Urban void : new cultural space for the Panorâmico de Monsanto

The requalification project of the Panorâmico de Monsanto, abandoned architectural scrap in the hearth of Forest Park of Monsanto (Lisbon-PT), is based on a dialogue between history and contemporary needs, a complete revaluation presented as an exhibition and creative space.The thesis alternates between philosophy and project, history and innovative investigation. The development of the thesis starts with a detailed analysis of the history of Panorâmico de Monsanto: its birth and its disuse, studying in particular the relationship with the surrounding area. And then, its fast and inexorable collapse which, however, has known an unexpected mutation during the 2000’s when the site paradoxically became a space of leisure and freedom. Subsequently, the thesis offers a deep research, also through case studies, about the real and abstract theory of abandoned spaces read in a semantic way. What brought them into concrete skeletons, although the human efforts, the costs, the calculations, the materials that have been changed by time and neglected into gray, useless piles. Why don’t we dazzle in front of these urban voids? And yet, they suffer, they tell us something through their hisses, noises, frictions. It is exactly from these particularities that my thesis bases its main topic: the uniqueness of this abandoned architecture that, unlike others, has been spontaneously transformed by the visitors into a free, creative space, where to find not only urban art of the local artists, but also exhibitions, museums and events. Hence, from this main feature of the Panorâmico, my thesis carries out an exhibition and cultural project, offering a faithful restoration of the interiors but also a reference to the “new” reinterpreted in a museography way. The goal of the thesis is also to show how the project of architectural reuse takes in consideration both the local identity and the contemporary needs.

Il progetto di riqualificazione del Panorâmico di Monsanto, avanzo architettonico abbandonato nel cuore del Parco Forestale del Monsanto (Lisbona-PT), si basa sul dialogo tra storia e necessità contemporanee, una rivalutazione completa di uno scheletro architettonico proposto come spazio espositivo e creativo. La tesi si alterna tra filosofia e progetto, tra storia e ricerca innovativa. Lo sviluppo della tesi nasce da un’analisi dettagliata del Panorâmico de Monsanto: la sua nascita e il suo inutilizzo, studiando in particolare la sua architettura in relazione con la zona circostante. E poi il suo lento e inesorabile tracollo che, tuttavia, ha conosciuto un’inaspettata mutazione negli anni 2000 quando si è paradossalmente trasformato in luogo di svago e di libertà. Si introduce quindi il progetto con un’analisi ricercata di casi studio esemplari e della teoria sul concetto dei vuoti urbani letti in chiave semantica. Cosa li ha portati a diventare cornici di cemento armato nonostante gli sforzi umani, i costi, i calcoli, i materiali mutati dal tempo e dalla trascuranza in cumuli grigi anonimi. Perché non ci si impressiona di fronte a questi vuoti urbani? Eppure, anche loro soffrono, gridano attraverso sibili, sciocchi, attriti. Da qui, prende spunto il tema principale della mia tesi: l’unicità di questo luogo abbandonato che, a differenza di altri spazi lasciati alla rovina e al vandalismo, è stato spontaneamente trasformato dai frequentanti in un luogo creativo e libero, basato sulla condivisione di conoscenze artistiche e architettoniche, più specificamente di arte urbana, come graffiti, murales, manifesti ma anche di eventi, feste e mostre di artisti locali ed emergenti. Da questo tema nasce quindi la volontà di mantenere e affinare le attività genuine che si sono venute a creare nel Panorâmico di Monsanto, proponendo non solo una ristrutturazione fedele degli interni e dei materiali, ma anche un riferimento al “nuovo” rivisitato in chiave museografica. Obiettivo principale è anche dimostrare come il progetto del riuso architettonico tenga conto dell’identità territoriale delle comunità locali e delle necessità contemporanee.