Ciò che caratterizza la nostra epoca è proprio l'insorgere di situazioni negative di stress, angoscia, amnesia, ansia, estraniamento, inquietudine, incomunicabilità, dettate forse dallo "sviluppo" incontrollato o controllato male. L'ambiente attuale, saturo di informazioni, oggetti sempre più sofisticati, segni e colori che rimandano a situazioni di difficile interpretazione ed in continuo cambiamento sembrano essere l'habitat meno idoneo per l'anziano in genere e per il malato di Alzheimer in particolare. Emerge perciò l'isolamento e la solitudine di chi non condivide reti di interessi economici e sociali nei nuovi mondi elettronici, che lo costringono a lottare per sopravvivere in un mondo sempre più inospitale, la cui fisicità va via via smaterializzandosi. Il progetto è da leggere come una risposta a tale smaterializzazione dell'ambiente moderno per soddisfare un bisogno inconscio di segnali amicali, di libera interpretazione legata alla soggettività dell’individuo e non ad un punto di vista oggettivo a cui tutti dovrebbero rispondere allo stesso modo. Il malato di Alzheimer può essere paragonato ad un bambino, entrambe sembrano vivere in un altro mondo ed il progetto Forum Alzheimer cerca di stabilire con egli un dialogo. L'obiettivo primario è stato quello di configurare uno scenario che riesca ad integrare invece che escludere tali persone, creando situazioni di benessere in una "normalità sospesa" e per niente selettiva, adeguando la realtà alle possibilità mentali ed emozionali di tali individui, cercando di stimolarli sia dal punto di vita sensoriale che psicologico in una serie di rimandi e connessioni senza fine. Evocare luoghi familiari alla memoria che rimangono nel vissuto anche di chi ha perduto la memoria di sé, ma in maniera non diretta, attraverso composizioni polimateriche e multiformi prese a prestito dal mondo architettonico italiano, rielaborate costituendo un linguaggio visivo unico, che rispecchia il modo alterato di percezione della realtà da parte degli speciali fruitori. Riportare l'uomo a quel tipo di "semplicità" manuale, archetipa, che la civiltà industriale e le comunicazioni di massa hanno disperso, in un condizione spaziale capace di staccarlo dalla "dura realtà" quotidiana. Sarà chiamato in causa il backgroud di vita del fruitore, stimolato attraverso l’interazione con strumenti (oggetti/ambiente) progettati ad hoc in modo da coinvolgerlo in una esperienza di benessere. La funzione di tali spazi sarà quella di Calmiere psicologico attraverso l’evocazione di situazioni positive.

Forum Alzheimer

DE NINNO, ANTONIO
2009/2010

Abstract

Ciò che caratterizza la nostra epoca è proprio l'insorgere di situazioni negative di stress, angoscia, amnesia, ansia, estraniamento, inquietudine, incomunicabilità, dettate forse dallo "sviluppo" incontrollato o controllato male. L'ambiente attuale, saturo di informazioni, oggetti sempre più sofisticati, segni e colori che rimandano a situazioni di difficile interpretazione ed in continuo cambiamento sembrano essere l'habitat meno idoneo per l'anziano in genere e per il malato di Alzheimer in particolare. Emerge perciò l'isolamento e la solitudine di chi non condivide reti di interessi economici e sociali nei nuovi mondi elettronici, che lo costringono a lottare per sopravvivere in un mondo sempre più inospitale, la cui fisicità va via via smaterializzandosi. Il progetto è da leggere come una risposta a tale smaterializzazione dell'ambiente moderno per soddisfare un bisogno inconscio di segnali amicali, di libera interpretazione legata alla soggettività dell’individuo e non ad un punto di vista oggettivo a cui tutti dovrebbero rispondere allo stesso modo. Il malato di Alzheimer può essere paragonato ad un bambino, entrambe sembrano vivere in un altro mondo ed il progetto Forum Alzheimer cerca di stabilire con egli un dialogo. L'obiettivo primario è stato quello di configurare uno scenario che riesca ad integrare invece che escludere tali persone, creando situazioni di benessere in una "normalità sospesa" e per niente selettiva, adeguando la realtà alle possibilità mentali ed emozionali di tali individui, cercando di stimolarli sia dal punto di vita sensoriale che psicologico in una serie di rimandi e connessioni senza fine. Evocare luoghi familiari alla memoria che rimangono nel vissuto anche di chi ha perduto la memoria di sé, ma in maniera non diretta, attraverso composizioni polimateriche e multiformi prese a prestito dal mondo architettonico italiano, rielaborate costituendo un linguaggio visivo unico, che rispecchia il modo alterato di percezione della realtà da parte degli speciali fruitori. Riportare l'uomo a quel tipo di "semplicità" manuale, archetipa, che la civiltà industriale e le comunicazioni di massa hanno disperso, in un condizione spaziale capace di staccarlo dalla "dura realtà" quotidiana. Sarà chiamato in causa il backgroud di vita del fruitore, stimolato attraverso l’interazione con strumenti (oggetti/ambiente) progettati ad hoc in modo da coinvolgerlo in una esperienza di benessere. La funzione di tali spazi sarà quella di Calmiere psicologico attraverso l’evocazione di situazioni positive.
LANI, LAPO
ARC III - Facolta' del Design
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/18861