My master thesis arises from the needing of renewing the disused complex of industrial building belonging to “Ex officine meccaniche reggiane” (former Reggian mechanical workshop) in Reggio Emilia, through a project of urban regeneration aimed at reinforcing the connection between the past and the present, building and context, city centre and suburbs. Starting from the beginning of the 80s to our days it resulted clear how territory and cities couldn’t be bound into concepts and word that tradition gave us, and how limiting the usual tools of European urban planning were. Modern cities, in continuous change from both economical and social point of view, show new production models, a link between physical and virtual that seems undefined and a global change of paradigms. Society lives, then, in an in-between dimension, oscillating amid different degrees of sharing of terms and limits of technique, behaviour, space, value and vision. In this context architecture has to accept the challenge of a general rethinking of the project of a city, answering to new needing that see in urban empties and suburbs and interstitial spaces, such as industrialised areas, abandoned railway stations and borderline agricultural fields, a trigger point for a greater process. The born of “Ex officine meccaniche reggiane” not only represents a turning point in the production of the mechatronic field, for which Reggio is still known as a world leader, but also a key moment from the historical point of view, considering it almost like a zoom lens from which observing the story of Reggio Emilia. The building complex, located near the central station and the historical centre, which results in high potential area, has been completed in 2008 and have been considered for years a huge example of urban void, unrelated from the neighbourhood, being limited by a two meter high wall. Nowadays this building is the protagonist of a controversy that considers it involved partially in the making of the “parco innovazione di Reggio emilia” (innovation park in Reggio emilia), first in Europe. This thesis project proposes an alternative to the masterplan presented in 2020 and analyse functions and project strategies. In particular, among the main goals, there’s the one that aims to create a new area which can provide cultural, commercial and residential services for the new needing of the city, enhancing the communication and the interaction between residents and citizens, proposing a more sustainable lifestyle and strengthening the connection between the city centre and the green areas of the external ring of the Reggian suburb.

La mia tesi di ricerca nasce dalla necessità di riattivare il complesso di edifici industriali dismessi appartenenti alle Ex Officine Meccaniche Reggiane, a Reggio Emilia, tramite un progetto di rigenerazione urbana mirato a rafforzare la connessione tra il passato e il presente, edificio e contesto, centro e periferia. Dall’inizio degli anni ‘80 fino ad oggi è risultato presto ben chiaro come il territorio e le città non potessero essere racchiusi nei concetti e nelle parole che la tradizione ci aveva affidato, e di come fossero limitanti gli strumenti abituali dell’urbanistica europea. La città di oggi, in costante mutamento dal punto di vista economico e sociale, presenta nuovi modelli di produzione, un rapporto tra fisico e virtuale che appare indefinito e un globale cambio di paradigma. La società vive, quindi, in una dimensione in between, in costante oscillazione tra differenti gradi di condivisione dei termini e dei limiti delle pratiche, dei comportamenti, degli spazi, dei valori, e degli immaginari. In questo contesto l’architettura si trova ad affrontare un ripensamento generale del progetto di città, rispondendo a nuove necessità e sfide che vedono nei vuoti urbani, periferie e spazi interstiziali a loro volta riconoscibili in aree industrializzate, scali ferroviari abbandonati e territori agricoli di frangia, dei punti di innesco di un processo ben più ampio. La nascita delle Ex Officine Meccaniche Reggiane rappresenta non solo un punto di svolta nella produzione nel settore della meccatronica, per cui Reggio è ancora conosciuta in tutto il mondo, ma anche un momento chiave dal punto di vista storico, considerandola quasi come una lente da cui guardare attraverso per capire anche la storia della stessa città di Reggio Emilia. Posizionato a ridosso della Stazione Centrale e vicino al Centro Storico, quindi in un’area ricca di potenziale, il complesso, in cui la produzione è terminata nel 2008, ha costituito per anni un enorme vuoto urbano estraneo al quartiere,essendo delimitato da un muro alto due metri. Ad oggi è al centro di un dibattito che lo vede coinvolto in parte nella riqualificazione e costituzione del Parco Innovazione di Reggio Emilia, primo esempio in Europa. Il progetto di tesi mette in discussione il masterplan presentato nel 2020 e ne rivede funzioni e strategie progettuali. In particolare, tra gli obiettivi principali c’è quello di creare una nuova area che possa fornire servizi (culturali, commerciali, residenziali) per le nuove esigenze della città, facilitare la comunicazione e l’interazione tra residenti e cittadini, promuovere uno stile di vita più sostenibile e rafforzare la connessione tra il centro città e le zone verdi nella cerchia più esterna della periferia Reggiana

