Il progetto si colloca a Milano all’interno dell’ex scalo ferroviario di Farini ed è composto da una serie di torri posta lungo una direttrice parallela all’asse di Corso Sempione che idealmente potrebbe continuare all’infinito verso il centro della città. Questi edifici, alti 100 metri, si inseriscono all’interno del contesto urbano dimostrandosi capaci di un confronto con i vicini “giganti” milanesi, quali il Palazzo della Regione, il Pirellone, i nuovi grattacieli di Garibaldi e i Gasometri, situati all’inizio e alla fine di un vasta area di trasformazione che da Porta Garibaldi, ad est, arriva fino alla Bovisa, ad ovest, e di cui Farini è il nodo centrale; un nodo che permette, attraverso il complesso sistema infrastrutturale che lo innerva, l’apertura della città alle fasce della conurbazione esterna, oggetto, a loro volta, di interventi di grande portata (il nuovo polo fieristico, l’Expo, ecc). Il progetto si pone come alternativa radicale ai modi correnti di costruzione della città contemporanea, nel tentativo di ricomprendere, in un nuovo disegno, le differenti trame urbane che a tratti riaffiorano nel tessuto continuo dell’edificato. Assumendo come dato convenzionale i rapporti insediativi indicati nell’Accordo di Programma, l’intervento ha l’obiettivo di verificare la congruenza di tali indici rispetto ad una riconoscibile idea di città che mostri le ragioni della sua costruzione. Ciascuna torre offre una perfetta compresenza di attività pubbliche e private senza denunciarle nella composizione delle facciate; una pianta flessibile a tutti gli usi con un piano terra permeabile; le facciate omogenee e regolari ed un vano scala che permette di avere una duplice distribuzione interna con il corridoio o centrale o lungo il fronte nord oltre che ad un attraversamento trasversale al piano terra per la permeabilità dell’edificio e la continuità del parco.
Quello che è usuale vi possa sorprendere. Studio e progetto di nuovi edifici alti nello scalo Farini
TIRELLI, CHIARA;BONADIMAN, MARTINA
2009/2010
Abstract
Il progetto si colloca a Milano all’interno dell’ex scalo ferroviario di Farini ed è composto da una serie di torri posta lungo una direttrice parallela all’asse di Corso Sempione che idealmente potrebbe continuare all’infinito verso il centro della città. Questi edifici, alti 100 metri, si inseriscono all’interno del contesto urbano dimostrandosi capaci di un confronto con i vicini “giganti” milanesi, quali il Palazzo della Regione, il Pirellone, i nuovi grattacieli di Garibaldi e i Gasometri, situati all’inizio e alla fine di un vasta area di trasformazione che da Porta Garibaldi, ad est, arriva fino alla Bovisa, ad ovest, e di cui Farini è il nodo centrale; un nodo che permette, attraverso il complesso sistema infrastrutturale che lo innerva, l’apertura della città alle fasce della conurbazione esterna, oggetto, a loro volta, di interventi di grande portata (il nuovo polo fieristico, l’Expo, ecc). Il progetto si pone come alternativa radicale ai modi correnti di costruzione della città contemporanea, nel tentativo di ricomprendere, in un nuovo disegno, le differenti trame urbane che a tratti riaffiorano nel tessuto continuo dell’edificato. Assumendo come dato convenzionale i rapporti insediativi indicati nell’Accordo di Programma, l’intervento ha l’obiettivo di verificare la congruenza di tali indici rispetto ad una riconoscibile idea di città che mostri le ragioni della sua costruzione. Ciascuna torre offre una perfetta compresenza di attività pubbliche e private senza denunciarle nella composizione delle facciate; una pianta flessibile a tutti gli usi con un piano terra permeabile; le facciate omogenee e regolari ed un vano scala che permette di avere una duplice distribuzione interna con il corridoio o centrale o lungo il fronte nord oltre che ad un attraversamento trasversale al piano terra per la permeabilità dell’edificio e la continuità del parco.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/19481