Humans have used maps to study and represent the world around them for centuries. Throughout history, power structures used them as the primary tools to perpetuate colonialist policies and uphold the status quo. Commonly considered objective and truthful instruments of representation, maps are instead a highly political and interpretable medium. Indeed, cartography, like any other communication medium, can be manipulated, consciously or unconsciously, to control and influence society. With this in mind, a need has arisen in recent years to hijack the traditional role of the map and exploit its languages as a means to advance alternative narratives. Due to the ever-increasing population living in urban centres, cities are becoming places of great diversity and interaction. These differences often create inequalities that can lead to conflict. It is crucial therefore to explore and highlight these phenomena that are usually ignored by mainstream narratives. This thesis, in particular, explores the use of counter-maps in representing conflict within urban contexts. Specifically, the project focuses on exploring the phenomena that led to the creation and later dismantling of the open drug scene in Rogoredo, Milan. Using an interdisciplinary approach to data collection, the research merges quantitative data collection methodologies with field research methods typical of ethnography. The information collected was then visually translated into two maps. Through the use of languages typical of cartography, the project aims to bring to light new points of view until now ignored and to create awareness of dynamics occurring within the city.

Da secoli l’essere umano utilizza le mappe per studiare e rappresentare il mondo che lo circonda. Nel corso della storia, le strutture di potere le hanno sfruttate come principali strumenti per perpetuare politiche colonialiste e mantenere lo status quo. Comunemente considerate strumenti di rappresentazione oggettivi e veritieri, le mappe sono invece altamente politiche e interpretabili. La cartografia infatti, come qualsiasi altro mezzo di comunicazione creato dall’uomo, può essere manipolata, consapevolmente o inconsapevolmente, per controllare e influenzare la società. In quest’ottica, negli ultimi anni è nata l’esigenza di dirottare il ruolo tradizionale della mappa e di sfruttarne i linguaggi come mezzi per promuovere narrazioni alternative. A causa del continuo aumento della popolazione nei centri urbani, le città stanno diventando luoghi di grande diversità e interazione. Queste differenze spesso creano disuguaglianze che possono poi portare a conflitti. È quindi fondamentale esplorare e mettere in luce questi fenomeni che di solito vengono ignorati dalle narrazioni tradizionali. Questa tesi esplora proprio l’utilizzo delle contro-mappe per la rappresentazione dei conflitti all’interno di contesti urbani. Nello specifico il progetto, sviluppato in sinergia con una sociologa post-doc dell’università degli studi Bicocca, si concentra sull’esplorazione dei fenomeni che hanno portato alla creazione e al successivo smantellamento della scena aperta della droga a Rogoredo, Milano. Utilizzando un approccio interdisciplinare per la raccolta dei dati, la ricerca fonde insieme metodologie per la raccolta di dati quantitativi con metodi di ricerca sul campo tipici dell’etnografia. Le informazioni raccolte sono poi state successivamente tradotte visivamente in due mappe. Attraverso l’uso di linguaggi tipici della cartografia, il progetto mira a portare alla luce nuovi punti di vista finora ignorati e a creare consapevolezza delle dinamiche che si verificano all’interno della città.

Data remix practices from ethnography to data visualisation : counter-mapping the Rogoredo open drug scene case

Mauri, Francesca Maria
2021/2022

Abstract

Humans have used maps to study and represent the world around them for centuries. Throughout history, power structures used them as the primary tools to perpetuate colonialist policies and uphold the status quo. Commonly considered objective and truthful instruments of representation, maps are instead a highly political and interpretable medium. Indeed, cartography, like any other communication medium, can be manipulated, consciously or unconsciously, to control and influence society. With this in mind, a need has arisen in recent years to hijack the traditional role of the map and exploit its languages as a means to advance alternative narratives. Due to the ever-increasing population living in urban centres, cities are becoming places of great diversity and interaction. These differences often create inequalities that can lead to conflict. It is crucial therefore to explore and highlight these phenomena that are usually ignored by mainstream narratives. This thesis, in particular, explores the use of counter-maps in representing conflict within urban contexts. Specifically, the project focuses on exploring the phenomena that led to the creation and later dismantling of the open drug scene in Rogoredo, Milan. Using an interdisciplinary approach to data collection, the research merges quantitative data collection methodologies with field research methods typical of ethnography. The information collected was then visually translated into two maps. Through the use of languages typical of cartography, the project aims to bring to light new points of view until now ignored and to create awareness of dynamics occurring within the city.
ARC III - Scuola del Design
22-lug-2022
2021/2022
Da secoli l’essere umano utilizza le mappe per studiare e rappresentare il mondo che lo circonda. Nel corso della storia, le strutture di potere le hanno sfruttate come principali strumenti per perpetuare politiche colonialiste e mantenere lo status quo. Comunemente considerate strumenti di rappresentazione oggettivi e veritieri, le mappe sono invece altamente politiche e interpretabili. La cartografia infatti, come qualsiasi altro mezzo di comunicazione creato dall’uomo, può essere manipolata, consapevolmente o inconsapevolmente, per controllare e influenzare la società. In quest’ottica, negli ultimi anni è nata l’esigenza di dirottare il ruolo tradizionale della mappa e di sfruttarne i linguaggi come mezzi per promuovere narrazioni alternative. A causa del continuo aumento della popolazione nei centri urbani, le città stanno diventando luoghi di grande diversità e interazione. Queste differenze spesso creano disuguaglianze che possono poi portare a conflitti. È quindi fondamentale esplorare e mettere in luce questi fenomeni che di solito vengono ignorati dalle narrazioni tradizionali. Questa tesi esplora proprio l’utilizzo delle contro-mappe per la rappresentazione dei conflitti all’interno di contesti urbani. Nello specifico il progetto, sviluppato in sinergia con una sociologa post-doc dell’università degli studi Bicocca, si concentra sull’esplorazione dei fenomeni che hanno portato alla creazione e al successivo smantellamento della scena aperta della droga a Rogoredo, Milano. Utilizzando un approccio interdisciplinare per la raccolta dei dati, la ricerca fonde insieme metodologie per la raccolta di dati quantitativi con metodi di ricerca sul campo tipici dell’etnografia. Le informazioni raccolte sono poi state successivamente tradotte visivamente in due mappe. Attraverso l’uso di linguaggi tipici della cartografia, il progetto mira a portare alla luce nuovi punti di vista finora ignorati e a creare consapevolezza delle dinamiche che si verificano all’interno della città.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/190428