Lo shopping è probabilmente l'ultima forma rimanente di attività pubblica. Attraverso una serie di forme sempre più rapaci, lo shopping è stato in grado di colonizzare, e anche sostituire, quasi ogni aspetto della vita urbana. Centri storici, periferie, strade, stazioni ferroviarie, musei, ospedali, scuole, internet e anche i centri militari sono sempre più modellati dai meccanismi e spazi dello shopping. Le chiese imitano centri commerciali per attrarre seguaci. Gli aeroporti sono diventati selvaggiamente redditizi da convertire in viaggiatori in clienti. I musei si rivolgono allo shopping per sopravvivere. Una volta la città tradizionale europea cercava di resistere allo shopping, ma ora è un veicolo per il consumismo in stile americano. I grandi architetti disprezzano il mondo dell’architettura commerciale, ma utilizzano le configurazioni planimetriche dello shopping per progettare musei e università. Alcune città “malate” sono state ravvivate dalla loro progettazione come centri commerciali. Lo shopping non avrebbe potuto produrre una tale inesorabile trasformazione della città, senza una serie di invenzioni chiave che metodicamente hanno preparato e modificato l'ambiente costruito per indurre all’attività del consumo. L’aria condizionata ha liberato nuove profondità di spazio interno per lo shopping, avvolgendo il consumatore inevitabilmente in ambienti sempre più confortevoli e la scala mobile gli ha dato un mezzo per attraversare senza sforzo la rapida espansione delle distanze e le altezze degli ambienti commerciali. Anche la natura è stata sinteticamente reinventata per sopravvivere all'interno dell’artificiosità crescente di questi interni infiniti. Lo shopping si è espanso, e grazie a questo fenomeno abbiamo imparato di più su di noi. Attraverso una nuova ondata d’invenzioni tecnologiche, lo shopping si espande, al di là della sua riproduzione e i cambiamenti di scala, infiltrandosi in quasi tutti gli ambiti della nostra vita, attraverso dispositivi come le carte di credito, smart card e dispositivi di tracciamento, che registrano la nostra vita in vividi dettagli informatici. A differenza di altri programmi più statici le trasformazioni dello shopping sono infinite. Costantemente rimodellato e rinnovato, lo shopping troverà sempre altri veicoli con cui espandersi, e sopravvivere a tutte le altre attività pubbliche. I capitoli successivi, sono una serie di analisi e riflessioni che ritraggono insieme, le tecniche, le persone, le ideologie, le invenzioni e gli spazi per lo shopping che hanno così efficientemente rimodellato la città. Forse la fine del XX secolo e l’inizio del secolo XXI saranno ricordati come il punto in cui la città non poteva più essere compresa senza lo shopping.

Lo spazio continuo

VALEIRAS, FERNANDO
2009/2010

Abstract

Lo shopping è probabilmente l'ultima forma rimanente di attività pubblica. Attraverso una serie di forme sempre più rapaci, lo shopping è stato in grado di colonizzare, e anche sostituire, quasi ogni aspetto della vita urbana. Centri storici, periferie, strade, stazioni ferroviarie, musei, ospedali, scuole, internet e anche i centri militari sono sempre più modellati dai meccanismi e spazi dello shopping. Le chiese imitano centri commerciali per attrarre seguaci. Gli aeroporti sono diventati selvaggiamente redditizi da convertire in viaggiatori in clienti. I musei si rivolgono allo shopping per sopravvivere. Una volta la città tradizionale europea cercava di resistere allo shopping, ma ora è un veicolo per il consumismo in stile americano. I grandi architetti disprezzano il mondo dell’architettura commerciale, ma utilizzano le configurazioni planimetriche dello shopping per progettare musei e università. Alcune città “malate” sono state ravvivate dalla loro progettazione come centri commerciali. Lo shopping non avrebbe potuto produrre una tale inesorabile trasformazione della città, senza una serie di invenzioni chiave che metodicamente hanno preparato e modificato l'ambiente costruito per indurre all’attività del consumo. L’aria condizionata ha liberato nuove profondità di spazio interno per lo shopping, avvolgendo il consumatore inevitabilmente in ambienti sempre più confortevoli e la scala mobile gli ha dato un mezzo per attraversare senza sforzo la rapida espansione delle distanze e le altezze degli ambienti commerciali. Anche la natura è stata sinteticamente reinventata per sopravvivere all'interno dell’artificiosità crescente di questi interni infiniti. Lo shopping si è espanso, e grazie a questo fenomeno abbiamo imparato di più su di noi. Attraverso una nuova ondata d’invenzioni tecnologiche, lo shopping si espande, al di là della sua riproduzione e i cambiamenti di scala, infiltrandosi in quasi tutti gli ambiti della nostra vita, attraverso dispositivi come le carte di credito, smart card e dispositivi di tracciamento, che registrano la nostra vita in vividi dettagli informatici. A differenza di altri programmi più statici le trasformazioni dello shopping sono infinite. Costantemente rimodellato e rinnovato, lo shopping troverà sempre altri veicoli con cui espandersi, e sopravvivere a tutte le altre attività pubbliche. I capitoli successivi, sono una serie di analisi e riflessioni che ritraggono insieme, le tecniche, le persone, le ideologie, le invenzioni e gli spazi per lo shopping che hanno così efficientemente rimodellato la città. Forse la fine del XX secolo e l’inizio del secolo XXI saranno ricordati come il punto in cui la città non poteva più essere compresa senza lo shopping.
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
1-apr-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/19062