Public spaces require a careful and attentive design, not only because they constitute common goods, but even more because they are identifiable as spatial moments of casual encounters. Hence, for their nature, they are suitable for various interventions and to be shaped according to a certain logic, like clay in hands. In this sense, thinking about a sensible design of the res public means laying the foundations for socialisation and weaving a network of connections, where citizens stumble more or less intentionally, more or less casually, and in the best of cases are capable to grasp the latent design intention. In the complexity of urban space, each crossroads, from the major square to the peripheral alley, including parks, cycle lanes, museums, or train stations, may be identified as bubbles for social cohesion: the citizen, having left the private sphere, opens up to the possibility of other’s contamination. For this reason, the design of these spaces should be aimed at the generation of temporal and spatial windows able to attract individuals and make them converge within those spaces, where the human and non-human relationship can start and further develop. In this perspective, the thesis aims to investigate the topic of urban transformation, with particular attention to changing practices that focus on the acute engagement of the community. To do so, the first chapter will be dedicated to the analysis of all the actors involved and the most common design practices, to identify social roles and primary concepts that guide the process of reinventing the city environment. Subsequently, the case of Milan will be explored in the second chapter, as its exponential growth in the political, economic, and social sphere both at the national and European level has opened the door to a period of profound questioning upon the city’s definition and has led to the rise of a strong propensity, also due to the pandemic emergency, towards the reconfiguration of its public spaces on the scale of everyday life. The third chapter will host a discussion on the projects and strategies developed in Milan and in other cities worldwide with the contribution of figures that have actively taken part in it since the early stages, in order to draw a scenario, on the basis of which an infrastructuring strategy is proposed. Finally, the wewe project will be presented in the fourth and last chapter as a product-service system to be delivered in multiple cities across Italy with the aim of scaling up a collective effort in the building of inclusive societies.

Gli spazi pubblici richiedono una progettazione attenta e accurata, non solo perché costituiscono beni comuni, ma ancor più perché sono identificabili come momenti spaziali di incontro casuale. Quindi, per la loro natura, si prestano a vari interventi e ad essere plasmati secondo una certa logica, come creta nelle mani. In questo senso, pensare a una progettazione sensata della res pubblica significa porre le basi per la socializzazione e tessere una rete di connessioni, dove i cittadini inciampano più o meno intenzionalmente, più o meno casualmente, e nel migliore dei casi sono capaci di cogliere l'intenzione progettuale latente. Nella complessità dello spazio urbano, ogni incrocio, dalla piazza principale al vicolo periferico, passando per parchi, piste ciclabili, musei o stazioni ferroviarie, può essere identificato come bolle di coesione sociale: il cittadino, uscito dalla sfera privata, si apre alla possibilità di contaminazione altrui. Per questo motivo, la progettazione di questi spazi dovrebbe essere finalizzata alla generazione di finestre temporali e spaziali in grado di attrarre gli individui e farli convergere all'interno di quegli spazi, dove la relazione umana e non umana può iniziare e svilupparsi ulteriormente. In questa prospettiva, la tesi si propone di indagare il tema della trasformazione urbana, con particolare attenzione alle pratiche di cambiamento che si concentrano sull'impegno acuto della comunità. Per fare ciò, il primo capitolo sarà dedicato all'analisi di tutti gli attori coinvolti e delle pratiche progettuali più comuni, per individuare i ruoli sociali e i concetti primari che guidano il processo di reinvenzione dell'ambiente cittadino. Successivamente, nel secondo capitolo verrà esplorato il caso di Milano, la cui crescita esponenziale in ambito politico, economico e sociale, sia a livello nazionale che europeo, ha aperto le porte a un periodo di profonda messa in discussione della definizione di città e ha fatto nascere una forte propensione, dovuta anche all'emergenza pandemica, verso la riconfigurazione dei suoi spazi pubblici alla scala della vita quotidiana. Il terzo capitolo ospiterà una discussione sui progetti e le strategie sviluppate a Milano e in altre città del mondo con il contributo di figure che vi hanno partecipato attivamente fin dalle prime fasi, al fine di tracciare uno scenario, sulla base del quale viene proposta una strategia di infrastrutturazione. Infine, nel quarto e ultimo capitolo verrà presentato il progetto Wewe - the city goes open come un sistema di prodotti-servizi da realizzare in più città d'Italia con l'obiettivo di scalare uno sforzo collettivo nella costruzione di società inclusive.

