Abitare il cratere : progetto di rigenerazione urbana e riattivazione produttiva dei Campi Flegrei

When, following an intense eruption, due to the decrease in pressure, part of the volcanic building collapses inside the magma chamber, a caldera is formed, a large concave depression of circular shape. The caldera of the Campi Flegrei, located in the fascinating area west of the city of Naples, of extraordinary naturalistic and archaeological interest, has an unexpected geological history. A quick glance from above is enough to notice a system of cavities that is observed almost by chance on the territory. This is a territory rich in history and myth. The area is located in correspondence with one of the 12 supervolcanoes existing on the planet which has interesting environmental qualities and represents, among other things, an important geothermal energy resource still under examination. Starting from the identification of similar geological phenomena in the world and especially in the Mediterranean basin, it is possible to know the current degree of integration with the urbanized landscape of these places, how they have been transformed and occupied and how they are experienced, with particular attention to accessibility and the use of space, as well as the experience of modifying and adapting them to the needs of the surrounding urban context. The thesis studies the themes of interior-exterior and limits in the relationship between natural forms and architecture, between geomorphology and man-made space. In this case, the limit is not an artificial fence, it is, instead, a natural element that plays a fundamental role within the urban built environment, the so-called buffer zone. But what does it mean to intervene on a place of this type? It is no longer the dimension of the urban context because it is no longer the relationship with the city but rather the context with a wider scale, that of the territory and geography of which the city is a part. The goal is to reactivate the Campi Flegrei area within the mechanisms and logic of today's society. Is it possible to understand these places, protected reserves of exceptional morphological nature, as active sites within the city? Are there any compatible functions between living and contemporary production activities? The study of past suggestions and models of sustainable production will, in a certain sense, provide a concrete answer. At the beginning of the seventies of the last century, the artist Pierre Restany for the "Operation Vesuvius" project proposed to artists from all over the world to participate in a call of ideas to take over the crater of the volcano and transform it into an international cultural park; intellectuals respond to the request with proposals of an ironic, surrealistic nature, rather than thinking of ecological solutions. Today the cultural context facing the new millennium is different: limited resources, the problem of demographics, increasingly widespread and mature forms of sensitivity towards the environment. New paradigms and new conditions thus reflect a situation of necessity and survival and reveal the design dimension of research, making it not only an academic study, but an opportunity towards a more concrete and pragmatic ethical response. Indeed, a diversified environmental transformation could prove to be an interesting starting point for understanding how to deal with the most unpredictable nature.

Quando in seguito ad un’intensa eruzione, a causa della repentina diminuzione di pressione, parte dell’edificio vulcanico sprofonda all’interno della camera magmatica, si forma una caldera, una grande depressione concava di forma circolare. La caldera dei Campi Flegrei, l’affascinante area situata a ovest della città Napoli, di straordinario interesse naturalistico e archeologico, presenta una storia geologica inaspettata. Basta uno sguardo rapido dall’alto per notare un sistema di cavità coniche che si dispongono quasi casualmente sul territorio. Un territorio, questo, ricco di storia e mito. La zona si trova in corrispondenza di uno dei 12 supervulcani esistenti sul pianeta che possiede delle qualità ambientali interessanti e rappresenta, tra le altre cose, un’importante risorsa di energia geotermica ancora in fase di esaminazione. Partendo dall’individuazione di fenomeni geologici simili nel mondo e soprattutto nel bacino del Mediterraneo è possibile conoscere il grado attuale di integrazione con il paesaggio urbanizzato di questi luoghi, come sono stati trasformati e occupati e secondo quali modalità vengono vissuti, con particolare attenzione alla gestione degli accessi e allo sfruttamento dello spazio da parte dell’uomo, nonché all’esperienza di modifica e adeguamento degli stessi alle esigenze del contesto urbano circostante. La trattazione studia i temi di interno-esterno e di limite nel rapporto tra forme naturali e architettura, tra geomorfologia e spazio antropizzato. In questo caso, il limite non è un recinto artificiale, è, invece, un elemento naturale che assume un ruolo fondamentale all’interno dell’ambiente costruito urbano, la cosiddetta buffer zone. Ma, che cosa significa intervenire su un luogo di questo tipo? Non è tanto più la dimensione del contesto urbano perché non è più la relazione con la città quanto più che altro il contesto con una scala più ampia, quella del territorio e della geografia di cui la città ne è una parte. L’obiettivo è quello di riattivare l’area dei Campi Flegrei all’interno dei meccanismi e delle logiche della società odierna. È possibile intendere questi luoghi, riserve protette di eccezionale natura morfologica, come siti attivi all’interno della città? Esistono delle funzioni compatibili tra l’abitare e le attività produttive contemporanee? Lo studio delle suggestioni del passato e dei modelli attuali di produzione sostenibile fornirà in un certo senso una risposta concreta. All’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, l’artista Pierre Restany per il progetto ”Operazione Vesuvio” propone agli artisti di tutto il mondo di partecipare ad una call di idee per impadronirsi del cratere del vulcano e trasformarlo in un parco culturale internazionale; gli intellettuali rispondono alla sollecitazione con proposte dal carattere ironico, surrealistico, anziché pensare a soluzioni ecologiche. Oggi il contesto culturale a cui si affaccia il nuovo millennio è diverso: risorse limitate, problema della demografia, forme di sensibilità nei confronti dell’ambiente sempre più diffuse e mature. Nuovi paradigmi e nuove condizioni riflettono, così, una situazione di necessità e di sopravvivenza e rivelano la dimensione progettuale della ricerca, rendendola non solo uno studio accademico, ma un’opportunità verso una risposta etica più concreta e pragmatica. Proprio una trasformazione ambientale diversificata potrebbe, infatti, rivelarsi un interessante spunto di riflessione per capire come potersi confrontare con la natura più imprevedibile.