L'Andar errante : rethinking the Ex Convento da Madre de Deus de Monchique

The Convento da Madre de Deus de Monchique is an important collective heritage that belongs to the city of Porto and its inhabitants. Over the time, it has undergone several changes and transformations: born as a noble residence, in the sixteenth century it was transformed into a monastic convent until the nineteenth century where, because of the suppression of religious orders, it was sold and divided into various properties. What arrives today are the ruins of a place abandoned and forgotten for a long time, a monument crystallized in its past and in its memory. In Porto, and in Portugal in general, monumentality often appears decadent, abandoned, almost like an entity that has lost something. This is precisely the charm of the city of Porto, and so also of its Convento de Monchique, where time seems to have stopped and where the emptiness, which the time has left inside the city and in some of its buildings, is full of a powerful expressive force. “Andar Errante” is proposed as a design strategy that not only deals with the theme of reusing the abandoned former Convento de Monchique, but rather aims to create a system that dialogues with the city and reactivates a place and a city context that has been forgotten. It is an exercise of reflection and imagination where each element introduced wants to collaborate with the urban character and the monumentality of the context, modifying its current state of decay but preserving its identity. The project is divided into two main interventions: the first aims to (re)activate the connection between the upper town and the riverside, both through the already existing Calçada de Monchique and Rua do Sobre-o-Douro and introducing new paths to discover the convent complex. The second intervention sees the void as its protagonist: the intent here is not to fill this void, but to ensure support for new activities and uses for the community during the different times of the day. By understanding the previous functions and spaces of the convent, It has tried to imagine a new use that could enhance both its memory and its transformation, keeping in mind both the context of the city of Porto and the needs of those who live there. For this purpose, it was decided to lead this investigation with the first symbolic form used by the man to change the space: the action of walking. “Andar Errante” is therefore a reconversion project but above all a transformation path that sees walking as the primary practice of urban intervention aimed at exploring and modifying the space that surrounds us.

Il Convento da Madre de Deus de Monchique è un importante patrimonio collettivo che appartiene alla città di Porto e ai suoi abitanti. Nel corso del tempo, è stato oggetto di diversi cambiamenti e trasformazioni: nato come dimora nobiliare, nel XVI secolo viene convertito in convento monacale fino al XIX secolo dove, a fronte della soppressione degli ordini religiosi, viene venduto e suddiviso in diverse proprietà. Ciò che arriva ai giorni d’oggi sono le rovine di un luogo da tempo abbandonato e dimenticato, un monumento cristallizzato nel suo passato e nella sua memoria. A Porto, e in Portogallo in generale, la monumentalità appare spesso decadente, abbandonata, quasi come un’entità che ha perso qualcosa. In realtà è proprio questo il fascino della città di Porto, e così anche del suo Convento de Monchique, dove il tempo sembra essersi fermato e dove il vuoto, che il tempo ha lasciato all’interno della città e in alcuni suoi edifici, si carica di una potente forza espressiva. “Andar Errante” si propone come una strategia progettuale che non tratta solamente il tema del riutilizzo dell’abbandonato ex Convento de Monchique, ma mira piuttosto a creare un sistema che dialoghi con la città e che riattivi un luogo e un contesto cittadino da tempo dimenticati. È un esercizio di riflessione e immaginazione dove ogni elemento introdotto vuole collaborare con il carattere di urbanità e monumentalità del contesto, modificandone l’attuale situazione di degrado ma non la sua identità. Il progetto si articola in due interventi principali: il primo mira a (ri)attivare il collegamento tra la città alta e lungofiume, sia attraverso le già esistenti Calçada de Monchique e Rua do Sobre-o-Douro che introducendo percorsi inediti alla scoperta del complesso conventuale. Il secondo intervento vede il vuoto come suo protagonista: l’intento qui non è quello di riempire questo vuoto, ma di garantire un supporto per nuove attività e usi per la comunità nei diversi momenti della giornata. Comprendendo le funzioni e gli spazi precedenti del convento, si è cercato di immaginare un nuovo uso che potesse valorizzarne tanto la memoria quanto la trasformazione, tenendo ben in mente sia il contesto della città di Porto che le esigenze di chi la vive. A tal fine si è deciso di guidare questa indagine con la prima forma simbolica con cui l’uomo interveniva per modificare lo spazio: l’azione del camminare. “Andar Errante” tratta dunque di un progetto di riconversione ma soprattutto di un percorso di trasformazione che vede nel camminare la pratica primaria di intervento urbano atta a esplorare e modificare lo spazio che ci circonda.