rapporto tra le residenze universitarie, gli spazi per la pratica sportiva e la popolazione studentesca sul territorio milanese. Milano è una città a carattere fortemente universitario, gli studenti si collocano di diritto all’interno della categoria dei city users del capaluogo meneghino. Contestualmente l’utilizzo delle attrezzature sportive si struttura come una componente imprescindibile nello sviluppo urbano della città e sociale della persona. L’elaborato si sviluppa in tre macro-aree. Il primo step si basa su un’indagine rivolta ad approfondire le tematiche riguardanti l’importanza della pratica sportiva per la formazione dell’essere umano. Attraverso una cronostoria del fenomeno sportivo nelle varie epoche, si giunge fino all’età moderna-contemporanea, caratterizzata dalla nascita della pedagogia dello sport. Per la prima volta, lo sport si configura come una scienza in grado di abbracciare ed interfacciarsi con tutte le discipline. Attraverso i temi del mens-sana in corpore sano, dell’inclusione, del gioco e del movimento si giunge infine a delineare un quadro della situazione sportiva, strettamente legata e connessa con la sfera individuale e collettiva dell’uomo. Questa connessione è stata indagata infine, in relazione al mondo studentesco. Prendendo in analisi alcuni studi scientifici riguardanti la correlazione tra il mondo universitario ed il mondo della pratica sportiva, è emerso come le due categorie siano più che mai interconnesse e come la corretta interpretazione della seconda, generi delle influenze positive sulla prima. Passando per il carattere positivo degli interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana nel segno dello sport, si giunge al secondo step della ricerca. La seconda fase riguarda la mappatura delle residenze universitarie presenti sul territorio milanese, con una chiave di lettura finalizzata all’ambito sportivo. La volontà è quella di restituire un quadro generale della situazione attuale riguardante le attrezzature, le strutture e gli spazi sportivi (di proprietà e non) degli studentati. L’analisi ha quindi prodotto quattro categorie comparative, in grado di restituire ordine e misura ai sistemi residenziali. Nello specifico, ci si è soffermati sull’indagare la presenza di spazi verdi e/o sportivi in un raggio di quindici minuti a piedi rispetto al corpo di fabbrica della residenza. L’unità di misura è stata adottata sulla base del concetto di prossimità, (promosso per la prima volta dal sindaco di Parigi) e su alcuni studi scientifici dell’OMS che dimostrano empiricamente come la pratica sportiva minima che ogni soggetto dovrebbe fare quotidianamente è assimilabile ad una camminata di circa trenta minuti nel percorso casa-ufficio, ufficio-casa. La ricerca è stata supportata da indagini precedentemente svolte in ambito architettonico da enti come il Center for Active Design e Fitwell. Il risultato determina quindi differenti gradi di criticità e potenzialità per ogni sistema residenziale studentesco. La necessità di intendere la pratica sportiva come elemento catalizzatore di nuove opportunità urbane e non, acquisisce maggior valore se affiancata ad una popolazione che plasma e modella i luoghi urbani in funzione dei propri bisogni e delle proprie necessità. In quest’ottica gli spazi destinati allo sport si configurano come luoghi promotori di inclusione alle diverse scale, mettendo in relazione gli attori locali con la popolazione studentesca. Abbiamo bisogno di pensare a nuovi luoghi per la socialità? In che modo la cura della persona contribuisce alla sua formazione determinando una crescita personale? L’università deve quindi affermarsi come un ente in grado di riconoscere i diversi aspetti che contribuiscono al passaggio da adolescente ad adulto? Nonostante ci sia oltreoceano una costante attenzione all’idea di sport business, è realmente questo ciò a cui il sistema italiano, con le sue regole e strutture, deve ambire? Tutto il pianeta sta affrontando da ormai due anni un capitolo considerato tra i più bui della storia dell’uomo. Il bisogno di reagire, rialzarsi e riappropriarci della nostra nuova quotidianità risulta essere più che mai urgente. Non occorre tornare alla normalità, quanto piuttosto trovare un nuovo equilibrio. Per dirlo in altri termini: “The future is an invisible playground (?)”.