L’idea per lo svolgimento della presente tesi di laurea nasce innanzitutto dalla conoscenza dell’ingegnere Alessandro de Carli, pronipote dell’ingegnere Enrico Carli, che alla fine del 1800 diede un contributo notevole alla progettazione di importanti opere idrauliche nel nord Italia. Le informazioni relative agli studi preliminari e ai progetti di dette opere sono contenute in un archivio privato dello stesso Enrico Carli, rinvenuto dal pronipote Alessandro, e del quale sono venuto a conoscenza. Di particolare fascino e interesse risulta lo studio del progetto per la derivazione delle acque dell’Adda, con la relativa costruzione della centrale idroelettrica di Porto D’Adda, poi intitolata a Bertini, data la sua importanza storica e la sua collocazione territoriale, in prossimità del Naviglio di Paderno, all’interno del bacino di pertinenza del Parco Adda Nord. L’analisi del progetto non riguarda il singolo edificio della centrale, ma è estesa all’ambito territoriale di appartenenza, destinato a modificarsi in virtù del progetto stesso. Si tratta di un’opera che ha attraversato un iter progettuale piuttosto lungo, con la presentazione di un primo progetto iniziale (1889) e di due successive varianti (1892 e 1895), prima di essere realizzata, tra gli anni 1896 e 1898. Proprio l’analisi del percorso attraversato dal progetto della centrale e delle relative opere di derivazione, dalla sua ideazione alla sua realizzazione, con il confronto delle 3 fasi progettuali, costituisce la fase principale dello sviluppo della tesi. I documenti contenuti nell’archivio rinvenuto sono riferiti ai primi due progetti, quello del 1889 e quello del 1892. Rappresentando solo una “fase di passaggio” verso la soluzione definitiva, questi documenti sono stati in seguito accantonati. Se si considera poi che la malattia ha costretto il Carli a ritirarsi, e che la fase definitiva del progetto è da attribuirsi all’ingegnere Paolo Milani, si capisce come le informazioni contenute nei documenti dell’archivio in questione siano in parte inedite, e quindi non reperibili presso altre fonti. Da ciò ne deriva quindi la grande importanza dell’analisi di tali documenti, che permette di approfondire e capire meglio le motivazioni e le dinamiche che hanno portato alla realizzazione delle opere di derivazione di Paderno, destinate a modificare per sempre l’ambiente in cui sono state inserite, ai fini dello sfruttamento della risorsa idrica per favorire lo sviluppo economico-industriale della città di Milano. Nel presente lavoro l’attenzione è volta anche ad evidenziare le modalità con cui questa grande opera, pur destinata a modificare in modo considerevole il territorio, sia riuscita ad integrarsi con l’ambiente naturale in cui è inserita. Tutto ciò è stato fondamentale per il rispetto della natura e della storia di questo paesaggio morenico fluviale; e così facendo si è mantenuta intatta la naturale vocazione storico-paesaggistica di questi luoghi, che affascinarono anche il genio di Leonardo da Vinci al punto da fare da sfondo ad alcune sue opere pittoriche. L’obiettivo di riqualificazione del naviglio di Paderno e del territorio che esso attraversa, comprese le sue testimonianze di rilevanza storico-ambientale e archeologico-industriale, parte necessariamente da una conoscenza diretta del territorio, e da una corretta stima delle risorse in esso presenti. Di questo patrimonio conoscitivo, il lavoro svolto dalla tesi si propone come parte integrante. Gli sviluppi futuri del lavoro svolto potrebbero ad esempio prevedere il suo inserimento all’interno di un GIS, fornendo così uno strumento informativo che stimoli successivi approfondimenti legati allo studio del territorio, oltre che iniziative legate ad opere di tutela e valorizzazione delle risorse in esso presenti, dal punto di vista didattito, culturale e turistico, con particolare attenzione alle centrali idroelettriche, che diverrebbero sempre più luogo di cultura e di incontro per la comunità locale e per i visitatori.

