Existential spaces

Over the years, there has been a constant debate about the predominance of function or form in design. Today, there is still a trend to favour design and Architecture made for visual pleasure (retinal), which many times, and fortunately, does not neglect the functional aspect and manages to integrate it into the aesthetic one. However, the problem is that these answers lack essence; they become mere shells that contain “nothing”. What do they contribute to people’s lives? Times change, societies change, and therefore the ways and styles of life, tastes, and needs. Design must change too. It is worth highlighting in these changes the evolution of the vital space of the human being, which responds, or should do so, to the new ways of inhabiting. How can we define spatiality today? The pandemic that began in 2019 and is still present today made us realize things that we ordinarily overlook, allowing us to take the time to reflect on the space we inhabit and its various characteristics since it has become our place of confinement. This is when a certain degree of awareness begins about the environment’s effect on our well-being. The present work seeks to define the concept of spatiality today from a holistic point of view in which the relationship between the space, the being, and the object is understood as a single organism, which is influenced by each other by all its components, focusing mainly on the repercussion of the space on the being. Through theoretical research and case studies, it is sought to analyze the idea of “existential space” under the premise that it is possible to create spaces with a soul, atmospheres with essence and identity, that become not only a refuge for our body but also our senses, our mind, and our soul. Is it possible to create spaces with a soul that can penetrate the being, involving, touching, and moving it from the inside?

Nel corso degli anni si è assistito a un costante dibattito sulla predominanza della funzione o della forma nel design. Oggi si tende ancora a privilegiare il design e l'architettura realizzati per il piacere visivo (retinico), che spesso e fortunatamente non trascura l'aspetto funzionale e riesce a integrarlo con quello estetico. Il problema, però, è che queste risposte mancano di essenza, diventano semplici gusci che non contengono "nulla". Che contributo danno o hanno nella vita delle persone? I tempi cambiano, le società cambia e quindi anche i modi e gli stili di vita, i gusti e le esigenze. Anche il design deve cambiare. Vale la pena sottolineare in questi cambiamenti l'evoluzione dello spazio vitale dell'essere umano, che risponde, o dovrebbe farlo, ai nuovi modi di abitare. Come possiamo definire la spazialità oggi? La pandemia iniziata nel 2019 e tuttora presente ci ha fatto capire cose che normalmente trascuriamo, permettendoci di prenderci il tempo per riflettere sullo spazio che abitiamo e sulle sue diverse caratteristiche, dal momento che è diventato il nostro luogo di reclusione. È allora che inizia un certo grado di consapevolezza sull'effetto dell'ambiente sul nostro benessere. Il presente lavoro cerca di definire il concetto di spazialità oggi da un punto di vista olistico in cui la relazione tra lo spazio, l'essere e l'oggetto è intesa come un unico organismo, che viene influenzato reciprocamente da tutte le sue componenti, concentrandosi principalmente sulla ripercussione dello spazio sull'essere. Attraverso ricerche teoriche e casi di studio, si cerca di analizzare l'idea di "spazio esistenziale" con la premessa che sia possibile creare spazi con un'anima, atmosfere con essenza e identità, che diventino non solo un rifugio per il nostro corpo ma anche per i nostri sensi, la nostra mente e la nostra anima. È possibile creare spazi con un'anima che possano penetrare l'essere, coinvolgendolo, toccandolo e muovendolo dall'interno?