WeWe - the city goes open. A systemic approach to urban commons for relationships' flourishment

Volonte', Virginia Luisa
2020/2021

Abstract

Public spaces require a careful and attentive design, not only because they constitute common goods, but even more because they are identifiable as spatial moments of casual encounters. Hence, for their nature, they are suitable for various interventions and to be shaped according to a certain logic, like clay in hands. In this sense, thinking about a sensible design of the res public means laying the foundations for socialisation and weaving a network of connections, where citizens stumble more or less intentionally, more or less casually, and in the best of cases are capable to grasp the latent design intention. In the complexity of urban space, each crossroads, from the major square to the peripheral alley, including parks, cycle lanes, museums, or train stations, may be identified as bubbles for social cohesion: the citizen, having left the private sphere, opens up to the possibility of other’s contamination. For this reason, the design of these spaces should be aimed at the generation of temporal and spatial windows able to attract individuals and make them converge within those spaces, where the human and non-human relationship can start and further develop. In this perspective, the thesis aims to investigate the topic of urban transformation, with particular attention to changing practices that focus on the acute engagement of the community. To do so, the first chapter will be dedicated to the analysis of all the actors involved and the most common design practices, to identify social roles and primary concepts that guide the process of reinventing the city environment. Subsequently, the case of Milan will be explored in the second chapter, as its exponential growth in the political, economic, and social sphere both at the national and European level has opened the door to a period of profound questioning upon the city’s definition and has led to the rise of a strong propensity, also due to the pandemic emergency, towards the reconfiguration of its public spaces on the scale of everyday life. The third chapter will host a discussion on the projects and strategies developed in Milan and in other cities worldwide with the contribution of figures that have actively taken part in it since the early stages, in order to draw a scenario, on the basis of which an infrastructuring strategy is proposed. Finally, the wewe project will be presented in the fourth and last chapter as a product-service system to be delivered in multiple cities across Italy with the aim of scaling up a collective effort in the building of inclusive societies.
BORIN, AMBRA
ARC III - Scuola del Design
7-giu-2022
2020/2021
Gli spazi pubblici richiedono una progettazione attenta e accurata, non solo perché costituiscono beni comuni, ma ancor più perché sono identificabili come momenti spaziali di incontro casuale. Quindi, per la loro natura, si prestano a vari interventi e ad essere plasmati secondo una certa logica, come creta nelle mani. In questo senso, pensare a una progettazione sensata della res pubblica significa porre le basi per la socializzazione e tessere una rete di connessioni, dove i cittadini inciampano più o meno intenzionalmente, più o meno casualmente, e nel migliore dei casi sono capaci di cogliere l'intenzione progettuale latente. Nella complessità dello spazio urbano, ogni incrocio, dalla piazza principale al vicolo periferico, passando per parchi, piste ciclabili, musei o stazioni ferroviarie, può essere identificato come bolle di coesione sociale: il cittadino, uscito dalla sfera privata, si apre alla possibilità di contaminazione altrui. Per questo motivo, la progettazione di questi spazi dovrebbe essere finalizzata alla generazione di finestre temporali e spaziali in grado di attrarre gli individui e farli convergere all'interno di quegli spazi, dove la relazione umana e non umana può iniziare e svilupparsi ulteriormente. In questa prospettiva, la tesi si propone di indagare il tema della trasformazione urbana, con particolare attenzione alle pratiche di cambiamento che si concentrano sull'impegno acuto della comunità. Per fare ciò, il primo capitolo sarà dedicato all'analisi di tutti gli attori coinvolti e delle pratiche progettuali più comuni, per individuare i ruoli sociali e i concetti primari che guidano il processo di reinvenzione dell'ambiente cittadino. Successivamente, nel secondo capitolo verrà esplorato il caso di Milano, la cui crescita esponenziale in ambito politico, economico e sociale, sia a livello nazionale che europeo, ha aperto le porte a un periodo di profonda messa in discussione della definizione di città e ha fatto nascere una forte propensione, dovuta anche all'emergenza pandemica, verso la riconfigurazione dei suoi spazi pubblici alla scala della vita quotidiana. Il terzo capitolo ospiterà una discussione sui progetti e le strategie sviluppate a Milano e in altre città del mondo con il contributo di figure che vi hanno partecipato attivamente fin dalle prime fasi, al fine di tracciare uno scenario, sulla base del quale viene proposta una strategia di infrastrutturazione. Infine, nel quarto e ultimo capitolo verrà presentato il progetto Wewe - the city goes open come un sistema di prodotti-servizi da realizzare in più città d'Italia con l'obiettivo di scalare uno sforzo collettivo nella costruzione di società inclusive.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/188736