Lo spazio tra : nuove connessioni per Reggio Emilia

Stefanizzi, Federica
2021/2022

Abstract

My master thesis arises from the needing of renewing the disused complex of industrial building belonging to “Ex officine meccaniche reggiane” (former Reggian mechanical workshop) in Reggio Emilia, through a project of urban regeneration aimed at reinforcing the connection between the past and the present, building and context, city centre and suburbs. Starting from the beginning of the 80s to our days it resulted clear how territory and cities couldn’t be bound into concepts and word that tradition gave us, and how limiting the usual tools of European urban planning were. Modern cities, in continuous change from both economical and social point of view, show new production models, a link between physical and virtual that seems undefined and a global change of paradigms. Society lives, then, in an in-between dimension, oscillating amid different degrees of sharing of terms and limits of technique, behaviour, space, value and vision. In this context architecture has to accept the challenge of a general rethinking of the project of a city, answering to new needing that see in urban empties and suburbs and interstitial spaces, such as industrialised areas, abandoned railway stations and borderline agricultural fields, a trigger point for a greater process. The born of “Ex officine meccaniche reggiane” not only represents a turning point in the production of the mechatronic field, for which Reggio is still known as a world leader, but also a key moment from the historical point of view, considering it almost like a zoom lens from which observing the story of Reggio Emilia. The building complex, located near the central station and the historical centre, which results in high potential area, has been completed in 2008 and have been considered for years a huge example of urban void, unrelated from the neighbourhood, being limited by a two meter high wall. Nowadays this building is the protagonist of a controversy that considers it involved partially in the making of the “parco innovazione di Reggio emilia” (innovation park in Reggio emilia), first in Europe. This thesis project proposes an alternative to the masterplan presented in 2020 and analyse functions and project strategies. In particular, among the main goals, there’s the one that aims to create a new area which can provide cultural, commercial and residential services for the new needing of the city, enhancing the communication and the interaction between residents and citizens, proposing a more sustainable lifestyle and strengthening the connection between the city centre and the green areas of the external ring of the Reggian suburb.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2022
2021/2022
La mia tesi di ricerca nasce dalla necessità di riattivare il complesso di edifici industriali dismessi appartenenti alle Ex Officine Meccaniche Reggiane, a Reggio Emilia, tramite un progetto di rigenerazione urbana mirato a rafforzare la connessione tra il passato e il presente, edificio e contesto, centro e periferia. Dall’inizio degli anni ‘80 fino ad oggi è risultato presto ben chiaro come il territorio e le città non potessero essere racchiusi nei concetti e nelle parole che la tradizione ci aveva affidato, e di come fossero limitanti gli strumenti abituali dell’urbanistica europea. La città di oggi, in costante mutamento dal punto di vista economico e sociale, presenta nuovi modelli di produzione, un rapporto tra fisico e virtuale che appare indefinito e un globale cambio di paradigma. La società vive, quindi, in una dimensione in between, in costante oscillazione tra differenti gradi di condivisione dei termini e dei limiti delle pratiche, dei comportamenti, degli spazi, dei valori, e degli immaginari. In questo contesto l’architettura si trova ad affrontare un ripensamento generale del progetto di città, rispondendo a nuove necessità e sfide che vedono nei vuoti urbani, periferie e spazi interstiziali a loro volta riconoscibili in aree industrializzate, scali ferroviari abbandonati e territori agricoli di frangia, dei punti di innesco di un processo ben più ampio. La nascita delle Ex Officine Meccaniche Reggiane rappresenta non solo un punto di svolta nella produzione nel settore della meccatronica, per cui Reggio è ancora conosciuta in tutto il mondo, ma anche un momento chiave dal punto di vista storico, considerandola quasi come una lente da cui guardare attraverso per capire anche la storia della stessa città di Reggio Emilia. Posizionato a ridosso della Stazione Centrale e vicino al Centro Storico, quindi in un’area ricca di potenziale, il complesso, in cui la produzione è terminata nel 2008, ha costituito per anni un enorme vuoto urbano estraneo al quartiere,essendo delimitato da un muro alto due metri. Ad oggi è al centro di un dibattito che lo vede coinvolto in parte nella riqualificazione e costituzione del Parco Innovazione di Reggio Emilia, primo esempio in Europa. Il progetto di tesi mette in discussione il masterplan presentato nel 2020 e ne rivede funzioni e strategie progettuali. In particolare, tra gli obiettivi principali c’è quello di creare una nuova area che possa fornire servizi (culturali, commerciali, residenziali) per le nuove esigenze della città, facilitare la comunicazione e l’interazione tra residenti e cittadini, promuovere uno stile di vita più sostenibile e rafforzare la connessione tra il centro città e le zone verdi nella cerchia più esterna della periferia Reggiana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/190467