La centrale Bertini di Porto d'Adda. Analisi del progetto attraverso lo studio dell'archivio di Enrico Carli. Lo sfruttamento della potenza idrica dell'Adda tra Robbiate, Porto d'Adda e Cornate d'Adda

COCCE', MARCO
2009/2010

Abstract

L’idea per lo svolgimento della presente tesi di laurea nasce innanzitutto dalla conoscenza dell’ingegnere Alessandro de Carli, pronipote dell’ingegnere Enrico Carli, che alla fine del 1800 diede un contributo notevole alla progettazione di importanti opere idrauliche nel nord Italia. Le informazioni relative agli studi preliminari e ai progetti di dette opere sono contenute in un archivio privato dello stesso Enrico Carli, rinvenuto dal pronipote Alessandro, e del quale sono venuto a conoscenza. Di particolare fascino e interesse risulta lo studio del progetto per la derivazione delle acque dell’Adda, con la relativa costruzione della centrale idroelettrica di Porto D’Adda, poi intitolata a Bertini, data la sua importanza storica e la sua collocazione territoriale, in prossimità del Naviglio di Paderno, all’interno del bacino di pertinenza del Parco Adda Nord. L’analisi del progetto non riguarda il singolo edificio della centrale, ma è estesa all’ambito territoriale di appartenenza, destinato a modificarsi in virtù del progetto stesso. Si tratta di un’opera che ha attraversato un iter progettuale piuttosto lungo, con la presentazione di un primo progetto iniziale (1889) e di due successive varianti (1892 e 1895), prima di essere realizzata, tra gli anni 1896 e 1898. Proprio l’analisi del percorso attraversato dal progetto della centrale e delle relative opere di derivazione, dalla sua ideazione alla sua realizzazione, con il confronto delle 3 fasi progettuali, costituisce la fase principale dello sviluppo della tesi. I documenti contenuti nell’archivio rinvenuto sono riferiti ai primi due progetti, quello del 1889 e quello del 1892. Rappresentando solo una “fase di passaggio” verso la soluzione definitiva, questi documenti sono stati in seguito accantonati. Se si considera poi che la malattia ha costretto il Carli a ritirarsi, e che la fase definitiva del progetto è da attribuirsi all’ingegnere Paolo Milani, si capisce come le informazioni contenute nei documenti dell’archivio in questione siano in parte inedite, e quindi non reperibili presso altre fonti. Da ciò ne deriva quindi la grande importanza dell’analisi di tali documenti, che permette di approfondire e capire meglio le motivazioni e le dinamiche che hanno portato alla realizzazione delle opere di derivazione di Paderno, destinate a modificare per sempre l’ambiente in cui sono state inserite, ai fini dello sfruttamento della risorsa idrica per favorire lo sviluppo economico-industriale della città di Milano. Nel presente lavoro l’attenzione è volta anche ad evidenziare le modalità con cui questa grande opera, pur destinata a modificare in modo considerevole il territorio, sia riuscita ad integrarsi con l’ambiente naturale in cui è inserita. Tutto ciò è stato fondamentale per il rispetto della natura e della storia di questo paesaggio morenico fluviale; e così facendo si è mantenuta intatta la naturale vocazione storico-paesaggistica di questi luoghi, che affascinarono anche il genio di Leonardo da Vinci al punto da fare da sfondo ad alcune sue opere pittoriche. L’obiettivo di riqualificazione del naviglio di Paderno e del territorio che esso attraversa, comprese le sue testimonianze di rilevanza storico-ambientale e archeologico-industriale, parte necessariamente da una conoscenza diretta del territorio, e da una corretta stima delle risorse in esso presenti. Di questo patrimonio conoscitivo, il lavoro svolto dalla tesi si propone come parte integrante. Gli sviluppi futuri del lavoro svolto potrebbero ad esempio prevedere il suo inserimento all’interno di un GIS, fornendo così uno strumento informativo che stimoli successivi approfondimenti legati allo studio del territorio, oltre che iniziative legate ad opere di tutela e valorizzazione delle risorse in esso presenti, dal punto di vista didattito, culturale e turistico, con particolare attenzione alle centrali idroelettriche, che diverrebbero sempre più luogo di cultura e di incontro per la comunità locale e per i visitatori.
DE CARLI, ALESSANDRO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/19125